1. Jamais vu - Jimin

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Non avrei mai dovuto incrociare il suo sguardo. Non me ne sono mai reso conto: ho cresciuto un fiore che non potrà sbocciare, in un sogno che non potrà mai realizzarsi.

Era un giorno gelido d'inverno quella notte, tutti e sette eravamo sul palco e brillavamo come non mai.

flashback

Siamo tutti e sette in posizione e pronti per cantare go go, mentre gli ARMY sentendo il ritmo di base urlano felici:
"Kim Namjoon"

È il giorno più bello della mia vita.

"Kim Seokjin"

Amo quando il fandom urla i nostri nomi.

"Min Yoongi"

Con gli ARMY siamo più forti, siamo più uniti, siamo una famiglia al completo.

"Jung Hoseok"

Siamo invincibili.

"Park Jimin"

Sentendo il mio nome mi emoziono e sorridendo guardo più fans che posso, molti hanno i lightsticks che muovono a destra e sinistra.

"Kim Taehyung"

I riflettori puntano su di noi. Sono soddisfatto dei nostri traguardi.

"Jeon Jungkook"

Sono soddisfatto di noi.

"BTS!!!"

Al sentire gridare il nome del nostro gruppo inizio ad avvertire le lacrime che scendono calde sulle mie guance. Continuo a guardare i nostri ARMY, il nostro bellissimo esercito.

Mentre cantiamo e balliamo gocce di sudore scendono dal mio viso fino a toccare il collo, non sento più freddo rispetto a prima.

Durante il concerto tra una canzone e l'altra facciamo gli stupidi facendo ridere gli ARMY.

Terminiamo con fake love e tutti sembrano essere entusiasti di questo concerto.

Siamo alzati sul palco e stiamo riprendendo fiato, quando improvvisamente un ricordo si fa largo nella mia mente: sette ragazzi privi di soldi che durante il loro viaggio negli stati uniti distribuiscono volantini con l'invito gratis alle loro performance in vari locali.

Andiamo tutti e sette in una sala per il fan sign e ci sediamo dietro i tavoli dello stand, facendo autografi e chiaccherando un po' con i fans.

Tra il tanto trambusto delle persone udiamo delle urla improvvise, sembra che qualcuno stia avendo una disputa con il nostro staff.

«MI FACCIA PASSARE!» urla qualcuno in fondo all'ingresso che porta al fan sign.

La mia visuale è coperta da tante persone che non prestano attenzione -se non per qualche secondo- alla controversia che sta avendo luogo

Improvvisamente la mano che regge il pennarello -quello che stiamo usando per firmare- si arresta nel sentire un pianto. Mi sento come paralizzato, ma so di non poter restare qui senza far nulla così mi alzo e mi dirigo verso il luogo in cui sta avvenendo la discussione.

«Se hai perso il biglietto non posso lasciarti passare, non puoi pretendere di entrare a tuo piacimento, tanto meno urlare aspettandoti che io ubbidisca.» dice.

La ragazza ha la testa abbassata, continua a piangere. Non ho mai visto qualcuno piangere così tanto, mi si sta spezzando il cuore.

«Lei è con me.» rispondo da dietro le spalle del ragazzo che ostruisce il passaggio dalla porta.

Il ragazzo si gira e mi guarda per circa dieci secondi, dopodiché si sposta a sinistra, lasciandomi passare verso la ragazza.

Mi avvicino alla ragazza, ma lei non si muove di un passo, continuando a tenere le mani sul viso a coprirle gli occhi solcati dalle lacrime che non smettono di scendere copiosamente. Mi abbasso verso il suo volto e le sorrido.

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