Capitolo 3- qualcosa

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Il nuovo prof era alquanto scorbutico. Sapeva solo dire "vai a destra", "vai a sinistra" e ci urlava contro per nulla.
Stavo tranquillamente correndo quando un ragazzo mi viene addosso e cadiamo, lui sorride, io lo guardai, lui mi guardò, noi ci guardammo, voi ci guardaste, essi ci guardarono.
"Scusa se sono caduto così"
Io replicai "così come?"
"Così" disse lui
"COSÌ COME?"
"Ti ho detto così"
Allora mi alzai ma rotolai e finì addosso al professore che finì addosso alla mia compagna Susan che finì addosso a Mike che finì addosso a Salvo che finì addosso a Carlo.
Diventai rossa, non tanto per l'imbarazzo, tanto quanto per i pantaloni del prof che sfilai per sbaglio e che mi finirono in faccia.
Il prof, confuso e arrabbiato non si accorse di nulla, si alzò, e Salvo per sbaglio lo fece cadere di nuovo. Rialzandosi il povero vecchio non si accorse che un filo dei boxer di Hello Kitty rimasero impigliate nell'unghia di Salvo. Inizio a camminare, trascinandosi Salvo che urlava per il dolore, fin quando il filo finì. Un vento gelido penetrò il prof nel profondo, meglio non specificare...era il vento della sconfitta. Si girò, non fu un bel spettacolo. Mi alzai scioccata e andai dallo sconosciuto dalla testa cespugliosa, occhi profondi, denti da far paura, sembravano delle torri, maglietta color fragola, scarpe prese da Tezenis. Fu allora che emisi quelle parole fredde e distanti. "Mi hai distrutta, ma ora ci penso io...io...ti smonto come un mobile dell'ikea."
Lo stupore sul volto della gente scandalizzata, le luci che si spegnevano e accendevano, come se avessero un tic, mai fidarsi dell'Enel.
Molti scapparono per la paura, il prof stava mangiando un gelato...sempre nudo, convinto di essere diventato invisibile.
Il ragazzo mi guardò scioccato "scusami, per favore...io...io sono..."
"Non c'è bisogno che tu aggiunga altro."
Gli venne la pelle d'oca, e poi disse "saprò farmi perdonare, davvero"

"Gli venne la pelle d'oca, e poi disse "saprò farmi perdonare, davvero"

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Me ne andai...sperai profondamente di non rivederlo mai più, aveva già fatto troppo.
Tornai a casa dopo questo giorno orribile. Tutto troppo silenzioso...solo dopo mi accorsi cosa fosse successo, e speravo profondamente che ciò che visti non fosse vero.
Mia mamma era a lavoro, e fin qui tutto bene, ma una volta raggiunta la mia camera il vero problema si fece avanti.
Mio fratello...travestito da Captain America. Scese dal mio letto urlando con un coltello affilato...di plastilina.
Corsi spaventata in cucina, e vidi tanta marmellata sparsa ovunque.
"LELE COSA DIAVOLO HAI COMBINATO?" Gli urlai contro...come si era permesso? Aveva sprecato marmellata inutilmente.
Mi raggiunse con quel coltello malefico...cosa potevo fare se non combattere? Mi avventai contro di lui e lottai...solo dopo mi venne in mente un'idea geniale. Quando lui era girato e non poteva vedermi, lo presi da dietro e lo misi dentro il letto contenitore, tanto c'erano degli spazi enormi aperti da cui respirare. Lui fece una faccia imbestialita e mise successivamente il broncio. Io me ne tornai tranquillamente in camera e pensai...pensai a Carlo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 02, 2018 ⏰

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Bianca come la luna, rossa come fragolinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora