L'ultima persona che si sarebbe immaginata.

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Arrivò l'alba con la sua luce, che penetrò attraverso le tende della stanza.

La lunga figurina distesa sul letto fu costretta ad alzarsi per colpa dell'eccessiva luce.

Era sua abitudine dormire con le persiane alzate, le piaceva la luce mattutina.

Si passò una mano fra i capelli scompigliati, guardandosi intorno.

La stanza era silenziosa, le pareti erano rivestite di un bianco pallido, conteneva una piccola libreria all'angolo e quel piccolo letto.

-Buongiorno!- disse una piccola vocina aprendo di scatto la porta.

-Buongiorno Amy- aggiunse il ragazzo sorridendo -mi hai spaventato- aggiunse prima di prendere la piccola bambina in braccio.

Era una bellissima bambina. Aveva un nasino all'insù e le fossette sulle guance rosee, ma la sua vera bellezza erano i suoi grossi occhioni azzurri, l'unica cosa che aveva in comune con suo fratello Luke.

Amy era diversa dalle altre bambine, o così pensava quando vedeva i bellissimi capelli delle sue amiche.

Lei i capelli non ce li aveva.

Il cancro le aveva portato via i suoi bellissimi capelli rossi, come quelli della sua amata mamma.

Odiava la sua testa calva, passava ore allo specchio toccandosi la testa con gli occhi lucidi.

Non le piaceva essere guardata dagli altri. Essere osservata in modo strano dagli altri bambini.

Amy aveva solo sei anni e si sentiva esclusa, da tutti, ma trovava il suo rifugio preferito fra le braccia del fratello.

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Si tirò su i capelli, per l'ennesima volta sbuffando. Prese il braccio fasciato tra le mani, le duoleva ancora. Coprì la fascia, che teneva nascosta la ferita, con la manica della sua felpa.

Nessuno doveva vedere quel braccio.

Camminava per strada con le cuffie nelle orecchie e lo zaino su una spalla.

Odiava la scuola, ma se l'avesse saltata di nuovo rischiava la bocciatura.

Così decise di non rischiare.

Il grande edificio non era lontano, chiuse gli occhi sospirando, concetrandosi sulle ultime parole della canzone:

Wish you were here.

Finchè la musica per un secondo cessò.

Per sua disgrazia si sfilò le cuffie e le arrotolò di fretta appena sentì la campanella trillare.

Che suono fastidioso.

Il corridoio era pieno di ragazzi di qualsiasi sezione.

Lei faceva parte della 2^B.

Da un lato del corridoio notò le ochette della scuola; sempre intente a baciare qualche ragazzo della squadra di basket.

Le guardò con aria schifata, prima di posare lo sguardo su due ragazzi che copiavano i compiti di algebra.

Le scappò una risatina, coprendosi la bocca con la mano.

Osservava tutti e tutto, senza tralasciare un minimo dettaglio.

Lei era fatta così, le piaceva osservare le cose che la circondavano.

-Scusa!- disse preoccupata, cercando di aiutare il ragazzo che aveva appena scontrato.

Il ragazzo rise rumorosamente, la ragazza alzò lo sguardo confusa, e si ritrovo davanti l'ultima persona che si sarebbe immaginata di rivedere.

-Ancora tu!- disse, ridendo ancora.

Le guancie della ragazza si colorarono di un rosso fuoco, iniziando a ridere anche lei presa dall'imbarazzo.

-Spazio autrice-

Bleah, bleah e triplo bleah. Lo so che fa schifo, come sempre ahahaha, ma non so fare di meglio.

Comunque volevo avvisarvi che ho cambiato l'aspetto di Federica, non ha più i capelli biondi e gli occhi azzurri, ma i capelli castani e gli occhi verdi.

Saluto la mia amica @lavocediluke, la protagonista della mia storia, aw.

Mi piacerebbe se commentaste, sapere che ne pensate del capitolo, accetto critiche e suggerimenti.

Ora vado a dormire, che sto crollando.

Scusatemi se ho fatto errori, li correggerò appena posso.

Ora smetto di rompervi le palle ahahahaha, ciao!

Twitter: @inavrilsarms

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