Capitolo secondo

22 4 0
                                    




Quel giorno Victoria si era svegliata di buon umore. Un po' stanca, forse, ma sentiva che sarebbe stata una bella giornata tranquilla.

Victoria era sempre stata molto intelligente, ma in quanto a sesto senso... beh, il suo faceva altamente schifo.


Era scesa a buttare la spazzatura, dopo una mattinata di dolce far nulla, e passando accanto alla busta delle lettere aveva notato un pacchettino giallo. Questo l'aveva scocciata non poco, avendo immaginato che fosse uno dei soliti regalini che puntualmente i suoi genitori le inviavano, e che puntualmente lei gettava nella spazzatura; spazzatura che, appunto, aveva appena portato nel cassonetto in fondo alla via.

Qualcosa però le diceva che quello era diverso; e no, non era il sesto senso, ma il fatto che non ci fosse alcun francobollo, timbro o indirizzo. C'erano solo le parole "Agente Victoria Clarke" scritte in stampatello con un pennarello verde.

Una volta aperto il pacchetto, aveva scoperto che conteneva una semplice chiavetta nera, come ce ne sono a migliaia negli uffici. Non riusciva proprio ad immaginare cosa potesse contenere, così aveva deciso di tagliare la testa al toro e infilarla nell'apertura USB del computer, pregando Allah che non contenesse nessun virus: aveva già commesso un errore accettando i soldi dei suoi per la macchina, non voleva doversi umiliare ulteriormente chiedendone per un nuovo computer.

La chiavetta conteneva semplicemente un video, che fece partire cliccando sul tasto Play.


È buio, lo schermo è completamente nero. Trascorrono alcuni istanti in cui lo scenario non cambia, poi, improvvisamente si accende una luce; si riesce a sentire lo scatto dell'interruttore, il volume del computer è al massimo.

Ora lo schermo è dominato dal grigio, ma non un grigio uniforme, un grigio sporco composto da più sfumature malaticce, che fanno intendere che si tratta di un muro colmo di umidità. In alto a destra c'è una piccola apertura rettangolare, da cui entra della luce: è giorno.

L'obbiettivo della videocamera si sposta, abbassandosi, e il protagonista della scena viene inquadrato: è chiaramente un uomo, legato ad una sedia. I vestiti sono sporchi, stracciati, il capo dell'individuo penzoloni sul petto nasconde il volto; l'unico tratto distintivo è la zazzera di ricci neri, spenti e incrostati di sporco e sudore.

Ancora qualche istante, e l'uomo viene investito da una secchiata d'acqua; si sente il rumore scrosciante, le basse risate di alcuni uomini alle spalle della videocamera. L'uomo alza la testa di scatto, e urla, geme, strizza gli occhi e ansima tossendo e sputando acqua.

La videocamera zoomma sulla sua figura, e adesso si possono notare i graffi e i lividi sul volto sporco, il naso sanguinante. I lineamenti sono belli, ma contratti dal dolore; gli occhi si spalancano, azzurrissimi.

Lascia cadere il capo all'indietro con un sospiro sofferente; ora l'inquadratura è sul suo petto coperto da una t-shirt che un tempo doveva essere stata bianca, ma che ora era piena di macchie e deturpata dalla scritta in pennarello verde "Venitemi a prendere".

Il video termina.


-Gesù Santissimo! Ma è Matt!-

Victoria le rivolse uno sguardo storto, gli occhi lucidi per le lacrime

- Ma va'? Non l'avrei mai detto, ma ora che me lo fai notare c'è una certa somiglianza-

Scarlett le lanciò in testa un pacchetto di fazzoletti invitandola a soffiarsi il naso, ma lei non ci fece caso: era troppo impegnata a singhiozzare.

- Comunque stai brava tu, lasciami gioire in pace-

- Gioire? Ma mi pare che Victoria stia piangendo. E poi chi è questo Matt?-

Clarke&James- Agenti (Molto) SpecialiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora