capitolo 1

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Leonardo

Deciso, stasera devo uscire, devo chiamare i miei vecchi amici. È da un po' che non li sento, ed ho proprio bisogno di staccare un po la spina.
Sono seduto alla scrivania del mio ufficio, da...non so più neanche quanto tempo, e sento il bisogno di prendere una boccata d'aria.
Questa nuova vita, ancora non capisco se fa per me, mi sento intrappolato nel mio completo, costretto a fingere chi non sono, certo, non mi lamento, all'età di trent'anni dirigo un'attività che mi frutta davvero tanti soldi, ma non me ne sono mai occupato prima,
già,
prima di un anno fa,
quando mio padre ha deciso di abbandonarmi scappando via, e dopo quello che ha fatto, è stato meglio così, o avrei potuto ammazzarlo con le mie mani.
Quel giorno il mio mondo crollò e con lui la mia idea di famiglia. E se quel sentimento che credevo di vedere tra i miei genitori non era amore, bhe, allora l'amore non esiste.
Ho sempre voluto un gran bene a mio padre, anche se ci scontravamo spesso.
È stato la mia ancora quando andavo alla deriva, ed la sua fuga è stato il suo ultimo mio salvataggio, il suo atto d'amore verso di me, mi ha lasciato tutte le sue quote della società, ma non basta a farmelo perdonare, si, mi ha sempre voluto bene, ma quello che ha fatto è davvero troppo.
Mi sono dato una calmata, le serate in discoteca, passate tra donne e alcol, le furiose corse in motocilcletta si sono interrotte diventando solo serate sporadiche.
Cerco di essere un uomo rispettabile, a capo di una società, in giacca e cravatta, padrone della propria vita, anche se, in realtà, mi porto dietro un peso che reggo da solo sulle mie spalle, e proprio questo fardello mi ha reso il cinico, egoista che sono. Ma stasera ho bisogno di ritrovare, finalmente, il vecchio me stesso, ho bisogno di svago e perchè no, anche di una donna, tanto non è mai stato un problema, prima di guardare me sentono il mio nome, lo collegano alla società, pensano al conto in banca e si buttano ai miei piedi, e per lo sfizio di una notte, mi sta anche bene. Si, solo una notte, perchè di una cosa sono certo, non mi legherò mai a nessuno, non mi innamorerò mai, non sono un sognatore, so per certo che l'amore non esiste.
Prendo il telefono e chiamo Luca che risponde subito "Amico mio, è inutile dire che quasi dimenticavo che suono avesse la tua voce"
"Non fare lo stronzo, sai quanto sono impegnato adesso" rispondo
"Allora dimmi, perchè il signore dai mille affari, chiama proprio me?" mi deride
"Ho proprio bisogno di una serata come ai vecchi tempi" dico sbuffando
"Non hai che da chiedere, sei in crisi d'astinenza da sesso eh? Ci vediamo alle 22:00 al solito locale" e riattacca sentendolo sorridere euforico.
Già mi sento meglio, questa serata mi farà bene.

Elena

Ecco, dopo cinque anni dinuovo a Londra. Lavorare in Italia è stato bellissimo, una esperienza stupenda, ma ora, come promesso a mio padre, torno a casa.
Lui non è mai stato contento del fatto che partissi, ma mi è servito molto, sono cresciuta tanto, ed ora devo mantenere il patto fatto con mio padre, quindi, dopo l'Italia, dovrò lavorare nella sua società, anche se non ne ho nessuna voglia, non voglio che gli altri pensino che io sia una ragazzina viziata, sempre a carico del padre, e proprio per questo che nel patto ho messo in chiaro che non sarei stata negli uffici dell'agenzia di taxi, bensì sarei stata un autista come tutti gli altri i suoi dipendenti, non voglio avere la strada spianata solo perchè sono sua figlia, da quando ho iniziato a lavorare sono sempre stata indipendente, e non cambio idea ora che ho ventisei anni.

Mentre esco dall'aereoporto noto un dipendente di mio padre con un cartello tra le mani con il mio nome, certo, come al solito, non poteva venire a prendermi mui, è sempre troppo impegnato.
Mi avvicino all'autista che noto subito, molto carino, alto, capelli biondo cenere con un taglio corto, occhi azzurro cielo e nonostante la giacca, si nota benissimo il fisico ben curato. si, molto carino. Appena gli sono avanti, gli tendo la mano e lui la stringe e subito mi saluta "Signorina Elena Franchi?" già, perchè nella società di mio padre nessuno mi conosce, neanche il suo socio.
"Si, sono io, ma ti prego, solo Elena." mi sembra normale, dato che da domani saremo colleghi, ma lui questo non lo sa, infatti al momento mi guarda con un sorriso compiaciuto sulle labbra. Molto gentilmente prende il mio bagaglio "Allora Elena, andiamo", entriamo in macchina e dopo circa cinque minuti risponde all'auricolare "Si sono Marck.....certo signore, tra circa un'ora saremo da lei". Mi guarda dallo specchietto retrovisore e subito incontra i miei occhi che lo guardano interrogativo
"Elena era suo...,cioè, era tuo padre, ha detto di portarti agli uffici"
"Oh, mm si, ok grazie" ma perchè mio padre non chiama me? Comunque questo vuol dire che oggi incontrerò il mio capo, già, perchè mio padre si occupa del ramo della società che riguarda la contabilità, mentre il suo socio organizza i viaggi dei dipendenti.

Leonardo

Stamattina ho un terribile mal di testa la serata di ieri è andata alla grande, ma devo aver bevuto troppo, per di più quel rompicoglioni del mio socio ha detto che sta per arrivare la figlia per conoscerci, dato che domani inzia a lavorare per me, e non ne sono affatto contento, non mi sono mai piaciute le figlie di papà con la puzza sotto il naso cresciute nell'agio, sono sicuro che combinerà qualche casino.

Elena

Arriviamo in agenzia e dò una sistemata ai capelli un po troppo lunghi, prendo lo specchietto dalla borsa e applico solo un po di mascara in modo da far sparire quel velo di stanchezza dai miei occhi verdi. Certo non mi aspettavo di incontrare proprio adesso il mio capo, pensavo che avrei avuto almeno il tempo di fare una doccia e vestirmi in modo adeguato, invece indosso un jeans, una maglia rosa pallido e le convers. All'improovviso la voce di Mark interrompe i miei pensieri
"Sei bellissima anche senza...trucco intendo" sussurra al mio fianco mentre mi tiene a portiera aperta, gli sorrido "Mark, se non ci fossimo appena conosciuti, direi che ci stai provando" dico fingendo di essere scioccata e lui sorridendo "Bhe, potremmo rimediare stasera a cena" ribatte ammiccando e ok, questo non me lo aspettavo! Non intendo iniziare una relazione, non ora, so che continuo a dire -non ora- da cinque anni, ma l'ultima mia esperienza è stata un disastro, e non intendo ricominciare "Mark, non penso sia il caso" e per smorzare un po la situazione proseguo "tanto da domani ci incontreremo spesso" ed entro subito nell'ufficio di mio padre lasciandolo fuori a guardarmi interrogativo.

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