Parte II - Saint Martin

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Erano passati quasi due anni, dal primo incontro tra Andrea e Michael.

L'uomo era ormai al corrente della vera natura del lavoro di Andrea che aveva deciso di informarlo contravvenendo a numerose regole della grande catena alberghiera.

Ora Michael era a capo della sicurezza di un grande villaggio vacanze, complici anche i rapportini che Andrea inviava alla sede.

Non si vedevano tanto spesso ma sapevano sfruttare al massimo sia i pochi momenti insieme sia l'intervallo tra di essi, ricco di telefonate, chat e messaggi.

Andrea aveva cominciato a considerare la sua vescica strumento di piacere; le piaceva trattenere la pipì e testare il suo punto di non ritorno. Spesso rendendo partecipe Michael delle sue esperienze.

Sull'ascensore che la stava portando all'ufficio delle risorse umane, Andrea ripensò all'altro ascensore, testimone del momento zero della loro liaison. Le venne voglia di toccarsi ma, per decenza, si limitò a incrociare le gambe.

Giunta al piano, attraversò il corridoio ed entrò, annunciata da una giovane segretaria, nell'ufficio delle direttore delle risorse umane.

«Andrea, prego — disse l'uomo — si accomodi. Dunque, vedo qui la sua richiesta di ferie. Una settimana, vedo. Ha già prenotato?»

«A dir la verità no»

«Le propongo uno scambio, credo, vantaggioso per entrambi. Avremmo da controllare una struttura, poco impegno, una semplice revisione ma io devo verificare alcuni dei nostri dipendenti. Io però ho ricevuto mandato di formare il direttore delle risorse umane delle strutture australiane per cui utilizzerò la suite che ho prenotato per soli due giorni. Se lei è disponibile a fare la verifica le cedo la suite per il restante tempo. Ovviamente le verrà pagata la settimana lavorativa e nulla sarà dovuto, cosa ne pensa?»

Andrea subodorava una mezza fregatura ma, in quel periodo erano davvero sotto di ispettori. Oppure ci stava provando?

No, non era possibile, l'azienda scoraggiava i rapporti tra dipendenti. In più girava la voce che fosse gay.

«Di quale struttura parliamo?» chiese Andrea. Il direttore le porse la brochure del villaggio dove lavorava Michael.

Accavallò le gambe.

«Se accetta — continuò l'uomo — provvedo a farle prenotare una stanza per i due giorni in cui occuperò la suite».

Peccato, pensò Andrea, non ci stava provando.

Si alzò dalla sedia e strinse la mano al capo accettando l'offerta.

Il villaggio vacanze era completamente integrato nella natura dell'isola e si sviluppava a partire da un corpo centrale di fronte al mare in cui vi era la parte principale dell'hotel, le aree comuni, la discoteca, l'anfiteatro per gli spettacoli, un piccolo market, e di parti periferiche con piccole casette che raggiungevano il limitare del parco naturale.

Scesa dalla navetta si diresse a fare il check in e poi subito in camera.

L'alloggio che le era stato assegnato era qualche piano sotto la suite che l'avrebbe ospitata nei giorni successivi. Grande e luminoso era composto di due stanze e dotato di terrazzo vista mare. Ripose la valigia nel vano apposito dell'armadio e ne vuotò il contenuto. Prese un accappatoio e la trousse di cortesia dalla quale estrasse la bustina contenente le protezioni intime che posò sul letto insieme all'intimo e a un vestito da cocktail in shantung turchese.

Si spogliò, rimanendo in mutande e reggiseno, attraversò il salottino e si diresse al bagno. Il contrasto percepito dai piedi nudi tra la moquette della stanza e il gres del bagno, raffreddato dall'aria condizionata, le provocò una leggera contrazione della pelvi che non contrastò lasciando che la pipì le regalasse una calda lenta carezza al suo interno cosce mentre raggiungeva la doccia a filo pavimento, giusto in tempo perché terminasse la sua corsa all'interno del box. Si appoggiò al muro si mise una mano in mezzo alle gambe deviando lateralmente il flusso della pipì e cominciò a toccarsi. Ebbe un orgasmo pisciandosi in mano.

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