One month later.
"Benvenuti a tutti, io sono Lazz." Annunciò un uomo basso,sulla ventina d'anni. Aveva grandi occhi marroni contornati da degli occhiali, i capelli ricci e il pizzetto. Indossava una blusa bianca fino al ginocchio e dei sandali marroni. Gesù?
"ciao Lazz" esclamarono tutti, mentre io restavo in silenzio a torturare i miei anelli quando lo sguardo mi cadde sul grande tappeto con l'immagine della Madonna stampata sopra.
Mi accigliai. Tutto questo sembrava molto bizzarro anche per l'uomo più strano sulla terra.
La verità era che io non volevo venire a questo incontro, a conoscere nuova gente. Mi bastava già quella che conoscevo e la maggior parte avrei voluto tornare indietro nel tempo e girare l'angolo prima di incontrarla.
Ma quando tua zia, la grande giornalista Monique Green, ti obbliga a seguire i consigli di uno psicologo nessuno le può dire di no. Il patto era questo; se io fossi andata ai primi tre incontri con questo gruppo, non mi avrebbe portata via da Manhattan. Ma la realtà era che non potevo lasciare mio fratello in quelle quattro mura bianche. Non volevo, era l'unica speranza che mi teneva ancora in vita.
Avrei potuto sopportare i ricordi di quella maledetta notte, avrei potuto continuare a fare incubi, ma sapere di aver perso anche mio fratello...beh senza lui non avrei più un legame con la nostra casa, con i posti in cui andavamo a divertirci di solito...non avrei più una ragione per continuare a farmi male.
"Bene, grazie Mara...bene adesso tocca a..." mi guardai intorno svegliandomidai miei pensieri. Mara? Chi era Mara? Mi guardai intorno e non poco piùdistante da me, alla mia destra notai una ragazza dal tono di pelle leggermentescuro, con degli occhi neri come i capelli. Mi guardava con curiosità mentre unsorriso che per lei poteva sembrare incoraggiante, si dipinse sulla sua faccia.Riportai lo sguardo sugli altri che guardavano me come se si aspettasseroqualcosa.
E' il tuo turno, idiota!
Mi alzai di scatto, agitata, sotto lo sguardo di persone che mi giudicavano senza conoscermi. Restai in silenzio per circa cinque secondi. "Avanti! Ti vuoi muovere?" sentii provenire dal fondo del cerchio.
Okay,calma,respira,ignora. Stronzo!
"Mh...mi chiamo Rebecca T-Thompson...sono originaria di Manhattan, Midtown. Ho 17 anni e un mese fa ho perso mia m-madre. Sono costretta a venire qui." Notai qualcuno strabuzzare gli occhi, forse qualcuno tratteneva anche il respiro...già...lo fanno tutti e dopo ti guardano con quello sguardo pieno di comprensione quando invece l'unica persona morta per loro potrebbe essere un orsacchiotto mangiato dal cane.
"Ciao Rebecca!" esclamarono in coro. Oh si, così si fa! Brave pecorelle!
"Bene Rebecca, vuoi aggiungere altro?" mi guardò Lazz neutro. Fui grata a quel ragazzo per essersi risparmiato lo sguardo che tutti mi riservavano dall'incirca un mese a questa parte.
"No grazie." risedetti sulla mia sedia velocemente, mantenendo lo sguardo basso per evitare di incrociare lo sguardo sconosciuto di qualcuno. Non che mi vergognassi, semplicemente non riuscivo a sostenere lo sguardo di uno sconosciuto, ora come ora.
finalmente il giro delle presentazioni finì e io fui libera si svignarmela alla svelta. O quasi.
"Ciao!" si avvicinò la ragazza di prima..Mara? "Io sono Mara" mi sorrise.
"Oh, ciao" portai lo sguardo sulla cintura della mia borsa.
"Mi dispiace.." si fermò sospirando "dico... per tua mad-" le feci un segno con la mano di fermarsi. Odiavo quando la gente lo faceva.
STAI LEGGENDO
Questione Di Destino
FanfictionCos'è il tempo? Cosa può succedere in un lasso di tempo breve, come un minuto?Si può perdere l'autobus, si può avere una sorpresa, possiamo innamorarci di un sorriso, una discussione, una proposta, una notizia strabiliante, una separazione, insomma...