3 CAPITOLO

47 2 0
                                    

Erano passate ore che Rose non sentiva i genitori. Nessuna chiamata. Non gli dava fastidio che non l’avessero chiamata. –" Non gli importa niente di me, non mi hanno neanche chiamato." -" Forse aspettano solo una tua chiamata". –" Dovrei chiamarli io? Non ci penso proprio!" -" Si, fallo amore!" Gli scocciava chiamare i genitori, ma lo fece perché gliel’aveva detto lui e poi non voleva sembrare una bimba capricciosa. Prese in mano il cellulare e compose il numero. Suonava, suonava. –" Mamma?" -" Finalmente ti fai sentire, tutto apposto?" -" Si mamma e tu?" -" Si. Quando torni?" -"Fra poco, ora andiamo a fare un giro al centro." -" Va bene stai attenta." Non la salutò nemmeno e chiuse la telefonata, faceva sempre cosi. –" Ecco vedi l’ho chiamata." -" Brava. Almeno non si preoccupava. Ma tanto quando stai con me nessuno si deve preoccupare." Lei fece una smorfia e una piccola risata per fargli capire che la mamma di lei non si preoccupava mai. Però ci penso un po’ a quello che aveva detto Miguel ed era rimasta senza parole. Finalmente si sentiva amata, libera di ogni cosa, era protetta, ma la cosa più bella era felice. Quante bugie che continuava a dire alla mamma per nascondere questo amore, non era un giro in centro con Joy, ma una colazione con il suo ragazzo. Usciti di casa andarono al "Pianeta Caffè". Un caffè, un cornetto caldo e poi via di nuovo in macchina. Lui lavorava allo studio del padre e si era presa una mattinata libera. Il padre si sarebbe infuriato tantissimo se sapeva che lui stava con una ragazzina di 14 anni. Ma lui non avrebbe mai parlato al padre, per ora volevo nascondere tutto. Rose, però osservava il suo comportamento dal momento che era sceso dalla macchina fino all’uscita del bar. Sembrava che era uscito con un’amica, gli dava poca confidenza e se lei cercava di dargli un bacio di fronte a delle persone lui si girava. Forse si vergognava, ma lui non era di questo tipo. –" Dimmi qualcosa, amore!" -" Niente amore, non so cosa dirti." -" Ah, va bene." Ora aveva le idee ancora più chiare. All’improvviso niente più sorrisi, risate, come se in una giornata bellissima poi all’improvviso arrivano le nuvole. –" Stai pensando alla mia età?" -" Cosa? No no." -" Mi sembra di si! Dai dimmi la verità!" -" Si penso a noi, che siamo diversi! Sto bene con te e proprio per questo voglio stare con te anche se hai 14 anni. Ti prego amore, non capire male." Non voleva rispondere a quelle parole fredde e gelide, anzi non avrebbe mai pensato che sarebbero uscite dalla bocca della persona che si fidava di più. Era rivolta verso il finestrino. Credeva che forse dopo non avrebbe avuto più al suo fianco il ragazzo che amava tanto. Lui la stava guardando ma non disse niente, perché stava aspettando che lei gli diceva qualcosa. –"Vuoi stare ancora con me, oppure dopo tutto vuoi scappare via. Ti vergogni di me? Della mia età? Ho solo 15 anni, non è colpa mia se tu mi hai fatto innamorare1" -" Ehi amore, ti calmi? Io voglio stare con te e non ho nessuna intenzione di lasciarti, poi già ne abbiamo parlato e io non mi vergogno di te!" -" Allora perché giriamo sempre in macchina e non passeggiamo tra la gente?" -" Vuoi questo? Tutto questo ti renderebbe felice?" -" Si, è una cosa scema ma mi renderebbe felice." Parcheggiò e la invitò a scendere dalla macchina. Rose si mise subito a ridere e lo abbracciò forte. Era felice di quello che aveva fatto, anche se però Rose pensò di essersi comportata come una bambina. Lui gli diede un bacio e la strinse ancora più forte di prima. " E’ una sensazione bellissima abbracciarla, è cosi piccola ma è donna della mia vita!" pensò Miguel. –" Vedi che non mi vergogno?" -" L’ ho fatto apposta amore!" -" Tu sei pazza." 12:40 si era fatto molto tardi, dovevano tornare a casa. Era in macchina e alla radio c’era una canzone che a Rose le piaceva molto, si rispecchiava in questa canzone. Cantava a squarcia gola e Miguel rideva per quella sua allegria. Rose prese la sua mano e la strinse forte proprio nel punto in cui la canzone disse:" stringe più forte che puoi le mie mani e ti prego non lasciarle mai." Sapeva bene che lui la voleva tanto anche se non gli aveva detto di essere innamorato. L’aveva capito la sera precedente dai sui occhi. –" Amore, grazie di tutto." -" E di cosa? E’ sempre bello stare con te!" -" Ciao amore, ti…." -" Ti amo anche io amore." Ecco gli aveva detto "ti amo", che felicità nel cuore di Rose. L’aveva sentito dire da una persona vera, da una persona innamorata davvero. Entrò in casa, dall’ingresso gridò un ciao e poi andò nella sia stanza, era felicissima volva mandargli un messaggio ma non voleva essere pesante, oppure sembrare una rombi scatole. Voleva chiamare le sue amiche, se così possiamo definirle,per dirgli tutto. Ma chiamò solo a Joy. –" Joy, ciao! Ti devo raccontare una cosa stupenda." -" Ciao Rose, dimmi!" -" Ieri sera ho fatto l’amore con Miguel, è stato stupendo, emozionante, è piaciuto ad entrambi. Dopo quello che è successo ieri sono ancora più innamorata di prima. –" Rose davvero? Sono felice e dimmi lui ti diceva qualcosa?" -" Si, mi ha detto che voleva dormire con me questa notte e che voleva stare con me tutta la vita! Joy guarda, è davvero innamorata e poi mi ha detto ti amo!" -" Ti amo? E poi avete dormito insieme?" -" Si, proprio ti amo. Certo, abbiamo dormito insieme." Chiuse la chiamata perché voleva pensare a ogni istante passato con Miguel dalle 7:30 fino le 12:40. Non avrebbe mai immaginato che qualcuno si sarebbe innamorata di lei. 

Occhi CastaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora