Si svegliò avendolo sognato.
Un ragazzo così, così perfetto ma così diverso quasi da volersi distinguere dalla massa a tutti i costi solo per sentire dentro di sé un'identità che nessun altro ha, così dolce, così dolce da poterti addormentare con le sue parole ma così arrogante da potergli tirare un dritto in pieno viso senza pensarci due volte e così sconosciuto, così impossibile che il ricordo lascia gusto amaro in bocca subito sostituito da una punta di ferro che fa pulsare la parte posteriore della mandibola appena sotto le orecchie.
Lo sognava spesso quel ragazzo anche se non ne aveva mai visto il viso così come il suo aspetto; sapeva solo come la faceva sentire e la sua voce che era così.. così rilassante che al solo pensiero socchiuse gli occhi ancora appesantiti dalla nottata appena trascorsa e si lasciò coccolare dalle sue dolci parole, parole che non aveva mai sentito dire, così intime e piene d'amore che avrebbero fatto arrossire qualsiasi persona e lei, a suo parere, lo faceva troppo spesso; pensandolo.
Immaginava spesso di sentire il suo profumo, dolce da far schifo ma secco da desiderarne sempre l'aroma sulla punta delle dita, quel profumo che senti ogni volta che passi in una via affollata, quel profumo che associ ad ogni cosa, quel profumo che ti ricorda ogni sguardo ed ogni bacio mancato ed è proprio quel profumo che vuoi sempre con te per poterti sentire al sicuro fino alla fine.. Fino alla fine della sua canzone preferita pensava a lui, fino alla fine dell'ultima nota che le sue dita potessero riuscire a suonare perchè doloranti e anche fino all'ultimo applauso che la platea le potesse offrire e che per qualsiasi altra persona avrebbe potuto colmare il vuoto di lui, lei proprio non ci riusciva a non pensarlo, lui era tutto anche se non era mai stato nulla.
Tornò alla sua routine quotidiana e si dovette strappare dall'incanto che quel sogno, abitualmente, le lasciava quasi fosse una bambina.
Si buttò giù dal letto e si diresse a testa bassa fino al bagno, infastidita dai capelli scomposti e dalle occhiaie troppo accentuate. Decise di indossare una cannottiera tendente all'azzurro e dei pantaloncini di jeans, i più semplici che aveva e si diresse di corsa a teatro, era il suo sbocco per la creatività e il solo per poter esprimere il vero amore che provava per lui era attraverso le corde consumate e sempre più color ruggine della sua chitarra marrone, così nuova che se avvicinavi il naso potevi ancora sentire il profumo del legno nella quale era stata intagliata.
Iniziarono le stancanti ed euforiche prove d'orchestra, la sua chitarra vibrava ad ogni tocco ed emettava un suono legato, delicato... eguagliava la voce di lui.
I giorni passarono e le prove continuarono, Amanda ne sentiva la stanchezza e non vide l'ora dell'esibizione.
Si svegliò la mattina con un'energia mai vista ed un sorriso radioso che a distanza di minuti si sarebbe tramutato in un mal di pancia accompagnato da pensieri controproducenti dalla quale non ci sarebbe stata via d'uscita fino a quando non avrebbe suonato la prima nota di quel concerto, sotto i riflettori ed accompagnata dagli applausi di amici e parenti; quello era il biglietto da visita per la più prestigiosa università di musica e tutti, tutti quelli che contavano qualcosa erano li. Non poteva farsela scappare.
Si acconciò i capelli in un raccolto spettinato che le desse un tono e lasciò ricadere sulla guancia destra un ciuffo mosso dei suoi capelli castani, mise del fondotinta anche sulle macchioline che ogni giorno aumentavano spavalde, impossessandosi del suo naso e delle sue guance.
Non si accontentava mai di se stessa e a suo parere sembrava solo una ragazza come le altre, con un po' più di insicurezza e le maglie larghe, che non si distingueva nella massa ed era, per tutti coloro che non la conoscessero, solo un piccolo frammento che completava il paesaggio mozzafiato che è la vita.
Diede uno rapido sguardo allo speccio che rifletteva la sua figura slanciata grazie ai tacchi alti ricoperta soltanto da un vestito color smeraldo che ricadeva liscio e semplice, apparte un piccolo drappeggio sul seno, fino ai piedi; anche se abitualmente vestiva più che comoda le piaceva essere 'carina'.. ma non troppo: si spettinò i capelli ancora un po'; okay pronta.
Baciò sua madre e così suo padre, diede uno spintone al suo fratellino che le saltò in braccio e andò lanciata verso il suo destino, forse già scritto.
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Another Destiny
RomanceImmaginava spesso di sentire il suo profumo, dolce da far schifo ma secco da desiderarne sempre l'aroma sulla punta delle dita.