C'eravamo una volta Alexis e io, che buttavamo cose in valigia. Maglioni, pantaloni, calzini. Li tiravo fuori dal mio armadio e li scaraventavo nel trolley dietro di me.Nella stanza accanto, Alexis faceva lo stesso.Nessuna delle due prestava troppa attenzione a ciò che prendeva, se in mezzo ci finivano i nostri preferiti o no. L'importante era fare in fretta. Avevamo deciso così, perchè se avessimo preparato i bagagli con calma e armate di elenco,come facevamo di solito,di sicuro ci saremmo presto rese conto che stavamo agendo da pazze.
Nella mia famiglia erano tutti matti.O comunque ,così diceva Alexis quando le chiedevo perchè avesse lasciato la Scozia, a diciassette anni, con una sola valigia e me nella pancia. Allora era andata in Italia così, come se niente fosse. Incinta e non ancora maggiorenne. Scappata in quattro e quattr'otto , dritta a Milano.
Ormai avevo anch'io quasi diciassette anni (più o meno,mancavano ancora quattordici mesi)e dovevo aver ereditato il gene della pazzia.
Anch'io quella mattina, a colazione, vale a dire un'ora prima, avevo deciso di lasciare il paese di punto in bianco. Su internet avevamo trovato un volo low-cost per quel pomeriggio.Dovevamo solo fare i bagagli.
"Non dimenticarti la giacca a vento pesante ,Amy" disse Alexis che si era trascinata in camera mia la valigia piena all'inverosimile e stava tentando di chiuderla infilando in qualche modo anche il mio cuscino."Non penso che a luglio mi servirà il piumino" borbottai."Tu sottovaluti il clima che troverai là"disse lei,"puoi portare pure il lettore ,non ti basta?"."Ma MOMO e ORGOGLIO E PREGIUDIZIO non ce li ho in E-book"." Ma li avrai letti almeno cento volte ciascuno!"."E allora non mancherà la centunesima!"."Credimi,Amy,in quella stramaledetta isola di libri ne hanno quanti ne vuoi.Non ne hai la minima idea"
Accarezzai con i polpastrelli la copertina di MOMO .Quel libro mi serviva ,mi consolava quando ero triste, mi serviva ora.
La barchetta dondolava sulle onde, faceva su e giù come se il mare ci giocasse a palla.In quel momento mi trovavo più su quella minuscola barchetta in mezzo alla tempesta e dovevo tenermi aggrappata al sedile con tutte le mie forze.Il vento gelido mi aveva intorpidito le dita.
"Ce l'abbiamo quasi fatta Amy.Manca poco!"
Eravamo partite per dimenticare. Per dimenticare Dominik che aveva lasciato Alexis ed era tornato da moglie e figli.Così, di punto in bianco. E per dimenticare quei perfetti idioti dei miei compagni di classe...No, mi ero ripromessa di non pensarci più.
Intanto una parete rocciosa si avvicinava imponente.Sopra c'era qualcuno.
Sulle prime pensai fosse un albero, ma poi capii che era una persona che lottava contro la tempesta e guardava il mare.Quella figura ci osservava dall'alto.
Dopo poco raggiungemmo un pontile, era per metà bagnato dalle acque e ondeggiava in modo preoccupante, ma il capitano riuscì a ormeggiare la barca.Eravamo arrivati finalmente.Stormsay.
STAI LEGGENDO
THE BOOKJUMPER (mechtild Glaser)
Teen FictionCercavo di non pensare a che cosa sarebbe accaduto da lì a un paio d'anni,quando avrei perso il mio dono.Nessuno poteva prevedere che cosa sarebbe successo ,in fondo ero per metà letteraria. Forse sarei potuta saltare più a lungo degli altri,forse a...