mi avvicinai a lui, se ne stava in disparte dagli altri bambini, stava semplicemente lì, come se stesse giocando a nascondino, lui si nascondeva e tu dovevi essere in grado di trovarlo.
se ne stava semplicemente lì, seduto in cima della collina a guardare il cielo che cambiava colore e il Sole che se ne stava andando."ti piacciono di tramonti?" gli chiesi
"no, sto aspettando l'alba"FLASHBACK
"É TUTTA COLPA TUA!" la madre continuava a lanciargli di tutto.
"NON PUOI FARMI QUESTO" ribatté suo marito cercando di evitare ciò che gli lanciava.
Anne e Jack erano marito e moglie, Adam invece loro figlio, i due sposi litigavano in continuazione e Adam doveva assistere a tutto questo, non aveva fratelli o sorelle quindi non aveva nessuno con cui condividere il proprio dolore, a scuola tutti lo evitavano, era stato nominato come "il bambino strano" perché non giocava con nessuno, restava in disparte da tutti gli altri, in città era "il bambino problematico" la gente era piena di pregiudizi e dato che i loro genitori erano conosciuti come la coppia che litigava sempre, anche loro figlio, per loro, era uno problematico.
Adam aveva solo sua zia Cecilia, la sorella di sua madre, gli andava a fare visita ogni weekend, lo portava al parco, fuori paese così che nessuno potesse offendere il bambino, così che qualcuno potesse giocare con lui.
però all'improvviso Jack li abbandonò e Cecilia volle l'affidamento di Adam, ma Anne non glielo permise, si allontanò sempre di più dalla sorella fino a che un giorno non sparí del tutto con il figlio.
la giovane sorella li cerco ovunque e chiese pure l'aiuto della polizia senza ottenere risultati, era letteralmente distrutta, cosa stava facendo Adam? come lo trattava sua madre? dov'erano?
tutto questo stressava la povera Cecilia che per tre mesi li cercò ovunque, per tutto il paese e i paesi vicini, ma sapeva che molto probabilmente Anne aveva lasciato il paese dato che non trovava il suo passaporto in casa sua dopo averla perlustrata tante volte, ma Adam non aveva il passaporto, era questo ciò che la preocupava.
Erano passati ormai 6 mesi dalla loro scomparsa e dopo 3 mesi di ricerche, la polizia smise pure di indagare sul caso dato che stava con sua madre, cioè la sua tutrice legale, nel frattempo la salute di Cecilia peggiorò sempre di più finché un giorno non venne a sapere di avere un cancro terminale che non le avrebbe permesso di fare nessun tipo di sforzo, ma lei era ancora determinata nel trovare il suo bambino, sì era suo, era il suo bambino Adam, non di sangue, ma non per forza una madre deve avere lo stesso sangue del suo bambino, la vera mamma è colei che lo cresce e Anne non c'è mai stato per Adam, ma lui sapeva che aveva Cecilia, ma Adam era troppo piccolo per capirlo, pensava che era sua madre tutto ciò di cui aveva bisogno, ma in realtà, lui voleva soltanto essere un bambino normale, non il bambino strano o il bambino problematico, voleva essere solo come i suoi coetanei, avere un'infanzia da ricordare.
Cecilia ormai aveva perso le speranze, stava camminando per l'ultima volta per il piccolo percorso che attraversava il parco in cui portava sempre Adam, perché il giorno dopo sarebbe stata ricoverata in ospedale dato che la sua malattia non faceva altro che peggiorare e io dottore le aveva detto che doveva essere tenuta sotto controllo.
doveva essere una normale giornata, doveva essere solo il giorno prima del ricovero eppure è stato il giorno in cui le sue speranze si sono riaccese.
il suo bambino era lì, seduto in quel ponticello che collegava il piccolo parco con il boschetto, i suoi piccoli piedi penzolanti sopra il fiumicello e le sue piccole mani che accarezzano un cucciolo di cane.
il suo bambino era lì che guardava il tramonto con i suoi vestiti ormai ridotti come straccio, i suoi occhi si spostarono finché non incontrò quelli di sua zia che erano ormai coperti da lacrime che le attraversavano il viso, Cecilia andò lentamente da lui, come se avesse paura che fosse solo un miraggio e voleva goderselo quel miraggio prima che sparisse, ma non sparí, Adam si alzò in piedi, andando contro sua zia, e finalmente si abbracciarono, ma l'affermazione che fece il piccolo fece rimanere sorpresa la donna fino a che non scoppiò del tutto in lacrime: "zia, non posso andare con te, la mamma mi ha detto che sarebbe tornata a prendermi al sorgere dell'alba"PRESENTE
"poi cosa successe?" mi chiese curiosa mia nipote.
"Adam decise di andare comunque con sua zia, aspettò altre volte l'alba, aspettò sua madre, ma non ritornó mai, ma Adam era un bambino intelligente, non si fece intimidire da nessuno e si prese la vita che si meritava: fino alla fine è stato felice e lo è ancora, si innamorò, si sposò ed ebbe una graziosa figlia e ora ne ha un'altra che sta aspettando." le sorrisi dolcemente.
"mamma, siamo a casa" urlò una voce dal corridoio, Adam era appena arrivato con sua moglie, Celine.
"papà!" Anne, sua figlia, gli saltó in braccio.
"papà, perché chiami la nonna 'mamma' se in realtà non è la tua vera mamma?" chiese la sua bambina.
Adam mi guardò, erano passati tanti anni da quell'episodio, è diventato un uomo fiero e che si fa rispettare, sono fiera di lui, lo sono sempre stata.
mi fece un piccolo sorriso che io ricambiai subito.
"piccola mia, ricordati che non sempre la vera mamma è colei che ha il tuo stesso sangue, ma è colei che ti ha cresciuto."