Più i giorni passano e più l'inizio della scuola si avvicina. Ma si avvicina anche il mio diciassettesimo compleanno che difatti sarà tra due giorni. Sono l'unica tra Luke e Madison a compiere ancora 17 anni: Madison è stata la prima a farne 18 poiché è nata a gennaio dell'anno prima di me, ecco perché ci portiamo più di un anno e mezzo di differenza, Luke invece, li ha compiuti a maggio dello stesso anno della mia migliore amica, ma ancora non eravamo presenti l'uno nella vita dell'altro perciò non c'ero al suo compleanno.
E' da quasi una settimana che non vedo Madison, ha detto che ha l'influenza. La sento ogni giorno per sapere come sta, e stamattina mi ha detto che si sta riprendendo.
Sono le 6:00 pm, e sto aspettando che arrivi Luke. Mi ha chiesto di uscire per farci una delle solite camminate in centro visto che oggi ci sarà anche una specie di festa. Luke abita poco prima di me, e fortunatamente, non siamo molto distanti dal centro, quindi possiamo andare tranquillamente a piedi.
Seduta sull'amaca del mio giardino, lo vedo che arriva con le mani in tasca dei jeans chiari, una maglia nera, i capelli biondi spettinati come al suo solito e il piercing nero al lato del labbro che, come ho sempre pensato, gli dona alla perfezione.
Mi affretto ad uscire fuori di casa e fiondandomi con le braccia al suo collo. Non ci vediamo da quella sera di una settimana fa, e mi era mancato. Lo abbraccio forte e ricambia.
- Qualcuno qui ha sentito la mia mancanza – lo sento ridacchiare.
Mi stacco da lui e lo guardo negli occhi. Due pozze azzurre. Quell'azzurro che mi ricorda l'oceano, e quelle striature che mi ricordano le onde. Ed improvvisamente, è come se stessi nuotando. Potrei nuotare ore e ore se solo lui non mi dicesse che sono inquietante quando inizio a guardarlo in questo modo.
- Andiamo? – mi chiede prendendomi la mano.
- Andiamo –
Chiudo il cancello che avevo lasciato aperto per correre ad abbracciarlo e ci incamminiamo verso la fine di questa lunga strada. Mentre camminiamo mano nella mano mi chiede: - Allora il 6 settembre succede qualcosa? –
- Mmm, non so, forse è il compleanno di qualcuno... anche se non ricordo proprio di chi – rispondo vaga.
- Ma non penso di conoscere qualcuno che fa il compleanno il 6 settembre... - fa con una faccia seria.
- Nemmeno io... -
Si gira verso di me e scoppiamo a ridere. Con la mano libera mi prende il viso e mi bacia.
- Non ti avevo ancora salutato come si deve –
Passiamo davanti casa di Madison e noto che le finestre della sua camera sono chiuse. E' possibile che sia chiusa ancora nella sua tana e mangiando quel minimo indispensabile che gli porta suo fratello. Infatti, proprio questa mattina, mi aveva detto che ancora non aveva risolto con i suoi genitori. Mi dispiace davvero per lei, non riesce proprio ad andare d'accordo con loro.
- Spero che le si sia passata almeno la febbre – parlo tra me.
- A chi? – mi dice Luke.
- Madison. Ha avuto un po' di problemi questa settimana, tra influenza e litigi con i suoi –
Mi giro guardando la strada, visto che ormai abbiamo superato casa sua.
- Ah – risponde il mio ragazzo.
Sto pensando di passare a vedere come sta, ma magari andrò a trovarla domani quando sarò sola.
Arriviamo in centro e ammiro la bellezza della mia città natale circondata da uno splendido tramonto color roseo. Adoro i tramonti, tanto quanto adoro Ottawa. Ho sempre pensato che fosse una città-castello. Infatti, guardando bene, le forme delle strutture sono molto particolari: rettangolari con rientranze e sporgenze, con la forma di cono al contrario sulla cima. Esattamente proprio come dei castelli.
