001 - Giovane capitano

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I lupi del nord sono le bestie più affascinanti del pianeta, solo a guardarli puoi provare paura, ed anche nelle condizioni in cui si trovava, quell'animale, riusciva ancora a trasmetterla.

Il pelo nero incrostato di sangue si radunava a ciocche da tutte le parti, agitava nervosamente la coda e teneva le zampe posteriori pronte al salto in qualsiasi momento, anche se
stava camminando incatenato ed era circondato da otto uomini non sembrava nutrire il minimo acceno di preoccupazione. Camminava, progioniero, nel mezzo del campo nemico e nonostante il pelo intriso di fango e la bocca grondante di sangue la sua testa era ancora alta ed il suo aspetto maestoso.

Due uomini dalle mani grosse e sudicie gli strapparono l'armatura recidendone i lacci di cuoio con un coltello, poi gli misero una museruola. Lo guidarono davanti ad altri soldati schierati su due file e uno dei due lo spinse avanti pungendogli una delle zampe posteriori con la lancia.

Egli lentamente procede, guarda i soldati negli occhi uno ad uno, poi il primo colpo, un legionario nero gli percuote violentemente il dorso con il bastone della sua picca, ma a preoccuparlo non è il primo colpo, bensì i mille che verranno dopo. La strada è lunga ed i legionari che si sono radunati per veder soffrire la bestia che ha ucciso tanti di loro sono moltissimi, viene riempito di calci, pugni e bastonate, qualcuno più coraggioso mette anche qualche colpo sul muso. La bestia riesce in qualche modo, zoppicando ed inciampando più volte, a raggiungere la fine di quella perversa tortura, non reagisce, vorrebbe dire scavarsi la fossa da solo, abbassa la testa e va avanti, quando i colpi cessano si lascia scappare una piccola lacrima che sgorga veloce dall'occhio e scivola velocemente sul pelo nero del muso andando poi a terminare la sua corsa sulla polvere del terreno.

Il grosso lupo nero si guarda alle spalle, una miriade di soldati increduli lo guardano con facce stupite chiedendosi come abbia fatto ad arriva sulle sue zampe alla fine del corrodio. Lui risponde con un potente ringhio minaccioso digrignando i denti e agitando la coda pronto all'attacco. Non era mai stato così stanco e così vivo allo stesso momento in tutta la sua vita, il sangue gli ribolliva dentro le vene, ma sentiva i sui arti doloranti cedere, ringhiò per diverse decine di secondi che sembrano minuti, poi le botte e la stanchezza presero il sopravvento e le forze vennero meno, il campo visivo si fece scuro, cadde mollemente al suolo.

Il giovane capitano, aveva assistito a tutta la scena, si voltò e torno sui suoi passi, aveva già visto abbastanza per quella notte.

Stava valutando tra sé e sé di fare incursione nel campo nemico quella notte, doveva salvare l'animale. Non era una cosa sensata, ma avvertiva un legame con quella bestia, non sapeva da dove venisse quel presentimento, ma la avvertiva molto vicina a lui, quasi fossero simili, quasi la conoscesse. Aveva incontrato solo una volta i grossi lupi del nord, tre anni prima.

Stava combattendo l'esercito nero sulle pendici del monte Arun, era il settimo assalto che respingevano in dieci giorni ed i legionari neri gli avevano già scagliato contro le creature più disparate. Procedeva nella calca della battaglia con lo scudo avanti a sé travolgeva i nemici più piccoli di lui, per poi indietreggiare abilmente quando ne arrivavano di più massici. Così facendo era in grado di sostituire la spada allo scudo e trafiggerli sfruttando la loro stessa forza.

Non sapeva più da quante ore era sul campo di battaglia, né quanti arti e teste avesse mozzato, era avvolto in un turbine di urla, sangue e spade, non faceva in tempo a finire un nemico che subito un altro gli si scaraventava contro più forte di prima. Ad un tratto, lui ed alcuni suoi compagni, furono costretti a ritirarsi su un pendio scosceso per fare in modo che il dislivello diminuisse l'irruenza dei nemici.

In quel momeno li vide arrivare, un branco di grossi lupi in armatura si stava scagliando con tutta la sua violenza dell'esercito nero. I corpi dei nemici venivano dilaniati dalle enormi fauci degli animali e le loro armi scintillavano inutilmente sulle armature delle bestie, in qualche decina di minuti, il campo di battaglia, divenne ancora più caotico di prima.

Cronache dei lupi del nordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora