Selene

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Me la portò via, mi portò via tutto, il mio tutto, spero solo che ora lei sia in un posto migliore e che abbia smesso di soffrire.

Vent'anni anni fa, è nata venti anni fa, esattamente il 27 maggio.
Era bellissima, aveva i miei stessi occhi, le mie stesse labbra lo stesso colore dei miei capelli, poi aveva lo stesso nasino di sua madre ed era bellissima come sua madre.
Ma quella donna è andata a mancare per un emorragia interna, Dio mi aveva tolto la donna che amavo e me ne aveva data un'altra da amare di più.

Purtroppo questo l'ho capito troppo tardi, Selene, questo era il suo nome, la mia piccola Selene, mi dispiace per le botte che ti davo, per gli insulti e per averti ignorato per un tempo così lungo, per
averti odiata per avermi tolto tua madre, mi dispiace così tanto.

Dicono che non capisci l'immensità di quanto sia importante quella persona per te, fino a che non la perdi, ed è dannatamente vero, mi manca e in ogni posto in cui vada, lei mi è sempre in testa.

Mi ricordo di quando tornavi a casa da scuola e mi imploravi mentre piangevi, urlavi, ti dimenavi, mi pregavi di smettere ma io continuavo più forte a picchiarti più forte, però tu hai continuato a sorridermi, a cercarmi quando prendevi bei voti o quando venivi in camera mia di notte a rimboccarmi le coperte con il bacio della buonanotte, io ti trattavo male e tu mi amavi.

Pregavo ogni giorno perché Dio mi ridasse indietro tua madre, ma non lo fece mai, ho pianto, ho sempre pianto e tu sei sempre stata lì e ogni volta ti prendevo, ti sbattevo contro il muro e cominciavo a picchiarti, io, tuo padre, che dovevo solo insegnarti ad amare, a vivere e a proteggerti dal male del mondo, ti stavo distruggendo e mi incazzavo sempre di più quando mi venivi a dire "domani mi svegli con un bacino?" perché lo facevo solo con tua madre, me lo chiedeva anche lei ed erano esclusivamente solo per lei i baci del buongiorno.

Poi cominciai ad uscire, ad uscire di casa con te, andavamo al parco e incontrasti lui, Luca, mi parlavi sempre di lui e del fatto che un giorno vi sareste sposati, poi andavamo ai fast food prendendo sempre il gelato, non desideravi altro, non pretendevi grandi cose, come delle bambole o nuovi giochi, ti bastava solo stare con me.

Un giorno ti chiesi perché non mi odiavi, perché mi amavi nonostante il fatto che ti trattavo male e non dimenticherò mai quel sorriso radioso di quando mi hai detto "perché tu sei il mio papà, mi hai tenuta con te nonostante i problemi che hai, abbiamo avuto, potevi abbandonarmi, ma non l'hai fatto, non sei stato il miglior papà del mondo, ma per me sei l'unico" e per la prima volta piansi, non piansi per tua madre, ma piansi perché capii quanto grande fosse l'amore che provavi per me, avevi solo 10 anni ma eri comunque la donna della mia vita.

Quando hai avuto 12 anni, organizzammo una festa, non era proprio una festa dato che eravamo solo io, te e Luca, mi raccontasti il giorno dopo che lui ti aveva dato un bacio, il tuo primo bacio, mi ero incazzato così tanto in quel momento, dovevi dare il tuo primo bacio alla persona giusta, chissà, forse ai vent'anni, ero estremamente geloso di te, però ti guardai meglio, i tuoi occhi avevano quella scintilla, quando mi parlavi di lui avevi quella piccola scintilla negli occhi che vidi negli occhi di tua madre e sorrisi, perché nonostante la tua giovane età sapevi già chi avevi intenzione di avere.

