chapter three

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Il lasciarmi alle spalle Harry era una parte del mio passato che avevo ormai superato o almeno così credevo.
Vederlo lí di nuovo, ieri sera ha suscitato in me vecchie sensazioni, tanto che ieri sera tornai a casa con Jacob in condizioni poco dignitose.

Adesso era mattina e mi trovavo nel mio letto, senza nessuna voglia di alzarmi, anche se sapevo che da lì a breve sarebbe successo in quanto l'ora di pranzo sarebbe giunta.

Anche stasera saremmo dovute uscire, ma l'idea di rivedere Harry non mi entusiasmava particolarmente, anche se un po' di divertimento non mi avrebbe fatto stare male.

Mi alzai e mi avvicinai alla finestra della mia camera, iniziai a osservare il tempo fuori: l'autunno stava arrivando, le foglie stavano trasformando i loro colori estivi nei colori gialli e arancioni che caratterizzavano l'autunno.

Avevo sempre amato l'autunno, ogni anno al suo arrivo decidevo di cambiare qualcosa nella mia vita, proprio come facevano le foglie: perdevano i loro bei colori estivi per cambiare, cadevano dall'albero, che con il tempo sarebbe divenuto spoglio e avrebbe dovuto aspettare mesi prima di essere di nuovo bello e colorato, come tutti lo definivano.

Ma la bellezza é soggettiva, per me la vera bellezza dell'albero é quando sta perdendo tutte le sue foglie, quando é spoglio e sembra proprio che abbia perso tutte le corazze che possedeva, che lo proteggevano e la bellezza sta lí, nel vederlo sopravvivere a tutte le insidie che gli si presentano davanti.

É per questo che ogni anno rispetto questa mia promessa, anche io in autunno sono vulnerabile, anche io mi sento spoglia di tutte le mie certezze, non ho nessuno che mi protegga e per questo mi piace fare compagnia all'albero, per sentirmi meno sola.

Sentivo la testa ancora pesante per gli effetti dell'alcol, così spostai le tende per riuscire ad aprire completamente la finestra in modo da cambiare l'aria pesante creata durante la notte.

Tolsi velocemente il pigiama e misi una semplice canotta bianca con dei leggins neri, dopotutto in casa non faceva troppo freddo.

Raccolsi da terra i vestiti che lanciai la notte scorsa e ripensai velocemente all'accaduto.

Scesi dalla macchina di Jacob barcollando. Cercai le chiavi nella mia borsa e per poco non imprecai quando le lasciai cadere in terra. Feci per abbassarmi quando Jacob arrivò al mio fianco "Lascia, ci penso io" si abbassò recuperandole.

Aprí la porta e mi aiutò ad entrare nell'appartamento. Mi persi ad osservare la bellezza del mio fidanzato e chiusi velocemente la porta con il piede.

Mi avvicinai al suo orecchio "sei bellissimo" sussurrai per poi mordergli il lobo, cinsi il suo collo con le mie braccia e iniziai a baciarlo lentamente.
Lui in risposta poggiò le mani nel mio sedere e approfondí il bacio.

Senza staccarmi dalla sua bocca mi avvicinai alla porta della mia camera, Jacob mi spinse contro di essa e mi ritrovai con la schiena poggiata contro il legno.

Il bacio stava continuando e senza indugiare feci scontrare il mio bacino contro il suo. Lui mi strinse la coscia per poi tirarmi su la gamba per avere più spazio e far aderire meglio i nostri corpi.

Emisi dei gemiti sulle sue labbra e lui fece lo stesso, poggiò la mano sulla maniglia della porta aprendola, entrammo nella mia camera senza staccare le nostre bocche.

Mi iniziò a togliere i vestiti, le nostre lingue stavano continuando una violenta danza, la mia eccitazione stava aumentando.

Solo adesso si staccò dal bacio e mi fece sdraiare nel letto, rimasi completamente nuda sotto di lui.
Feci per togliergli la camicia quando mi bloccò le mani e mi lasciò un dolce bacio nella fronte.

Chiusi gli occhi, non per godermi il bacio, ma per mantenere la calma, cosa che Jacob sembrò notare.
"Sei ubriaca Alli, vai a dormire" si alzò dalla posizione precedentemente assunta e si mise a sedere nel letto. 
"Jacob" esordii. "Non vuoi fare sesso con me?"

Stavo perdendo la pazienza, quella sera era l'unica cosa di cui avevo bisogno per non pensare agli occhi verdi che tanto temevo.

