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<<Tempo: cinque lettere, due sillabe, una cosa sintetica insomma, eppure è ciò che regola tutti noi: la quarta dimensione fondamentale.

Così importante, ma allo stesso tempo pericoloso, un po' come una mela splendida ma da un lato avvelenata.

Curioso come 40 milioni di anni di evoluzione del 'tempo' ci abbiano portato qui, in questo preciso istante, dove però tutto si ferma, come al cospetto di un quadro espressionista.>>

Pensò Owen, con sottofondo la voce rilassante dell'insegnante, intento nella spiegazione dei soliti argomenti scolastici, mentre la pioggia batteva sulle finestre di vetro, come un vecchio amico che si ripresenta sulla vostra soglia di casa dopo anni.

'Siamo qui per dormire?' una voce interruppe i pensieri del ragazzo, il quale rispose con un sorriso che celava poco le reali emozioni che provava al momento.

<<Certo che no prof, ero sovrappensiero>>

'Allora esponi anche a noi le tue perplessità' disse l'insegnante mentre posava il gesso e puliva le mani vicino ai suoi pantaloni color panna.

<<Pensavo al quadro più famoso di Dalì, la persistenza della memoria, in cui riesce a sminuire il tempo, così maestoso ed intoccabile, quasi rendendolo 'umano'.

Un'artista geniale, contro tutto il resto delle persone che invece monetizzano il tempo, come fosse l'attrazione principale, nel circo del paese.>>

Sorrise e la campanella dell'ultima ora fece il resto.

La classe si svuotò.

La pioggia nel frattempo s'era calmata, ma nell'aria si potevano ancora sentire gli effetti che portava con sé.

Le gocce sui vetri facevano a gara per unirsi alla strada.

Una vecchia signora  allontanava l'acqua dalla propria soglia di casa, con la solita scopa quasi centenaria.

Gli innamorati si baciavano con lo sfondo di un arcobaleno, di quelli chiari, che solo le persone attente possono vedere.

Qualcuno ha mai visto l'inizio o la fine di un arcobaleno?

Mi piace pensare che lì siano finite le storie impossibili, quelle improponibili su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo.

Sono sicuro che quei luoghi siano popolati dagli innamorati, sia quelli dichiarati, sia quelli che hanno preferito urlare il loro amore ma nelle pareti della mente, dove nessuno poteva ascoltarli.

Un posto per le persone sincere, magari sole ma sincere.


Prendiamoci, però,  un momento per presentare nel più dettagliato dei modi il nostro protagonista:

un adolescente come tanti, o forse no.

In estate nascondeva il viso dietro ad un paio di occhiali scuri, e in inverno un cappello di lana prendeva il posto fisso sulla sua nuca.

Alto abbastanza da confondersi tra la folla, con capelli ricci e chiari.

Il colore silver della luna s'era impiantato nei suoi occhi sin dalla nascita e ora ad ogni riflesso di luce ne risaltava la bellezza.

Diciamo che per adesso può bastare, meglio entrare nella storia, lasciando il resto all'immaginazione.

Tanto siamo tutti un po' Owen, giusto?

[...]        

La risposta nel tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora