Sogno 2: Non voglio dormire

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Non voglio dormire, non posso dormire perché so che appena il mio corpo toccherà il letto e i miei occhi si chiuderanno un altro incubo, un'altra battaglia contro me stessa si presenterà come ogni notte per prendersi gioco delle mie fragilità ma il sonno mi sta uccidendo e io ho bisogno di dormire.

Chiudo gli occhi pensando che forse sta notte sarà diverso, forse stanotte andrà meglio.

Li riapro e la mia piccola speranza di sognare a cui mi ero aggrappata, svanisce nel nulla.

Stavolta sono sempre io. Una ragazza bassa, capelli biondi, occhi piccoli e azzurri, con una voglia di scoprire cose nuove da far venire i brividi, timida, ma con un caratterino forte, piena di difetti e con un'autostima che arriva sotto i piedi.

Possiamo dire che un giorno inizia a sentirsi speciale o almeno un pochino, perché l'amore si sa... fa strani effetti; ed è proprio cosi... quella ragazzina, alta come uno gnomo da giardino si era innamorata, si era innamorata di un ragazzo. Un ragazzo bellissimo, un ragazzo quasi troppo per lei; Però c'era qualcosa di strano in lui, era inquieto e tormentato. Non so come spiegarlo ma mi affido alla vostra fervida immaginazione, era come se fosse nello stesso tempo sia un ragazzo che una pianta, una pianta di quelle piccole tutte nere, assetata, trascurata e rovinata, con le foglie mangiate dagli insetti, piena di difetti, di imperfezioni, di sbavature.

Ma lei era come se non ci facesse caso, come se chiudesse entrambi gli occhi per non vedere e le orecchie per non sentire.

Ogni volta che usciva oltre che gli occhi e le orecchie si copriva sia le gambe che le braccia, per coprire quei lividi che piano piano si facevano strada in tutto il corpo.

Ogni volta che lui la toccava sentiva la sua violenza sulla propria pelle.

Ogni volta che lei subiva si sentiva una stupida, una codarda ma non riusciva a lasciarlo andare.

Ogni volta che la picchiava e i lividi da neri diventavano viola e da viola diventavano gialli, lei si truccava, si metteva il vestito più bello che aveva, indossava un paio di tacchi, si tirava i capelli in una bellissima coda di cavallo e poi usciva con un sorriso sgargiante, bello come il sole che andava da un orecchio all'altro perché come dice il detto "sorridi alla vita che lei ti sorriderà" ... perché è cosi che funziona vero? Basta sorridere e far finta che tutto vada bene, basta guardare avanti e non pensare a quello che ci è successo, basta accettare il proprio destino come se non fossimo noi gli stessi creatori della nostra sorte.

Ci insegnano ad essere forti, ci insegnano ad amare e odiare ma non ci insegnano come scappare, come fuggire da situazioni più grandi di noi e poi in fin dei conti cosa ci rimane? Solo il buio e la solitudine.

Ed è per questo che lei contro ogni sua forza di volontà decise di scappare trovando una fuga all'interno della sua scuola. Riuscì a trovare un posticino tutto suo, in modo da nascondersi quando le violenze fisiche e psicologiche su di lei diventavano sempre più pesanti e difficili da gestire. Non era sola, infatti, ogni volta che fuggiva era come se ci fosse una presenza sempre vicino a lei che la proteggeva, una sorta di angelo custode; era colui che lei teneva stretto al cuore per non farselo scappare per paura che lui potesse scivolare come l'olio sulle mani.

Ogni notte fuggiva e si rintanava nel suo posto magico dove nessuno poteva ne vederla ne sentirla. Si sentiva protetta e al sicuro ma quella sensazione scomparve nel nulla perché il ragazzo, più furbo di lei, la seguì e la trovò.

La paura e l'angoscia la persuasero appena vide il suo viso. Cercò di scappare ma non ci riuscì, tentò con ogni sua forza e con le lacrime agli occhi, lo supplicava, gli disse che così lei non poteva andare avanti che non poteva più spezzare la sua anima già di come era adesso ma lui, viscido come un verme, non la ascoltò e lei fu costretta a chiamare la polizia.

Questi ultimi le dissero che doveva nascondersi nella metropolitana numero 3 di Bologna nella quale la aspettava Bruce Willis che l'avrebbe protetta come se fosse sua figlia ma tutto ciò non bastò perché il ragazzo/pianta la ritrovò ed è proprio qua che lei guardandolo dritto nei suoi occhi campì che c'era una sorta di incantesimo che l'aveva costretta ad innamorarsi di lui. Fu in quel momento che dalla pianta usci un bozzolo e dal bozzolo un verme il quale rappresentava l'anima cattiva del ragazzo. Di colpo Iniziò a vedere tutto sfocato, la testa le girava, il suo corpo diventò freddo e tremante, le sue labbra viola, il volto pallido ed ecco che mi risvegliai come ogni mattina ed è strano come certe volte i sogni possano sembrare realtà, è strano come la fragilità e la vulnerabilità di una persona escano nei momenti più bui dove la luce sembra solo un piccolo puntino lontano.

Facciamo di tutto per raggiungere la felicità ma appena ce l'abbiamo li, appena possiamo toccarla con un dito, appena sembra di uscire da quel tunnel dove tutto è freddo e buio, dove sei solo tu a riscaldarti, tempo di un soffio e tutto svanisce: ogni sforzo, ogni lotta, ogni ferita, ogni lacrima, ogni sorriso. E alla fine ti convinci che forse va bene cosi, che forse non ne vale la pena e che forse non sei all'altezza per meritarti la felicità, quel briciolo di felicità che viaggia nei cuori degli altri ma mai nel tuo.

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⏰ Last updated: Jul 26, 2018 ⏰

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"Walking on the nightmare"Where stories live. Discover now