"No Alli, non voglio fare qualcosa che domani nemmeno ricorderai" sbottò.

"Okay" risposi "Vattene allora."

"All-" cercò di avvicinare la sua mano alla mia guancia, ma la scansai.

"Ho detto vattene." ripetei dura.

Mi alzai e poggiai la schiena alla testiera del letto. Presi un respiro profondo per la fitta alla testa appena provata e indicai la porta. "Quella é l'uscita."

"Allison io non capisco" rispose alzandosi e inchiodando i suoi occhi ai miei.

Un po' mi sentii in colpa ma repressi subito quella sensazione. "Non c'è niente da capire, voglio stare sola." mantenni il contatto con gli occhi "Vattene." conclusi.

Jacob abbassò la testa e si diresse verso la porta. Si fermò sul ciglio e girandosi di me sussurrò "buonanotte".
Scusami Jacob, pensai subito dopo.
Mi alzai per mettermi il pigiama e mi addormentai subito dopo.

Mi  sentii immediatamente una persona orribile e per questo presi il telefono e scrissi velocemente a Jacob scusandomi per l'accaduto.

Poggiai il telefono sul comodino e lo collegai alla cassa e feci partire un po' di musica per poi fare ordine nella mia stanza. Mi concentrai il più possibile sulle parole di ogni canzone che risuonava, non ottenendo nessun risultato.

Mi ritrovai a pensare al perchè Jess non mi avesse detto nulla riguardo al ritorno di Harry, anche se infondo sapevo che lei non fosse al corrente di tutto ciò che successe due anni prima, mi sarei comunque aspettata un accenno al suo arrivo.

Sistemai il letto, riponendo il pigiama sopra uno dei due cuscini, poi passai a riordinare la mia scrivania, aggiustai al meglio nei contenitori i vari fogli e documenti del lavoro.

Accesi velocemente il pc per controllare la casella postale dedicta all'ufficio, anche se era sabato a volte il mio capo mi inviava già i documenti che avrei dovuto iniziare a tradurre da Lunedì, sfortunatamente quel giorno non successe e dovetti dire addio al mio metodo più efficace di distrazione. Notai il cestino e mi ripromisi di doverlo svuotare.

Passai all'armadio e tirai un sospiro di sollievo notando che fosse a posto. Raccolsi i vestiti della notte scorsa e li riposi nella cesta dei panni sporchi. Questa settimana era il turno di Jess per la lavatrice e le pulizie, mentre io mi sarei dovuta occupare della spesa e dei pasti. Ormai funzionava così da quando vivevamo insieme, una settimana per uno, tranne per le proprie stanze a cui ognuna pensava.

Recuperai la busta dal cestino e mi diressi verso la cucina, diedi velocemente il buongiorno a Jess, presi una giacca dall'attaccapanni e uscii a buttare il sacchetto.

Una volta rientrata in casa mi adagiai sul divano e iniziai a fare zapping alla tv fino a che non mi fermai davanti ad una commedia, la guardai disinteressata per pochi minuti fino a che non mi sentii lo sguardo di Jess addosso.

"Cosa c'è?" chiesi senza girarmi.

"Io, ecco..." blaterò "mi stavo solo chiedendo se tu fossi arrabbiata con me..." indugiò "si, sai per Harry."

Non c'era bisogno che mi girassi per comprendere lo stato di imbarazzo in cui fosse Jess.
Da una parte mi fece sorridere, dall'altra avrei voluto urlare in faccia lo stato emotivo in cui mi trovavo in quel momento. Avrei voluto urlarle in faccia che vederlo lì mi avesse aperto di nuovo ferite che pensavo fossero ormai cicatrizzate.
La mia migliore amica, però, non si meritava tutto questo.
Colei che mi aveva sempre sostenuta nei peggiori momenti non si meritava la mia rabbia per essersi dimenticata di accennarmi della presenza di suo cugino.
La congedai tranquillamente "Jess, é tutto apposto, non preoccuparti" Un sorriso di circostanza si formò sulle mie labbra.
Il viso di Jess si illuminò e rilassò le spalle, tirando un sospiro, sintomo di un'eccessiva tensione.
"Perfetto." Mi corse incontro per abbracciarmi. "É perfetto perché lo avrei invitato a pranzo..."

Spazio Autrice
Buona sera! era troppo che non aggiornavo e mi mancava davvero tantissimo, mi scuso per il pessimo capitolo ma ho deciso di dividerlo in due, votate e commentate perfavore, mi farebbe davvero piacere!
Aurora

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 15, 2020 ⏰

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