Intorno ai 14 anni, eri tornata a casa con le lacrime che ti coprivano il volto, per la prima volta hai sbattuto la porta di camera tua, ma subito dopo sei venuta da me a scusarti per la porta e a dirmi che avevi visto Luca con un'altra, stavate insieme da esattamente una settimana dopo il tuo dodicesimo compleanno ma vi eravate persi di vista dopo l'inizio delle superiori, eppure avevi comunque quella scintilla nei tuoi occhi che diventava sempre più grande anche se lo insultavi. cinque minuti dopo lui era proprio davanti casa a dirti che quella ragazza era sua cugina.
Tu hai pianto sempre di più e ti sei scusata, lui si era messo a piangere con te e da lì ho capito che eravate fatti per stare insieme, la vita poteva essere crudele e vi avrebbe separato, ma il destino vi terrà sempre connessi.

Eravate giovani, quasi dei bambini, ma vi amavate come non mai.

Mesi dopo del tuo quindicesimo compleanno scoprimmo della tua malattia, tu sorridevi comunque, ti chiesi il perché e tu mi hai risposto "Anche se non sembra, ho avuto tanto nella vita, ho avuto te e un amore che con il tempo continuerà a crescere." Piansi un'altra volta, pregai un'altra volta a Dio di non portarmi via anche te, ma l'ha fatto, ti ha strappata dalle mia braccia.
Ti chiedevo sempre come stavi e perché non eri preoccupata, potevi morire anche in quel momento e tu mi rispondesti "un uccellino mi ha detto che è come addormentarsi" piansi ancora.

"Papà, Luca ormai l'ha accettato, ha accettato che io me ne dovrò andare, ma tu no, l'ho capito subito, ma tranquillo, saluterò mamma da parte tua, non piangere, perfavore non lo fare, che non mi perdonerei se ti lascio con le lacrime e un vuoto da colmare, trovati una ragazza, un'altra donna da amare, hai tanto amore da dare, ama come mi hai amato, perdonati perché io l'ho fatto, ti ho perdonato da tempo, ma domani vorrei davvero che mi svegliassi con un bacio, me lo daresti?" mi avevi chiesto e io ti abbracciai, ti strinsi forte a me ed annuì, il giorno dopo feci come hai chiesto, entrai in camera tua di giorno, notai che avevi ancora gli occhi chiusi, quindi mi sono avvicinato piano dandoti un bacio in fronte sussurrando "svegliati, amore mio" ma non ti sei mai svegliata.

Luca, lo stesso giorno, venne da me con la stessa scintilla negli occhi mi sorrise per poi piangere, mi disse che ti amava, che ti avrebbe sempre amata, che avrebbe raccontato ai suoi figli, ai suoi nipoti del suo primo amore, che racconterà a sua moglie di quella bambina che amava le più piccole cose del mondo, io mi trattenni, non volevo piangere, te lo avevo promesso, ma lo feci, piansi tutto il giorno e Luca lo stesso.

Giorni dopo trovai una specie di lettera, la tua calligrafia.
"Vorrei che il principe azzurro mi risvegliasse con il bacio, vorrei che questo principe azzurro fosse mio padre"

Era un'amore incondizionato il nostro, ci amavamo e ci amiamo, ti amerò sempre, bambina mia, come sta la mamma? sono passati tre anni da quando ci hai lasciato, Luca non si è ancora ripreso, dovrebbe avere vent'anni e frequenta il college, certe volte lo vedo in giro, è pieno di tatuaggi, una sigaretta tra le labbra e una ragazza diversa ogni giorno, se ora saresti stata con noi, l'avresti riparato, perché sì, ormai Luca è rotto, ha accettato la tua morte, ma non ha accettato di vivere senza di te.

Io invece mi sono fatto una nuova famiglia, i primi mesi sono stato scontroso, ma c'era questa donna che nonostante la trattassi male al lavoro, mi dava sempre il buongiorno con un sorriso, abbiamo cominciato a frequentarci e la prossima estate ci sposiamo, tranquillizza tua madre e dille che nonostante ci sarà un'altra donna nella mia vita, lei sarà sempre l'unica, voi sarete sempre le uniche.

Mi dispiace se ti ho trattata male e grazie per avermi ridato la vita dopo che l'ho persa,
ti amo, bambina mia.

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