Una famiglia tranquilla, ordinaria. Stanno bevendo un tè tutti insieme.
La mattina a scuola tutto normale come sempre. No! Non è tutto come sempre. È appena arrivato nella sua scuola un ragazzo strano. Ciuffone di capelli davanti gran parte del viso, capelli color azzurro intenso.
-Che gente esiste al mondo- esclama la ragazza bionda e vanitosa. Per lei dovrebbero essere tutti come lei. Calmi, ordinari, educati. Vanitosi però no, perché lei disprezza la vanità e non riesce a vedere ciò nella sua persona. Non si rende conto di essere lei medesima una gran vanitosa. Non sopporta le risate sguaiate delle altre ragazze, le quali alcune volte ridono grugnendo peggio di un maiale. Odia le rosse, che brutto colore di capelli! Tutte dovrebbero avere il suo stesso perfetto colore di capelli. Che brutte le persone basse! Lei ha un'altezza perfetta. Che giraffe quelle persone eccessivamente alte! Arrivano quasi al tetto e non passano bene neanche attraverso le comuni porte.
Torna a casa poi, dalla sua famiglia perfetta...quasi perfetta. C'è solo sua sorella più piccola che è il difetto della famiglia. Bionda anche lei sì, ma un biondo brutto, tipo cenere o grigio persino. Sua sorella non è perfetta come lei. È troppo alta, una vera e propria giraffa, è bruttina in viso e quando ride sembra proprio un suino! E sua madre poi...anche lei non è così perfetta in realtà, capelli nero corvino e carnagione un po' scura. D'altronde nessuno può essere perfetto come lei. E suo padre... suo padre è quasi perfetto ha un solo difetto...è troppo severo e non gli permette di divertirsi abbastanza. Lei così perfetta dovrebbe già essere fidanzata...e invece per colpa di suo padre che non le permette di uscire la sera ma al massimo nel pomeriggio, non ha abbastanza tempo per coltivare una relazione.
-Che strazio!
-Perché non sono tutti così perfetti come me!?
Venne sera e stavano cenando tutti insieme. Si stava cingendo a cenare anche lei, quando sentì qualcosa strisciarle tra i piedi. Si mise ad urlare a squarcia gola.
-Cos'hai Vanessa? - chiesero i genitori. Lei scattò in piedi e rincorse sua sorella con uno dei cucchiai d'acciaio che c'erano sulla tavola imbandita.
Corsero per tutta la casa, lei riuscì ad afferrare sua sorella per i capelli e le diede colpi di cucchiaio sulle braccia.
– Non farlo mai più – le urlò contro, riferendosi al topo che di proposito le aveva messo vicino ai piedi. Ma i suoi genitori si arrabbiarono molto con lei, con tutt'e due, ma soprattutto con lei perché era la più grande e non aveva mostrato padronanza.
In punizione ognuna nelle proprie stanze a digiuno.
-Non è affatto giusto mettere in punizione anche me, è stata lei a cominciare per prima. Quella brutta giraffa.
-E quel cretino con il ciuffo blu a scuola, che brutto!
-E tutte quelle ragazze che si tingono i capelli rossi o che ci nascono, che brutte.
-E tutte quelle ragazze con i capelli castani, che banali!
-E tutte quelle persone più basse di me, bah.
-E tutte quelle giraffe alte più di uno e novanta.
-E tutte quelle ragazze con quelle risate così sguaiate.
-Il mondo è brutto perché è vario dovrebbero dire.
-Non sopporto tutta questa diversità tra me e il resto del mondo. Io sono nata così perfetta in un mondo di inetti. E quel mio padre che di sera non mi permette mai di uscire. E io così perfetta per colpa sua non ho ancora un fidanzato.
Insomma la nostra Vanessa stava sì meditando, ma non nel modo in cui i suoi genitori si aspettavano da lei. Al contrario i suoi pensieri prendevano una piega così contorta che ogni giorno era sempre più difficile indirizzarla verso un modo di pensare e di agire più equilibrato.
Sopraffatta dai suoi pensieri vorticosi si addormentò.
Arrivò il mattino seguente e fu svegliata dalla sua solita sveglia alle sette in punto per prepararsi per andare a scuola. Era ancora in un profondo sonno e riuscì ad aprire un solo occhio, e vide tutto grigio, ma non gli diede importanza visto che era ancora molto assonnata. Cinque minuti ancora e la sveglia suonò di nuovo, questa volta aprì tutt'e due gli occhi ma continuò a vedere tutto grigio. Non capì nulla e si strizzò gli occhi pensando che stesse ancora sognando, ma ben presto si rese conto che non era così e fu assalita da una paura che le impedì per diversi minuti di muoversi, era come di marmo. Era ancora a letto e si guardò attentamente attorno, poggiò un piede al pavimento e lo sentiva al tatto, quindi dedusse che era tutto normale come sempre, soltanto che era diventato tutto grigio. In realtà dopo diversi minuti dedusse che le era successo qualcosa alla vista mentre dormiva. Ma ben presto si rese conto che le cose non stavano esattamente in questo modo. Andò in bagno e si accorse che tutte le cose avevano non solo lo stesso colore, grigio, ma anche la stessa forma quadrata, e a pensarci bene anche nella sua stanza ogni cosa era diventata quadrata, ma il vero shock fu quando si guardò allo specchio, urlò. Era come se avesse visto un mostro. Un mostro dal viso e la corporatura quadrata, i capelli sembravano tipo spaghetti, ma non si capiva, tutto grigio.
Superato lo shock iniziale aprì il rubinetto per lavarsi, l'acqua era più consistente e grigia. Si lavò comunque perché lei così perfetta non poteva puzzare, anche se adesso era diventata praticamente un mostro. Bussò alla porta della stanza di sua sorella, era socchiusa, il corridoio e le altre stanze che aveva appena percorso sembravano essere tutte uguali, quadrate e grigie, adesso eccola lì davanti la porta di sua sorella, era socchiusa, sbirciò dentro, lei ancora dormiva, un mostro quadrato e grigio e della stessa altezza sua.
-Ma come è possibile? – si chiedeva. Le sue riflessioni furono smorzate da un urlo agghiacciante proveniente dal piano di sotto, una voce a lei estranea e pensava che forse fosse stato qualcuno di fuori, magari uno dei suoi vicini. Scese le scale e vide sua madre (forse) allo specchio totalmente sconvolta. Un mostro quadrato e grigio anche lei in una casa quadrata e grigia. Si affacciò alla finestra e anche il panorama esterno era grigio e grosso modo quadrato.
Comunque dopo che tutta la famiglia si riprese dallo shock iniziale, non sapendo cosa pensare e se non si trattasse di un sogno, proseguirono la loro giornata come di abitudine.
Vanessa andò a scuola come sempre. Anche sua sorella, mentre suo padre andò a lavorare e la madre casalinga rimase a casa a pulire, anche se a malapena riusciva a distinguere la polvere da tutto il resto.
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Il mondo a modo mio
FantasyUna ragazza che pensa che tutti debbano essere come lei presto scoprirà grazie ad un sogno che la diversità e l'individualità delle persone va accettata ed amata.