capitolo 5

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Leonardo

Sono immobile sotto la doccia, mentre l'acqua cade forte sulle spalle, mi saltano in mente i suoi occhi dapprima pieni di vita, sorridenti, ma l'immagine muta ed i suoi occhi diventano spenti, tristi.
Il pensiero che qualcuno le abbia fatto del male si fa sempre più insistente dentro di me colpendomi al cuore, ma il colpo di grazia arriva dalla frustrazione di volerla continuamente toccare, accarezzare, proteggere, ma non so come fare, perché lei non me lo permetterebbe, appena mi avvicino  per tenderle la mano, lei fa mille passi indietro, chiudendosi a riccio, ed io ho già il mio bel casino che mi porto dietro, non ci si può mettere anche lei, in questo momento è come se fosse un'ossessione per me, sarà che non posso farmela, infondo io sono questo, uno stronzo arrogante, abituato alle donne tappetino che pendono dalle mie labbra, e non ad una che mi tiene testa, che prova a fare la forte...
Stamattina sono letteralmente scappato da casa sua, la voglia di sapere era tanta, come la delusione e la rabbia nel capire che non mi avrebbe detto niente, ed ho avuto paura di esplodere, avevo paura di una mia reazione istintiva, non volevo spaventarla.
Eppure sento che non è solo questo,
non può essere,
in un attimo immagini sfocate, confuse, passano veloci nella mia mente, e mi dico ad alta voce
"No, non può essere così, Elena non può ricordarmi lei, non può "
E prima che me ne renda conto, sferro un pugno contro le piastrelle della doccia.
La giornata prosegue come da routine, me ne sto rintanato nel mio ufficio, anche per evitare che tutti quelli che incontro mi chiedano cosa ho fatto alla mano, la guardo, è viola e  gonfia, non ci ho messo niente, non fa poi così male.

È sera tarda ormai, decido che è ora di tornare a casa, mi avvicino alla mia auto, quando sento dei rumori provenire dal fondo del garage, mi avvicino piano, e ad ogni passo si fa largo la speranza che sia lei.
Quando mi avvicino la vedo, eccola, lei è girata di spalle, stupenda fasciata in quei pantaloni blu scuro, tanto stretti da lasciarmi ammirare tutte le sue forme. Non riesce a far partire la moto, e mentre prova per l'ennesima volta a dare gas, mi schiarisco la voce facendola voltare verso di me... Il mio cuore si ferma, e la saliva si blocca in gola... ma che cazzo mi prende? Sembro un ragazzino che vede per la prima volta una donna.
La sua camicetta è sbottonata fin sotto il seno, lasciandolo in bella mostra, è una visione statuaria.
Segue la linea immaginaria del mio sguardo, e appena si accorge di cosa sto guardando, le sue guance si tingono subito di rosso, si gira di spalle e si abbottona la camicia. Lentamente si volta portando gli occhi su di me,
"Grazie per lo spettacolo " ridacchio, mentre lei mi guarda truce ed inizia a parlare frenetica ed evidentemente imbarazzata
"È solo che questa moto stasera non vuole saperne di partire, e non mi sono accorta che si era sbottonata" si giustifica arrossendo ancora, e il suo viso è dolcissimo, sembra più piccola ed anche indifesa, le mie labbra si muovono prima che possa pensare, sfoderando anche un po lo stronzo che sono
"Dai, andiamo ti accompagno io, Dio non voglia che il mio socio si arrabbi per aver lasciato la sua dolce figlia  a piedi a quest'ora"
"No, non c'è nessun bisogno, e nessuno si arrabbia, non ti scomodare, chiamo la mia amica Stefy" dice stizzita mentre fruga il telefono nella borsa. Ma perché non riesce ad essere più leggera e accetta il mio aiuto? Delle volte è proprio una testona, mentre altre volte sembra così fragile, comunque questo suo carattere di merda è troppo simile al mio, e tutto questo mi stuzzica parecchio, devo ammetterlo, almeno con me stesso. La afferrò per un gomito e senza darle il tempo di rifiutare la dirigo verso la mia auto, mi guarda truce assottigliando lo sguardo e per zittirla parlo prima io
"Mi fa piacere accompagnarti, andiamo"
Il viaggio in auto è silenzioso e arriviamo presto sotto casa sua, esce dall'auto e con mia grande sorpresa mi aspetta fuori al portone, poi mi giro sul sedile dove poco prima c'era lei e noto la sua borsetta, così con un pizzico di delusione mi avvicino con la borsetta tra le mani.
"Elena, mi dispiace per stamattina, non sarei dovuto andare via così, sono fatti tuoi e non devi dirlo a me", dico mentre gli porto la borsetta, ma i suoi occhi sembrano uscire fuori dalle orbite "Mio Dio, Cosa hai fatto alla mano?" Grida facendo cadere la borsetta, prendendo la mia mano tra le sue. Sorrido come uno stupido "È tutto ok, non ti preoccupare, domani sarà tutto sparito"
"Non dire stupidaggini, vieni su, hai bisogno di un po di ghiaccio",
"Non mi sembra il caso, lo metterò a casa" mi giro per andarmene, quando la sua mano calda si posa sul mio braccio "Fammi ricambiare il favore, e poi mi fa piacere farlo, andiamo" dice ripetendo le mie parole di poco prima, ed io scuotendo il capo ridendo la seguo.

Elena
Mi guarda, seduto nella mia cucina, mentre preparo la borsa del ghiaccio. D'improvviso penso alle parole di Stefy, forse con lui potrei distrarmi un po, la sua fama da playboy è nota a tutti, magari potrei sbloccarmi e buttare il passato alle spalle, per poi cercare qualcuno di serio, ma io non credo di riuscirci, non ancora.
Mi avvicino a lui poggiando il ghiaccio sulla mano che tiene sulla tavola.
"Come te lo sei fatto?" Mi guarda negli occhi ma non mi risponde così continuo "dovresti farla vedere ad un medico" sbuffa e si passa l'altra mano nei capelli poi mi risponde
"Pensavo a te" alzo lo sguardo su di lui e rimango a bocca aperta per quello che ha appena detto ma non si ferma
"Non ho mai voluto altro dalle donne se non una notte di sesso, non so cosa mi sia preso, ma non ho mai avuto un no come risposta, che sia per il sesso o come una risposta ad una domanda. Ma con te è diverso sembri forte e mi tieni testa, questo mi fa impazzire e mi stuzzica allo stesso tempo, ma vederti così fragile ieri...mi ha destabilizzato" ad ogni sua parola si è avvicinato un po di più a me, ora è così vicino che i nostri nasi quasi si sfiorano, mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, fissa le mie labbra ed involontariamente io fissò le sue, lentamente si avvicina e mi bacia. Sento uno strano calore nel petto, mi prende il viso tra le mani, schiude le labbra e prende il mio labbro inferiore tra le sue labbra, tirandolo e succhiando, e a me piace, rispondo al suo bacio, mi rendo conto che mi sto lasciando andare e come un flash mi ritorna in mente quella sera di cinque anni fa, la paura che possa vedere la mia cicatrice che ora i mi segna e mi ricorda il passato a vita.
Devo fermarlo, non posso. Poso le mani sul suo petto e lo allontano di scatto girandomi subito per evitare il suo sguardo.

Ciaooo a tutte,
cosa accadrà ora?
Come reagirà Leonardo?
Quali sono i demoni che si nascondono nel passato di Elena influenzando anche il presente?
Non vi resta che continuare a leggere,
spero che la storia vi piaccia
E se vi va lasciate tante 🌟🌟🌟.
Baci baci

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