Sono solo le cinque di mattina quando apro gli occhi.
È presto, troppo presto, eppure non mi sento stanca.
Non sento la necessità di girarmi dall'altro lato e dormire.
Sento di aver fatto il pieno di forze, energie.
Saranno le emozioni, l'amore che mi hai dato la scorsa notte, o forse l'aria di qui.
O forse non c'entra l'essere qui: questa sensazione parte da dentro di me,
dalla bocca dello stomaco, senza avere un peso.
Andre, io questa settimana la immaginavo così:
Con la mano nei tuoi capelli.
Con la tua bocca sulla mia pancia.
Con il telefono che esiste solo per l'orario.
Solo per le lezioni.
Solo per quei momenti in cui ci diamo agli altri, e non interrompono in nessun modo la nostra connessione.
Non abbiamo bisogno di tenerci, in sala.
Ci tengono i passi.
E ci piace prenderci i nostri spazi mentre ci muoviamo da una parte e dall'altra.
Non è più "ci sembrerà di essere più liberi".
Siamo davvero più liberi adesso:
di sorriderci allo specchio, di guardarci ed essere complici.
E se certe cose restano è per proteggerle.
Se la tua mano resta sulla mia gamba, nascosta sotto il tavolo, è giusto così.
È un nascondere consapevole.
Che se qualcuno ti guarda, non hai bisogno di toglierla.
Adesso è diverso.
Fare l'amore con te in questo letto è diverso.
Sfiorarti il viso.
Guardarti negli occhi.
Baciarti.
Anche baciarti.
Io ero abituata a baciarti il mio nome prima che potesse uscirti dalla bocca.
Ero abituata a toglierti la parola.
Non ero abituata a vedermi sul tuo petto.
Non ero abituata a baciarti il mio nome anche lì.
Quella V. la sto imparando ad amare.
A quella V., al contrario della tua bocca, non posso e non voglio sottrarre niente,
se non qualche battito.-
Eccomi qui, un altro mini pezzo.
Due giorni consecutivi in cui pubblico.
Non so cosa mi stia prendendo, non capisco nemmeno come escano fuori.
È la magia del WDM, credo.
E quindi escono.
Prendetele come sono, e fatemi sapere.
È sempre bello sapere anche la vostra 💕
-EMME.