Our Story.

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「 𝐃𝐞𝐭𝐫𝐨𝐢𝐭 𝐁𝐞𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐇𝐮𝐦𝐚𝐧: 𝐋𝐨𝐯𝐞. 」

« Come va con Jack? »
A quella domanda mi paralizzai. Già.. Come va con Jack?
Dovevo mentire.
« Va alla grande. Come sempre, no? »
Ero una grande bugiarda. Ma non potevo dire la verità.
Certo che no, mi sarei messa nei guai.

La mia amica mi guardò, quasi incerta, infondo mi conosceva ma le feci un sorriso, cercando di risultare molto sicura di ciò che avevo appena detto.

8:00 PM.

Bene, ora di ritornare a casa. O meglio, all'inferno.
Uscii dal negozio, infilandomi la giacca di pelle nera e mi diressi verso il luogo per aspettare il solito pullman che mi avrebbe portato a casa.

In pochi minuti arrivò ed entrai nel lato riservato agli umani.
Odiavo quelle differenze.
Mi sedetti in un posto libero e il mio sguardo si posò per quei poveri androidi.
C'è ne fu uno che incrociò il mio sguardo.. Era davvero affascinante.

Continuai a guardarlo, notando come mantenesse stretto una scatola di Bellini Paints.

Ritornai in me solamente quando il pullman si fermò, segno che ero arrivata.
Mi alzai e diedi un ultima occhiata all'androide, cosa che fece anche lui, e scesi, sperando vivamente che dentro non ci fosse nessuno.

Sospirai, avvicinandomi tremolante a quella porta.
Presi le chiavi e le inserii nella serratura aprendola. Segno che non era ancora tornato.

Un sospiro di sollievo uscì dalla mia bocca ed entrai in casa, chiudendo la porta alle mie spalle.
Mi sfilai la giacca di pelle, appendendola e mi tolsi le scarpe, lasciandole all'angolo del salotto. Ero troppo stanca per poter dire o fare qualsiasi cosa.

Mi sedetti sul divano, rilassandomi, sapendo già che appena sarebbe tornato Jack, ci sarebbe stato l'inferno in quella casa.
Per fortuna che c'era Dusty, il mio cane.
Un labrador di 5 anni.
Era più grande di me.

Quando sentii la serratura aprirsi, deglutii, sapendo già cosa mi sarebbe aspettato.
Difatti, Dusty poggiò la testa sulle mie gambe ma lo incitai ad andarsene. Non volevo che lo facesse male.
E così fece.

« Ehi, piccola, ciao. »
Ubriaco, come sempre. Mi alzai non appena si avvicinò e cercai di allontanarmi.
« Sei ubriaco, Jack. Vai a farti una doc»
Non ebbi il tempo di parlare che mi arrivò uno schiaffo da parte sua.
« Non dirmi cosa devo e cosa non devo fare, puttana. »

Questa è la mia vita.
Mi chiamo Leila, ho 20 anni e vengo abusata/violentata dal mio ragazzo.

The following day.
-Punto di vista: Markus. -

« Buongiorno, Carl. »
Aprii le tende e mi avvicinai al letto di Carl, dopo aver pronunciato quelle parole.

« Oggi è una splendida giornata, con un sole forte. »

Iniziai a prendere la siringa elettronica per Carl, osservando il suo viso.
« Già, una splendida giornata da passare a letto. »

A quelle parole, mi feci scappare una piccola risata, stando per mettere la siringa nel braccio, fine a quando non fui interrotto dalla sua voce.

« Su, dai, sono abbastanza forte da potermela cavare senza medicine. »

« Carl, mi dia il braccio. »
Mi preoccupavo davvero tanto per lui, era come un padre per me. Mi aveva trattato sempre da Umano, mai come una macchina.
Anche perché io non mi sentivo tale. E ciò lo confermai quando, in quel pullman, incrociai gli occhi di quella ragazza.

Gli presi il braccio ed inserii la siringa, iniettandola.
Poi la posai e lo presi in braccio per poterlo portare in bagno.

Questa è la mia vita.
Mi chiamo Markus, sono un androide, modello:RK200, e il mio lavoro è quello di badare ad un anziano.

BONJOUR
                         O meglio dire:
BONSOIR.

Questa è una storia che non so come mi è balenata in testa. Ma Markus lo amo... DAVVERO TANTO.
E spero davvero che vi piaccia.
Al prossimo capitolo!

「 𝐃𝐞𝐭𝐫𝐨𝐢𝐭 𝐁𝐞𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐇𝐮𝐦𝐚𝐧: 𝐋𝐨𝐯𝐞. 」Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora