Una settimana dopo, Adrien si trovava in piedi di fronte a suo padre, con gli spartiti in mano, a guardare l'innumerevole quantità di uomini e donne che facevano l'audizione. Si morse il labro fino a quando non sentì il familiare sapore ferroso del sangue. Da quel giorno in ufficio, ogni volta che aveva suonato, non si era piaciuto. Ora stava per suonare davanti alle due migliaia o giù di lì di ballerini che si erano presentati. La maggior parte dei ballerini aveva un'espressione seria, ma vide anche qualche sorriso. La sua nuova fidanzata era in piedi di fronte, i suoi perfetti capelli biondi erano raccolti in un perfetto chignon. Tutte le ragazze avevano lo chignon. Suo padre si schiarì la voce e cominciò a parlare. "Questa sala concerti sarà come la vostra nuova casa per all'incirca i prossimi mesi. È servita molta persuasione, mai proprietari ci hanno consentito di esercitarci qui, a patto che lo spettacolo venga prodotto più presto. Ciò significa che lavorerete ogni giorno, quasi tutto il giorno, diligentemente. Se non avete intenzioni serie vi suggerisco di andarvene ora." Gabriel osservò la folla ma nessuno si mosse. "Le audizioni termineranno alle quattro in punto. Se non riuscite a ballare per così tanto tempo, andatevene immediatamente. Avrete una pausa alle due, cioè quando dovrete mettere le punte. Se non vi farete notare da me, non aspettatevi una richiamata." Gabriel si sedette e batté le mani. Alcuni ballerini cominciarono a riscaldarsi.
Adrien era a dir poco scioccato. Si avvicinò al padre con cautela. "Vuoi farli ballare per cinque ore consecutive?" Gabriel distolse lo sguardo dai ballerini per rivolgersi al figlio.
"Il balletto stesso è quasi due ore, ho calcolato perfettamente. Mi servono solo ballerini che diano il loro massimo là e ne abbiano la forza. Un centinaio circa rimarrà in piedi. I deboli cadranno per primi." Gli occhi di Gabriel si rispostarono sui ballerini.
"Perché ho come la sensazione che Chloè ci riuscirà anche senza danzare per cinque ore?" Adrien digrignò i denti.
"Semplicemente perché lei è la figlia del sindaco e la tua fidanzata. Non dirmi che l'hai dimenticato" Chiese Gabriel e Adrien avrebbe voluto roteare gli occhi. "Inoltre, ha praticamente fatto l'audizione alla festa di Natale" Adrien voleva aggiungere che lei lo aveva totalmente usato, ma si morse la lingua.
"Fammi indovinare, le assegnerai il ruolo principale?" Adrien fece cadere lo sguardo per terra.
"Che ruolo assegnerò alla mia futura nuora non è affar tuo" La voce di Gabriel si abbassò e nei sui occhi c'era un'odiosa scintilla. Adrien avrebbe voluto contestare per l'ingiustizia nei confronti delle ballerine più esperte della bionda. Avrebbe voluto dire alle ballerine di andarsene ma non lo fece. "Vai a suonare qualcosa, cosicché non debbano ballare nel silenzio" DI nuovo, era una dichiarazione che valeva come ordine.
"Dunque anche io devo suonare per cinque ore?" Chiese sarcastico ma lo rimpianse quando il padre lo gelò con lo sguardo.
"Vedilo come un allenamento, Adrien. Ho bisogno che tu sia dia il massimo ma ultimamente vedo solo il peggio di te" Le fredde parole di suo padre punsero più di uno schiaffo. Adrien non ribatté e si avviò al pianoforte.
Non notò neppure una certa ballerina che dal fondo gli rivolse un triste sorriso ma continuò a riscaldarsi. Adrien si sedette e suonò. Si sentiva i crampi alle dita ed era completamente fuori tempo, ma suonò.
Alcuni ballerini si arresero trascorsa la prima ora. Le loro espressioni gli spezzavano il cuore mentre se ne andavano e sentiva la porta aprirsi e chiudersi.
Alle due, come promesso, i ballerini rimanenti ebbero una pausa fino alle due e mezza. Molti semplicemente mangiucchiarono qualcosa e parlarono tra loro. Adrien si massaggiò le mani e li guardava. I suoi occhi caddero su Chloè, alla quale un'altra ballerina faceva aria, ma una certa ballerina catturò la sua attenzione.
Si stava legando le due scarpe insieme. Aveva già legato le dita ma continuava a prepararsi. La osservava allacciarsi il nastro su per la gamba. Ogni suo movimento era grazioso e intenzionale. Si alzò lentamente cercò di trovare l'equilibrio, sembrò soddisfatta del modo in cui la scarpetta calzava. Provò con l'altra ma aggrottò le sopracciglia. Batté velocemente il lato della scarpa contro un sedile della sala. Dopo qualche forte botta riprovò di nuovo. Sembrò felice del risultato e fece un picco movimento veloce. Adrien conosceva quel processo fin troppo bene. Le scarpe dovevano calzare bene e dare il giusto supporto al ballerino, altrimenti non sarebbe riuscito ad esibirsi al meglio. Lui la guardava con sorpresa e timore mentre ballava tra le isole della sala. Nessuno la fermò, anzi, tutti la guardavano mentre lei eseguiva. Danzava al suono di silenziosi sussurri.
Il suo stile era qualcosa di mai visto da lui prima d'ora.
C'erano piccoli movimenti delle mani che si univano perfettamente con la danza classica ma anche delicati movimenti d'anca. Sembrava a proprio agio. Gli occhi di lui vagarono su suo padre che la stava osservando intensamente. Così fece l'unica cosa che gli venne in mente.
Si girò e cominciò a suonare cosicché lei potesse danzare sulle note di qualcosa.
Lei parve felice della melodia che lui stava creando e sorrise mentre ballava. Per qualche ragione lui si dimenticò di tutto tranne lei mentre la musica sgorgava da lui, qualcosa che non era successo per settimane. Le sue dita smisero di essere doloranti è il suo ritmo divenne perfetto. Sospirò soddisfatto. Questa ballerina gli aveva ridonato la musica, gli aveva ridonato il suo mondo. Ma quel mondo si incrinò e distrusse e lui lo guardò scivolare via dalle sue esauste dita quando la sua fidanzata si sedette sul suo pianoforte e gli sussurrò.
"Marinette fa l'esibizionista." Chloè la derise.
Il suo ritmo rallentò e un lento dolore salì su per le dita. Guardò la ballerina chiamata Marinette rallentare con un piccolo sforzo prima di rincontrare il suo ritmo di nuovo, aveva un'espressione seria. Lo rispecchiò.
Le sue note svanirono nel nulla e non sembrarono raggiungere le sue orecchie. La sua stessa musica scivolò tra le sue dita. Non ci poteva fare nulla.
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For you - ITA - ON HIATUS
Фанфик"Giuro che mi sembra di suonare solo per te" C'era una volta un pianista che si innamorò di una sostituta. Adrien Agreste viveva e respirava la musica del pianoforte. Era il suo rifugio e la sua casa. Era il posto dove poteva sempre andare. Questo...