Mi ritrovai di nuovo con il culo sopra alla sedia della presidenza; avevo lo sguardo basso e le nocche spaccate: questa volta non l'avrei passata liscia.
Udì la porta aprirsi, mi girai, sull' uscio c'era mia madre con il suo solito sguardo triste e rassegnato, ma questa volta nei suoi occhi, la maggior parte delle volte spenti, intravidi rabbia. Ero sicura, al cento per cento, che la sua rabbia non era dovuta a ciò che è successo oggi: la sua è rabbia accumulata in tutto questo tempo e che una volta arrivata a casa riverserà su di me. << Adelaide, andiamo>> feci ciò che mi ha ordinato. Mentre passavamo per i corridoi tutti gli occhi erano posati su di me, sentì alcuni ragazzi bisbigliare: la notizia della mia espulsione a quanto pare è già arrivata alle orecchie dell'intero istituto. Il ritorno a casa fu silenzioso e le mie orecchie si bearono di quel silenzio, consapevoli che tra non molto sentiranno urla e oggetti rotti. Quando chiusi la porta mi preparai alla sua eminente esplosione: << prepara la tua roba, ti trasferisci da tuo padre>>. Avrei preferito di gran lunga le urla e i mobili rotti, ma l'unica cosa che si ruppe fu il mio cuore. <<è uno scherzo?! non puoi farmi questo mamma!>> urlai << non puoi cacciarmi!>> ero preparata per affrontare di tutto, ma non questo. << Non ti sto cacciando, Adelaide>>il suo tono di voce era calmo, troppo calmo;<< lo faccio per il tuo bene, non puoi continuare a vivere così>> mi guardò dritta negli occhi << tuo padre si assicurerà che non ti accada più nulla. Lì potrai vivere serena, avere un pasto in tavola ogni giorno e soprattutto ti farai degli amici. Non vivrai più di disgrazie e finalmente potrai essere felice>>. << Mamma io non voglio andarci. Se il problema sono io ti prometto che cambierò, te lo giuro. Ma ti prego non mandarmi in quel posto, lo odio.>> supplicai << Adelaide, sai quante cose nella vita odierai e che purtroppo dovrai fare comunque? Prendi me ad esempio: sono una ragazza madre che vive di quattrini che usa per mandare avanti la vita sua e di sua figlia, di cui quest'ultima viene continuamente coinvolta in risse e utilizzata per compiere lavoracci per gente che non sanno cosa si provi a patire la fame. E' una cosa che odio, e l'unico modo per cambiare, per il bene di entrambe, è meglio che tu ti trasferisca.>> fece un sospiro << tuo padre sarà qui a momenti, vai a prepararti>> aggiunse prima di scomparire dalla mia visuale. Raggiunsi camera mia, aprì l'armadio, presi una valigia e iniziai a sistemare i miei indumenti in completo silenzio. La mia mente era vuota, non riuscivo a pensare: sembravo un robot. Giusto in tempo finì di prepararmi che udì il suono del campanello. Portai tutti i miei bagagli al piano terra, dove ad aspettarmi c'erano mia madre e mio padre<< ciao piccola>> alla vista del suo sorriso la rabbia mi investì, ma mi trattenni limitandomi ad un semplice "ciao papà". Lasciai che mi portasse le valige in macchina. Salutai mia madre e mi accomodai sui sedili posteriori della BMW nera di mio padre, << vedrai piccola, ti sentirai a casa>> disse con troppo entusiasmo, cosa che io non concepivo proprio.
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LA BESTIA
WerewolfMamma cosa succede se non dormo? fece un lieve sorriso«amore, se non fai la nanna la famigerata bestia verrà per mangiarti in un sol boccone»cercò di ricreare una voce grottesca abbinata a dei gesti che stavano a significare le gesta della bestia«M...