Nemmeno quella rossastra giornata d'autunno riusciva a rallegrare la ragazza dai capelli terribilmente scomposti, la quale sbatteva ripetutamente il capo sullo sporco ed imbrattato da chissà chi finestrino di quell'autobus. Non aveva neppure voglia di continuare la sua piccola autobiografia, la quale giaceva fra le braccia di tanti libri e fin troppi compiti non svolti. Aveva deciso tempo addietro di usare quest'ultima come una specie di piccolo diario, misto ad un qualche modo per migliorarsi nel scrivere, cosa che le era sempre interessata tanto nonostante fosse consapevole di essere tutt'altro che brava. Le sue labbra chiare e stranamente sottili erano chiuse, emettevano ritmicamente respiri piú leggeri di quanto sembravano. Quella notte non era stata delle piú spettacolari che le fossero mai capitate, era riuscita a chiudere occhio solo per qualche ora, cosa molto meno che vagamente intuibile dal suo sguardo.
Era una persona curiosa, lo si poteva affermare senza troppe esitazioni. Non quel tipo di persona curiosa che viene presa di mira, né il tipo che viene amata ed ammirata da chiunque attorno a sè. Il tipo di persona che cattura il tuo sguardo per un unico attimo, lasciando un'indelebile impronta nella tua memoria, per poi filare via con la stessa tranquillità di un animaletto selvatico.
Stringeva fra le proprie mani una fotocamera di piccole dimensioni. Non era né vecchia né nuova, era solo una semplice e minuta fotocamera nera, non scadente ma neppure il massimo su mercato.
Al suo fianco, su vetro di quell'autobus appannato dagli anni, le facevano compagnia dei disegni, probabilmente realizzati con pennarelli indelebili da qualche ragazzino.Non erano rare le mattine come queste, il pensiero di cosa era appena acaduto, di ció che aveva visto, neppure le sfiorava la mente. Infondo, anche se insolito, cosa c'era di particolarmente anormale in uno scoiattolo che correva sul ciglio della strada? Di certo non era lei quella che stava inseguendo, anche se questa era l'impressione che dava. Infondo, la sua attenzione fu distolta da esso con facilità non appena un bagliore le colpí con violenza entrambi gli occhi, donandole una leggera fitta alle tempie. Probabilmente era stato solo il riflesso prodotto da qualche vetro.
Eppure probabilmente avrebbe continuato a pensare a tutto questo anche dopo essere scesa da quel mezzo, se solo si fosse resa conto di come un'orma di dubbia provenienza aveva marcato i suoi di ricordi, come lei era solita a fare con quelli altrui.Come ogni solita giornata una volta aver lasciato la classe di filosofia, Agote si rifugió per qualche attimo nella propria mentre, il suo luogo favorito in assoluto. Non era troppo difficile raggiungerlo per lei, era l'unica a conoscerne la chiave, o almeno cosí credeva. Le bastava fingere d'aver perso lo stesso autobus che l'aveva portata all'università quella mattina, avendo ormai abituato le gambe e raggiungere autonomamente la propria abitazione passando per le vie meno trafficate della città. Certo, non era difficile imbattersi in qualche drogato o ragazzino che semplicememte si era rifugiato in qualche vicolo, ma anche se ogni evento occasionale venisse convogliato, sarebbe comunque meno rumoroso del resto delle strade. E, beh, almeno a questo modo era piú sicura di non venire investita da qualche neopatentato, vecchio o ubriaco.
Oltretutto, Agote odiava quando un semplice passante attirava tanto la sua attenzione da farle rimpiangere di non aver colto l'occasione per "lo scatto perfetto". Probabilmente anche per questo evitava i quartieri piú gremiti e frequentati, e probabilmente anche per questo i suoi occhi dal vago color dell'ambra riuscirono a catturare qualcosa di inusuale che si distingueva fra l'indomita calma, qualcosa che se non fosse mai passata da quella via non avrebbe neppur lontanamente potuto scorgere. Non aveva mai sognato di ritrovarsi in eventi paranormali o chissà cosa, era di certo la persona meno adatta per ció che le era appena accaduto, non era possibile ritrovare nessuna ragione precisa sul motivo per cui proprio lei piuttosto che chiunque altro ne fosse stata protagonista. Nessun destino, nessuno lí a decidere assolutamente nulla. La donna dalla risata tanto dolce che apparve per appena una frazione di secondo dinanzi a lei era lí solo per uno stupido, strano caso. I frammentati ricordi di uno sfocato e vago passato erano lí e basta, davanti agli occhi di uno spirito che fino a quel momento aveva potuto definirsi ordinario.
Era tutto assai piú semplice di come apparisse in quel momento, come la ragione per cui la giovane scoppió in lacrime. Solo un semplice caos, e se solo quelle anime colpite da esso se ne fossero rese conto avrebbero probabilmente finito di dannarsi per chissà quanti dubbi, aggrappandosi disperatamente a tutto ció di razionale che gli rimaneva. Se solo quelle anime confuse si fossero lasciate andare al tumulto di ogni attimo, abbandonando la ragione, probabilmente sarebbero nuovamente riuscite a sorridere fino a sentire le guancie indolenzite.
STAI LEGGENDO
Fragmented Memories
FantasíaRicordo che da bambina amavo la fiaba della regina delle nevi. Lí si raccontava di come lei riuscisse a colpire anime totalmente ignare con delle scheggue, frammenti di uno specchio ormai spezzato, briciole di qualcosa che aveva cessato di esistere...