Justin si precipitò alla porta infuriato parlò a qualcuno e poi tornò dentro. Io mi inginocchiai e appoggiandomi alla sedia e alla scrivania e mi alzai.
Non riuscivo a stare in piedi perché mi girava la testa e ancora sentivo rimbombarmi nelle orecchie lo schiocco della frusta. Mi toccai il collo e sussultai, mi bruciava da morire, riuscivo a sentire un solco profondo.
Justin mi stava ignorando e guardava la porta con aria autoritaria, stava spettando Mike, credo.
Dopo circa 5 minuti che Justin stava fermo e io mi mordevo il labbro per trattenere le lacrime e non urlare per il dolore qualcuno entrò dalla porta. Alzai lo sguardo, era Mike. Aveva paura e guardava in basso per evitare lo sguardo di Justin.
-c'è qualcosa che vorresti dirmi?
Disse duro il capo.
Mike scosse la testa poi alzò il viso e mi guardò in faccia, non riuscii a sostenere il suo sguardo accusatorio e spostai il mio verso la parete.
-sicuro?
Mike lo guardò supplicando poi Justin si precipitò verso di lui e lo spinse a terra.
-perché l'hai fatto?
Mi indicò.
-mi dispiace, non lo farò mai più.
-certo che non lo farai disse freddo lui.
Non l'avevo mai visto così infuriato, mi faceva paura già normale immagina in questo stato. Si abbassò e tirò fuori dalle sue scarpe da ginnastica alte un coltellino.
Chi teneva un coltello nelle scarpe?
Solo una persona che aveva paura di poter essere aggredita o una che poteva incorrere in pericoli molto spesso.
-non lo farò mai più, ti prego non mi fare male. Ti prego.
Mike cominciò a piangere, mi ricordò Fred, anche lui aveva inziato a piangere perdendo la sua dignità qualce tempo prima. non volevo che Justin uccidesse un'altra persona ancora, era già abbastanza aver assistito al massacro di Alice e Fred.
-mi dispiace.
Justin sorrise, anche se per un secondo sembrava davvero divertito di fargli male e soffrire, conoscevo quel l'espressione era la stessa che mi aveva rivolto Mike prima, era vendetta.
-sai che giorno è oggi vero?
Era stato Mike a parlare.
Justin lo ignorò e avvicinò il coltello al suo torace.
-era il suo compleanno, so che ci tenevi a lei quanto lei teneva a te.
Justin rimase fermo poi aggiunse ancora più infastidito.
-cosa c'entra questo?
-sei pentito di averla uccisa e te la vuoi prendere con qualcuno.
Justin non si mosse e non disse niente.
Justin pentito di aver ucciso qualcuno? Non credo.
-per questo l'hai convocata da te, vero? Volevi distrarti dal fatto che avevi ucciso Alice.
Justin sembrava incapace di muoversi o dire niente.
-no, non è vero, perché proprio me? Perché proprio con me si sarebbe riuscito a distrarre?
Dissi diffidente.
Justin gli avvicinò il coltello al collo e Mike che era sul punto di rispondermi si bloccò poi sussurrò: