VII

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Leggete lo spazio autrice perché è importante.

Edith era molto pensierosa ed indecisa sul da farsi, continuando a rigirarsi uno dei coltelli affilati di Ivar tra le mani.

Ora non era più sicura di riuscire a portare a termine il suo obbiettivo, anche se la situazione volgeva a suo favore.

Ora che Ivar aveva piena fiducia in lei , ucciderlo sarebbe stato facile, eppure c'era qualcosa che ogni volta la frenava.

Aveva giurato che, chiunque fosse stato il suo padrone e qualsiasi fosse stato il suo ruolo come schiava, avrebbe ucciso il capo della scorreria vichinga che le aveva distrutto il villaggio, al quale lei, nonostante tutto, era affezionata.

All'inizio aveva creduto che il capo fosse Ubbe, ma questi si era rivelato debole.

Aveva puntato allora in Hivitserk, ma anche questo si era rivelato assoggettato ai fratelli e senza capacità di leadership.

Quindi , anche grazie alle voci che sentiva dagli altri schiavi, il capo di una delle più grandi scorrerie vichinghe in Inghilterra, era Ivar il Senz'Ossa.

Fortuna volle che proprio lui la scelse come schiava, facilitandole, ma anche rendendolo più pericoloso, il compito di porre fine alla sua vita, vendicando così anime innocenti.

Però , ogni volta che era sul punto di fare ciò che doveva, ciò che si era prefissata di fare, nel momento della sua cattura, una morsa al petto frenava la sua mano.

Doveva smettere di essere debole, di lasciarsi prendere da quella sensazione e agire .

E in fretta.

Pochi mesi e Ivar , quindi di conseguenza anche lei con lui, sarebbe partito per Kattegat ed Edith sarebbe stata in territorio nemico e quindi senza libertà di azione.

Lo avrebbe fatto quella sera, quando lui si sarebbe coricato e addormentato.

Si, lo avrebbe fatto quella sera.


***
Edith passò per le cucine a ritirare qualcosa da mangiare per lei e Ivar, poi, preso abbastanza cibo, si diresse nella stanza di quest'ultimo.

Lo trovò sul letto , con lo sguardo rivolto verso il soffitto ,i capelli sparsi sul materasso e le labbra leggermente schiuse.

Non era mai stato bello come in quel momento e in poco tempo, la morsa familiare strinse il cuore della ragazza.

Appena Ivar percepì la presenza di Edith nella sua stanza, fece scattare lo sguardo sulla sua figura, gli occhi blu che brillavano e un sorriso aperto sul volto.

- Edith, vieni pure .- e le fece segno di avvicinarsi.

- Sono passata per le cucine a prendere qualcosa da mangiare.- disse la ragazza.

Ivar la guardó allo stesso tempo con rimprovero e divertito - A quello ci pensano i servi e vorrei ricordarti che tu non fai più parte di quella categoria..-

Edith si ravvivò la chioma cremisi - Ne sono consapevole, ma volevo farlo lo stesso.- poi , guardandolo maliziosamente riprese - Che cosa vuoi fare ora, punirmi?-

Ivar si avvicinò di soppiatto e le si accostò al viso - Io non potrei mai farti del male... e questo lo sai...- fece combaciare le loro labbra in un bacio dolce e delicato.

Edith si lasciò scappare un sospiro di piacere e si prese un momento per leggere il volto del ragazzo.

Quello che vi lesse fu solo un sentimento sincero.

|𝐹𝒾𝓇𝑒|𝐼𝓋𝒶𝓇 𝒯𝒽𝑒 𝐵𝑜𝓃𝑒𝓁𝑒𝓈𝓈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora