Mentre ascoltiamo la musica ci passiamo la canna ogni 5 tiri e per un attimo Giorgio mi fa dimenticare tutto il macello che mi viene dietro ormai da anni, gioca con il freno e l'acceleratore, sorpassa, mi fa salire l'adrenalina e ridiamo. Quando arriviamo al capolinea e spenge la macchina ci guardiamo e scoppiamo a ridere. Ci giriamo verso la strada e vediamo Carlotta nella sua macchina affiancata accanto a noi che ci guarda dubbiosa. Noi la guardiamo, poi ci guardiamo io e Giorgio e riscoppiamo a ridere. Carlotta si arrende e va a cercare parcheggio. Noi prendiamo la "spesa" e il tutto per altre canne e ci dirigiamo verso l'entrata del parco degli acquedotti aspettando Carlotta.
Appena arriva saluta Giorgio, poi da un bacio sulla guancia a me sorridendomi e io, ovviamente, ricambio.
Entriamo, cerchiamo un albero con un po' d'ombra e stendiamo gli asciugamani, io giro tre canne e gli altri due cazzareggiano. Giorgio mi vede pensierosa perciò appena accendiamo le canne inizia subito a parlare.
Giorgio:"Nana che hai fatto? Cos'è successo adesso?"
Io:"Niente, i soliti pensieri"
E Carlotta, senza aprire bocca, mi guarda dubbiosa e preoccupata.
Giorgio:"Nana, lo so che non ti vuoi far vedere debole da nessuno, ma con noi ci puoi parlare. Sei entrata dentro le nostre vite solamente ieri pomeriggio e già ci siamo affezionati tutti a te, soprattutto qualcuno in particolare" conclude con un segno che indica lui e Carlotta.
Io:"È complicato da spiegare, è come se avessi un uragano dentro e non saprei come farlo uscire, mi sfogo con la musica e con questa merda ma non cambia granché. Resto sempre debole. Vi giuro che adesso, in questo momento, se mi capitasse qualcuno anche solo che mi fa uno sguardo storto mi alzerei e farei in modo che neanche la madre lo riconosce. Ho solo tanta, troppa rabbia repressa e non so neanche più come faccio a trattenerla. Poi con Davide non so come possa andare, non so come io posso comportarmi, non perché ho paura o cose del genere, ma perché non so neanche chi sono io e sono più che certa di non amarmi, quindi non riesco neanche a capire come faccia lui a farlo o come io potrei amare lui. Ho solo tanta confusione in testa e un peso sullo stomaco che sta iniziando ad essere ingestibile." Prendo la birra e la stappo, con un sorso ne bevo più di metà e riaccendo la canna.
Giorgio e Carlotta si guardano e stappano le loro birre, Carlotta continua a guardarmi e basta mentre Giorgio risponde alla mia richiesta d'aiuto sottintesa.
Giorgio:"Si vede, si vede che sei incazzata con il mondo intero e che non sai neanche cosa vuoi, io se stessi al tuo posto probabilmente mi sarei ucciso da un bel pezzo, ma posso sapere questa rabbia e questo rancore a cosa cazzo sono dovuti? Ci deve essere un inizio"
Io:"Un inizio vero e proprio risale a quando avevo 9 mesi quindi esattamente non me lo ricordo, so solo che la mia prima parola è stata 'mamma' perché mio padre la stava menando davanti a me. Se vuoi però ti racconto una delle ultime"
Giorgio:"Dio santo, dai racconta"Flashback
Mamma:"Mi hai rotto il cazzo che davanti a loro bestemmi e urli soltanto, non devono crescere come sei cresciuto tu"
Papà:"Ah no? Perché come sono cresciuto io?"
Mamma:"Con l'odio verso tuo padre, vuoi che i tuoi figli ti odiano? Prego, continua pure"
Papà:"Tu mi hai rotto il cazzo, esci quando ti pare, rientri quando ti pare, ti vesti col culo di fuori, non mi fai vedere il telefono, che madre di merda che avete"
Questa frase mi arriva dritta al cervello e mi fa da input che però riesco a frenare, senza rispondere continuo a rimanere in silenzio e osservo tutta la scena, i loro movimenti, il loro tono di voce, riesco a captare ogni singolo dettaglio.
Mamma:"Se hanno una madre di merda pensa che padre che hanno"
Papà:"Zitta che sei solo una zoccola, va dai tuoi amici papponi"
Io:"Basta!" Tuono, cercando di restare con la mente lucida.
Papà:"Che c'è? Non sei d'accordo? Tanto li conosci anche tu tutti i suoi amici no?"
Io:"Sta' zitto." Ringhio a denti stretti.
Papà:"Porta rispetto per chi ti ha dato la vita"
Io:"E anche per chi non me l'ha fatta mai vivere tranquilla la dovrei portare?" Lo sfido, guardandolo negli occhi.
Prende mia madre per i capelli e le spinge la testa sul tavolo.
Papà:"Vedi cosa le hai insegnato a questa stronza?" Chiede stringendo forte i capelli al punto che inizio a sentire mia madre mugolare.
Io:"Gaia prendi nala e portala al parco con Niki"
Gaia obbedisce subito mentre vedo mia madre sofferente che continua a mugolare sempre più forte aspettando che loro escono in modo che posso reagire. Lo fulmino facendogli capire che deve aspettare che loro escono.
Io:"Rifalla mugolare un'altra volta e ti giuro che stasera qualcuno si fa male."
Papà:"E tu pensi di far male a me?" Mi chiede sfidandomi
Io:"Penso di farti più male di quello che puoi immaginarti"
Papà:"Senti, senti come si comporta questa zoccoletta, tu non avresti mai risposto così a tuo padre"
Io:"Non nominare mio nonno che tu non centri un cazzo con lui" mi inizio ad alterare seriamente, iniziando a sentire il sangue che mi arriva dritto al cervello e l'adrenalina che inizia a fare su e giù nel corpo, avvisandomi che sono incazzata nera e che potrei anche ucciderlo stanotte.
Mamma:"Giulia stai calma, per favore."
Io:"Lasciala."
Papà:"Senno che mi fai?"
Io:"Niente, che dovrei farti?"
Papà:"Non mi dovresti fare male?"
Io:"Dovrei secondo te?"
Mamma:"Giulia, per favore" mugola
Papà:"Zitta zoccola" le alza la testa e gliela fa battere sul tavolo di nuovo, più forte di prima, vedo che inizia a sanguinare. Mi alzo di scatto e in un secondo sto attaccata a lui, gli do una botta sul braccio in modo da lasciare mia madre libera, lo prendo dal collo e lo tiro in modo da allontanarlo da mamma e farlo sbattere alla porta.
Io:"Lo vedi che sei un poro coglione? Guarda come mi hai ridotto stronzo."
Papà:"Brutta stronza come cazzo ti azzardi, io t'ammazzo."
Mi tira un cazzotto e mi prende sulla parte destra della faccia, ma non sento dolore grazie all'adrenalina che mi scorre nelle vene, di rimando glielo tiro io, gli giro intorno andandogli dietro e cingendogli tutto il collo con un braccio stringendolo, spingo il mio piede dietro al suo ginocchio in modo da abbassarlo in ginocchio ma appena lo faccio lui mi prende il piede e mi butta con la schiena per terra, mi tira cazzotti in faccia e sulle costole, io glieli tiro di rimando ma lui non si ferma, gliene do uno sotto al mento per levarmelo da sopra e mia madre mi libera dalla sua presa e lo tira indietro. Mi allontano andando dall'altra parte del salone per riprendere un attimo fiato ed inizio a sentire dolore del cazzotto in faccia e respiro faticosamente per via delle costole doloranti. Mia madre vedendomi in difficoltà si avvicina a me e poco prima che arriva, lui mi tira una bottiglia di vetro vuota e ringraziando il Signore santo sfiora mia madre e mi arriva sul mio interno coscia rimbalzando e andandosi a rompere per terra. Realizzo quello che ha appena fatto quel bastardo che dovrei chiamare padre, prendo il collo della bottiglia che è rimasto intatto e mi avvicino a lui con aria minacciosa facendo mettere mia madre dietro di me che mi urla impaurita di buttarlo per terra e di non fare questa cazzata per un coglione di merda che non ne vale la pena. Io però ho il cervello annebbiato dalla rabbia perciò non le do retta, continuo ad avvicinarmi fino a stargli attaccata e gli metto la parte tagliata sul collo in modo da tagliarlo e ringhiando gli dico a bassa voce di andarsene subito di casa.
Fine flashbackGiorgio e Carlotta restano in silenzio e nei loro occhi scruto un velo di rabbia mischiata con paura e dolore per me ed io invece ho di nuovo il cervello annebbiato dalla rabbia a tal punto che mi sdraio per terra e chiudo gli occhi cercando di calmarmi.
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Thanks Her
Fanfiction"Tu non sei come le ragazze normali ok? Come cazzo te lo spiego? Non te lo posso dire io, capisci? Lo devi capire da sola, può essere anche che mi sbaglio.." " Lò parli?" "Penso che tu sia come me, ceh intendo... Che non ti piacciono i ragazzi cosi...