Dopo aver sentito le urla di Izumi, dentro di me si accese qualcosa.
Mi sentivo diverso, non avevo mai provato una sensazione simile.
In quel momento era come se potessi fare tutto.
"Questo non è il momento di pensare, devo agire!" Pensai.
«EHI TU!» Urlai!
L'uomo che aveva torturato le ragazze si girò e disse: «Finalmente ... finalmente mostri la tua vera natura!»
Io, senza ascoltarlo, feci uno scatto verso di lui, gli sferrai un pugno allo stomaco e lui svenii accasciandosi al suolo.
"WoW... sono così forte!?" Pensai.
Dopo quel pugno la folla si zittì, se ne andò in fretta e furia, tremante per quello che aveva visto nel Colosseo.
Dato che ero ancora in quella forma, le manette non si staccavano dal muro in cui erano conficcate, provai a tirargli un pugno, e a mia grandissima sorpresa, quest'ultimo si spaccò frantumandosi in massi, di conseguenza liberai le ragazze.
«Grazie mille Kyoya, te ne siamo molto grate, davvero.» Disse Izumi con un sorriso stampato in faccia.
Io, imbarazzato dissi: «Tranquilla ... non ho fatto nulla di che.»
«Lo credi davvero?»
«Ehm ... come dire ...»
Lei mi stoppò dicendo: «Kyoya, vuoi diventare nostro amico?»
«Se a voi farebbe piacere avermi come amico ... si!»
Sentimmo voci provenire dal Colosseo, capii subito che erano soldati mandati per catturarci, allora, di scatto presi le ragazze, feci un salto abbastanza alto da riuscire a superare le mura e finimmo fuori.