Cap. 8

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Suonai il campanello più volte, fino a che Troye non alzò lo sguardo dal telefono, parlando con Mitch non si era nemmeno accorto del mio arrivo.

<<oh ciao>> disse con un sorriso sornione sul viso, ma non era per me quel sorriso.

<<buongiorno a te mattiniere, ti vedo impegnato>>

Allungai la testa per vedere il messaggio che aveva ricevuto dal contatto salvato "Mitchy" , ma lui spense il cellulare a una velocità inaspettata.

<<sciocchino! Mostramelo subito!>> dissi indicando con il dito il telefono, questa volta tentai di non gridare, volendo evitare la rabbia della Signora Collins.

Lui esitò.

<<ti ho sempre parlato di Kit... >> Aggiunsi piano indicandolo con il dito e cercando di ricordagli che gli amici si dicevano tutto.

<<e va bene!>> disse allungandomi l'iPhone che sbloccai con il dito, la chat mi apparse subito davanti.

I miei occhi scorsero velocemente lo schermo bianco, più quelle parole mi entravano nella testa, più desideravo di non avergli mai chiesto di leggere quei messaggi.
Appena fui al culmine della sopportazione, feci uno scatto con la testa e allontanai il telefono dal mio sguardo.

<<Questo tipo è pervertito al cento per cento!>> aggiunsi coprendomi gli occhi e lanciandogli il telefono, che prese agilmente sghignazzando.

<<sei tu che lo hai voluto leggere!  E poi ha solo scritto di volermi fare un pompino, a volte sei proprio una sfigata eh>> disse facendomi rialzare lo sguardo di scatto.

Ci osservammo a lungo, nessuno dei due osò proferire parola, ma dentro di me gridavo, mi chiedevo disperatamente perché l'avesse detto, perché quella parola fosse uscita così tranquillamente dalla sua bocca.

Ero una sfigata, insomma... lo sapevo, me lo dicevano tutti, me lo sentivo dire ovunque, ma Troye?
Lui era l'unica persona dalla quale speravo di non sentirlo.

<<Troye...>> sussurrai abbassando il viso. Con tutta me stessa avrei voluto poter fare finta di niente, lasciare perdere e dimenticarmene, ma la parte più debole di me non sembrava voler sentire ragioni.

<<oddio...>> disse il mio amico mettendosi una mano sulle labbra.

<<era per scherzare... scusa, non avrei dovuto chiamarti così, soprattutto perché non ti ritengo sfigata, mi è scappato. Cavolo mi sento una merda.>> disse abbassando il viso.

Non risposi, presa dal milione di pensieri che mi affioravano alla mente, presa dall'odioso fastidio che mi dava l'accorgermi di essere così debole.

Scossi la testa e mi misi a pedalare, dietro di me Troye fece subito lo stesso e poi stette zitto quanto me.

Perché me la prendevo tanto? Era più forte di me, il dolore che una sola parola poteva portarmi... era incredibile.

Mi asciugai gli occhi dai quali senza accorgermene stavano scendendo lente della lacrime.

Non dovevo soffrire, dovevo essere forte.

Appena arrivai a scuola legai la bici e camminai verso la porta, mi voltai solo entrata incontrando gli occhi di Troye un po' più lontano, sorrise leggermente, strinsi i pugni e allargai le labbra in un sorriso, il migliore che potessi mostrargli.

Entrai in classe e presi il grembiule bianco appeso all'attaccapanni, con su scritto il mio nome: avevo lezione di chimica.
Mi sedetti al solito posto, mentre proprio nel banco dietro si trovava la mia vicina, Miranda. Stava parlando con Skylar e con Rebecca, osservai di nuovo il mio camice dopo averlo indossato, mentre loro ridevano di qualcosa a me sconosciuto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 17, 2019 ⏰

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