Sogno 1: L'amica dai capelli rosso sangue

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Succede sempre cosi ma stavolta è diverso.

Mi sdraio.

Chiudo gli occhi.

Il buio.

La Paura.

L'angoscia.

La solitudine.

Riparo gli occhi e mi trovo in città, con un cielo bello da impazzire, sotto le stelle e la luna che illumina leggermente le strade. Il silenzio regna e tutto è cosi tranquillo, cosi stranamente tranquillo. Ma non ci faccio caso, sono troppo presa dai miei pensieri e dal godermi quel piccolo momento solo mio. Sento l'aria scompigliarmi i capelli e un brivido mi attraversa tutto il corpo.

Non sento il vociare della gente, sento solo il mio respiro un po' affannato e il fruscio delle foglie che insieme accompagnano quelle strade di città in mezzo all'oscurità della notte. Sembra quasi magico, forse anche un pò surreale ma cosi bello, cosi dannatamente bello.

Quel silenzio quasi assordante riecheggia nelle mie orecchie e non posso fare altro che abbandonarmi a me stessa assaporando ogni singola parte, perché talvolta il silenzio dice più di mille parole, può far male, può essere più pungente di un ago e più tagliente di una lama di un coltello ma può essere l'unica via di fuga, l'unica cosa che ti salva dal resto del mondo. D'un tratto però qualcosa, o meglio qualcuno, mi distoglie dai miei pensieri e dalla mia fervida immaginazione. Sento una voce gridare, cerco di sentire da dove proviene, continuo a camminare, prendo le strade più strette e più buie e man mano sento che la voce risuona sempre più forte, ricomincio a camminare prima lentamente poi sempre più veloce, inizio a correre, sento i muscoli delle gambe cedere, li sento in fiamme ma no posso fermarmi, non devo fermarmi perché devo trovare quella voce così impaurita e spaventata. Giro l'angolo della strada ed eccola li. Una ragazza dal volto a me caro era distesa al centro della strada. Ero confusa, non capivo cosa stesse succedendo, mi avvicinai lentamente e vidi ciò che non avrei mai voluto vedere; La mia migliore amica, colei che mi è stata vicina nei momenti più brutti, era li sdraiata nel mezzo della notte ricoperta di sangue, con dei piccoli ma profondi tagli su tutto il corpo: sulle gambe, sui piedi, sulla pancia, sul petto, sulle braccia, sulle mani, sulle dita, sul collo e poi di colpo vidi la sua faccia sfregiata dall'acido. I suoi capelli neri, lunghi e mossi erano ormai tinti di sangue. Il suo volto cosi impaurito, il suo cuore cosi affranto mi fecero impietrire. Misi la mia mano sulla mia guancia per asciugare quelle piccole lacrime che mi rigavano il viso, ma appena le mie dita toccarono il viso sentii una sostanza appiccicosa... Mi guardai la mano destra con cui mi ero asciugata il volto e vidi che era completamente bagnata di sangue poi guardai la mia mano sinistra, la quale teneva saldo un coltello e un ago. Capii subito che il sangue sul mio corpo non era i mio.

Ma come avevo potuto fare una cosa del genere? Lei era cosi impaurita, cosi fragile, cosi sola ed io avevo spezzato la sua vita come se niente fosse. Non potevo essere stata io, non potevo proprio, ma i fatti parlavano chiaro. La testa iniziò a girarmi, non sentii più il fruscio delle foglie, non sentii più il vento e quell'assordante ma piacevole silenzio. Non vidi più la luna e le stelle. Mi sentivo cosi in colpa e cosi stupida che l'unica cosa che volevo era rinchiudere la mia anima nel buio più totale, in un posto dove non avrei mai più fatto del male a nessuno.

Presi il coltello, girai la punta della lama sulla mia pancia e iniziai a pugnalarmi ma Il sangue non usciva e le ferite si rimarginavano subito. Non riuscivo a morire.

Chiusi gli occhi.

il buio.

La paura.

L'angoscia

La solitudine.

Riaprii gli occhi ed ecco che l'inferno ebbe di nuovo inizio.

"Walking on the nightmare"Where stories live. Discover now