La strada è affollata di persone, e ai lati ci sono vari stand: c'è chi vende cibo, chi vende gioielli, chi vende vestiti. Quello che mi interessa di più è proprio il cibo, e infatti, non appena vedo lo stand con dello zucchero filato, trascino Luke fino a lì.
- Vuoi lo zucchero filato? –
Annuisco sorridendo e mettendomi in fila.
Dopo qualche minuto mi ritrovo con enorme massa di pasta appiccicosa e rosa tra le mani.
- Mi piace lo zucchero filato di questo colore – dico prendendone un pezzo e assaggiandolo.
- Aspetta! – Luke si mette davanti a me.
Aggrotto la fronte, non capendo che cosa sta facendo. Prende il telefono dalla sua tasca e lo porta davanti al suo viso, come per fare una foto.
- Sorridi! –
Mi metto nella posa più naturale possibile, sorridendo.
- Sei stupenda – dice avvicinandosi per mostrarmi la foto.
Ci sono io, con quel gigantesco zucchero filato rosa tra le mani grande quasi quanto la mia testa e dietro il tramonto dello stesso colore. Devo dire che nel complesso, per quanta poca autostima io abbia e sempre se ne abbia una, è una bella foto.
- Dai adesso facciamocela insieme! – gli prendo il telefono tra le mani.
Iniziamo a scattarci vari selfie per poi finire quando il mio braccio si è stancato.
Passiamo il resto del pomeriggio camminando tra questa fiera molto affollata, per poi recarci in un ristorante per cena.
Verso il tardi, mi riaccompagna a casa.
- Allora ci sentiamo, va bene? –
Annuisco e mentre sto per salutarlo, il suo telefono squilla. Vedo che è un numero non segnato in rubrica. Rimane qualche secondo a fissare lo schermo, per poi rifiutare la chiamata.
- Che fai, non rispondi? – gli chiedo.
Lui abbassa la testa e dice: - E' sicuramente mia madre che mi sta chiamando per tornare a casa –
Alzo un sopracciglio, incredula. - Ma se era un numero non segnato in rubrica -
- N-no infatti, ho perso tutti i contatti quando ho rotto il telefono il mese scorso – torna a guardarmi.
Rimango un po' incerta sul credergli o meno. – Il mese scorso hai rotto il telefono? – quindi chiedo.
- Sì –
- Non mi avevi detto che avevi rotto il telefono, anche perché è lo stesso che avevi prima – gli chiedo dubbiosa.
Mi sta nascondendo qualcosa. Me lo sento.
- Luke? – lo richiamo.
- Non ti devo dire tutto! Cazzo Maggie, odio quando fai così – sbuffa, allargando le braccia.
- Ma ti senti? Ti ho detto così perché so che mi stai mentendo! Lo riconosco ormai! Quindi sputa il rospo Luke, prima che mi incazzi seriamente – gli punto il dito contro, avvicinandomi.
- E va bene! Visto che non riesci a non fare la cazzo di investigatrice, te lo dirò! Perché so che se non te lo dico, non la finirai mai! – sospira, riprendendo fiato. – Sto organizzando una sorpresa per il tuo compleanno, va bene? Ora hai scoperto e hai rovinato tutto. Complimenti Maggie, complimenti davvero – se ne va, camminando a passo svelto verso casa sua.
Rimango un attimo a riflettere su ciò che ha appena detto, per poi tornare a guardare la sua figura che va sempre più lontano.
- Luke! Aspetta i-io... - ma è troppo tardi, perché ormai è fin troppo lontano. – Mi dispiace, non volevo... - sussurro mentre i miei occhi diventano lucidi.
Ho rovinato tutto.
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Moondust || G.D.
FanfictionMaggie Wright, per la prima volta nella sua vita, è felice. Fidanzato perfetto, migliore amica come sorella e prende voti accettabili a scuola. Un giorno però, improvvisamente, tutto crolla. Si ritrova da sola, completante persa, a rimproverarsi per...