Capitolo 31

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HARRY'S POV.

La stanza era silenziosa. C'era una quiete apprensiva, il silenzio era in attesa di un suono, l'aria era in attesa di un movimento, mentre io ero in attesa di Rose. Oltre al suo petto che si alzava e si abbassava con dei dolci respiri, la stanza era tranquilla. Lori si trovava vicino la parete di fondo, immobile e senza parlare. Lei non stava aspettando qui accanto a me, in questa profonda tranquillità.

Ma Rose si sarebbe svegliata presto e avrebbe rotto questo silenzio. O almeno, speravo e pregavo che lo avesse fatto. Ma la mia speranza era molto più forte della mia incertezza, poiché riuscivo a percepire il suo risveglio, lentamente. Le dita della sua mano, che stringevo in questo preciso istante, si contraevano ogni tanto. I suoi occhi si muovevano sotto le palpebre, e le sue labbra si muovevano ogni tanto, come se stesse sognando.

Forse stavo esagerando, mentre la guardavo distesa sul letto, con la massima attenzione. Lori mi aveva detto che Rose era rimasta senza forze; non aveva mangiato molto, ed era disidratata. Non avevo fatto caso al fatto che non stesse mangiando a pranzo o a colazione. Lei non stava mangiando.

Ero stato così egocentrico, cercando di ordinare i miei pensieri persi, che non le avevo neanche chiesto come se la stesse passando. Anche per lei doveva essere stato difficile, avrei dovuto chiederle come stava, avrei dovuto prestare più attenzione. C'erano tante cose che avrei dovuto fare e tante altre cose che non avrei dovuto.

E a causa della mia mancanza di attenzione, avevo il terribile presentimento che Rose, una volta sveglia, non mi avesse voluto qui. Che sarebbe ritornata a rannicchiarsi nelle sue lenzuola e sarebbe trasalita al mio tocco. Non l'avrei di certo biasimata. Il mio sfogo era stato fuori luogo e non sarebbe dovuto succedere. Ma avevo perso il controllo, non ero in me. Beh, ero io, non stavo ovviamente cercando di discolparmi, ma non era mia intenzione fare ciò che avevo fatto. Qualcosa di strano era entrato nei miei pensieri, qualcosa di estraneo alla mia mente aveva facilitato questo sfogo. Non ero riuscito a sostenere quella sferzata di energia, di impulso e di tutta la follia che stavo ospitando nella mia mente, considerando il mio stato nebuloso. Quindi sì, era colpa mia, ma non ero in me.

Ma vedere la faccia terrorizzata di Rose, vederla cadere sul pavimento e vederla piangere di paura a causa mia, aveva inflitto dentro di me una specie di dolore peggiore rispetto a quello di una frustata o a quello della terapia dell'elettroshock. Il dolore psichico era di gran lunga più profondo di quello fisico. Poiché il mio corpo era forte abbastanza da sopportare il dolore che invece la mia mente non riusciva a fare.

Ma almeno le mie azioni erano servite a qualcosa. A causa dello shock di ciò che avevo fatto, tutto era ritornato. Iniziò con una semplice sensazione, con una preoccupazione intrecciata ad un forte senso di colpa. E poi si diffuse come un colorante nell'acqua. Mi ricordai dell'importanza di Rose e del perché io fossi davvero qui. Un fantasma del vecchio me ritornò a causa della paura di aver quasi fatto del male a Rose. Improvvisamente, ritornò tutto ciò che provavo per Rose e per gli altri. Mi ricordai le sensazioni di dolore, di odio, di passione e di amore.

Lo shock mi aveva tirato fuori dalle sabbie mobili della mia mente, e finalmente il quadro era chiaro. Mi sentivo di nuovo me stesso; solo con un po' più di colpa.

Una porta si aprì, ma non guardai nella sua direzione. "Ciao Grace," parlò Lori.

La seconda donna, Grace, aveva una vocina sussurrante, come se avesse timore di parlare. "Ciao," disse. L'avevo incontrata qualche minuto prima così non dovetti neanche girarmi per vedere chi ci fosse alle mie spalle. Era un tipo abbastanza semplice, aveva tra i venti-trent'anni. I suoi capelli biondi erano sottili e lisci e il suo viso era pallido. Era la nuova assistente di Lori, che ormai aveva preso il posto di Rose, ma non era niente in confronto alla bellezza della ragazza sdraiata davanti a me.

Psychotic [h.s.] (Italian translation) *EDITING*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora