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Muchacos, sono ancora io❤️
( La sottoscritta si dispera perché non ha un fidanzato da sbaciucchiare! Cmq...)
È arrivato un nuovo personaggio,( l'avevate capito...ma...)non svelo chi è... Muahahaha!(+_+)
Continuerò a disturbarvi, ogni tanto.... Commentate e votate!
( Sono ripetitiva, e scema)
A presto muchacos❤️

                                              Aury❤️
                 ***********

Quell'uomo mi era familiare.
- cosa ci fa una bella ragazza davanti ad una vecchia chiesa diroccata? Questo non è un posto per minorenni.- esclamò
- mi sono persa- risposi.
- ti accompagnano in piazza?-
- so come si arriva in piazza- dissi secca.
- allora non ti sei persa-
"Non sono brava a inventare balle al volo!" Pensai.
- Aury!- sentii gridare Harry.
- oh, finalmente! Ti è ritornata la voce!- gli corsi in contro e lo abbracciai.
- cosa hai scoperto?- mi chiese
- era un avvertimento, la nostra vita è in pericolo!-
- nah!- fece lui.
- brutto scemo! - esclamai tirandogli un leggero pugno sul braccio.
- perché?- domandò Harry
- rischiamo di morire e tu dici "nah"!-
- sempre meglio di "hum"- disse lui ridacchiando. Scoppiai a ridere anch'io.
I nostri volti si avvicinarono, le mie lebbra cercarono le sue.
Con la coda nell'occhio scorsi qualcosa che si dirigeva verso di noi.
Era luccicante. Affilato.
Un pugnale.
Prima che potessi baciare Harry lo spinsi all'indietro.
La lama si conficcò nella parete dietro di me. Mentre passava sfiorò il mio naso, mi procurò un graffio da cui colò una goccia di sangue caldo e rossissimo.
Guardai il ragazzo che si stava alzando. Mi squadrò interdetto e io indicai il pugnale conficcato nella pietra.
L'impugnatura di cuoio era macchiata di sangue. 
Da una catenella appesa alla lama pendeva una pallina di carta.
La aprii. C'era l'ennesimo indizio.
Io e Harry lessimo insieme, il tizio di prima che sbirciava da dietro la mia testa.
- una foglia caduta, una lacrima versata. La lama preceduta, la dama avvelenata.-
- cosa significa?- chiese Frablod ergendosi in tutta la sua altezza e magrezza.
- cosa vuole?- chiesi circospetta.
- trovare il mio orologio!- esclamò.
- lei è il padrone?!- domandò Harry
- dammi pure del Tu, caro ragazzo-
- rispondi alla sua domanda!- scattai io.
- oh... certo! Certo che sì! Sono io l'unico padrone di Dilveyo.-
- quell'orologio ha un nome?-
Frablod annuì.
- ma lei non sembra cattivo!-
- ti ho detto di darmi del tu, acefalo di un ragazzino...- sembrò ricomporsi - vi prego di scusarmi.- sorrise amaramente - cattivo? Io?- chiese poi con aria innocente.
- sì, TU!- sbottò Harry.
- oh, no, no, no!-
- oh, sì, sì, sì!-
- B.A.S.T.A. - scandii io, ma Harry mi spinse via.
Ora rossa per la rabbia misi tra i due. Già intravedevo il fulmine blu  che partiva dai loro occhi e gli sguardi assassini che si rivolgevano.
Ma io ero una "donna". Puntai i piedi a terra, svoggiai l'aria più minacciosa che mi riusciva e tentai di placare i due con uno sguardo a dir poco apocalittico.
- levati, carina!- sbraitò Frablod
- già Aury, levati.- gli fece eco Harry.
Quella era la goccia che fece traboccare il vaso... Mollai un ceffone in faccia a entrambi.
Il risultato... Un megaultra segno rosso a forma di manata sulle loro guance.
Mi sa che non era quello l'effetto desiderato...
O forse sì?
Sorrisi malignamente.
Sfoggiai i miei denti bianchi in un ghigno demoniaco e squadrai i due come farebbe una tigre con un topino, anzi due topini.
Presi prima Frablod per un orecchio, poi feci lo stesso con Harry.
Mi sentivo la maestra dell'orfanotrofio.
La.
Maestra.
Dell'orfanotrofio.
Vidi tutto.
O meglio,
Rividi tutto.
Una bambinetta di circa sette anni, magrolina, un po' troppo alta per la sua età, con dei capelli lunghissimi, quasi biondi.
Non la riconobbi subito. Ma ero io!
In una stanza, poco illuminata. Mi sembrava...
Hogwarts!
Cosa ci facevo lì?
Non ero un po' troppo piccola?
Un cigolio di cardini distolse me versione sette anni e la me versione quindici anni.
Mi sarei aspettata la McGranitt che faceva capolino nel dormitorio con il suo cappello a punta.
Invece, con mio grande dispiacere, non era lei.
Una tizia bassa con i capelli grigi raccolti in una crocchia. Era una suora.
- Ariel, vieni!- esclamò. Non sapevo se fosse rivolta alla me grande o alla me piccola.
- non chiamatemi Ariel!- esclamò la bambina.
- ma è il tuo nome!- ribatté la vecchietta.
- per la cronaca, Ariel è la mia compagna di stanza- rispose la me piccola.
- Ah. Certo, certo.-
- cosa volete, Signorina Mary?-
"Signorina"? Quella vecchia?
Com'era strano il mondo dell'orfanotrofio. E pensare che ci avevo pure abitato!
- devi andare a lezione, Arie...Aurora- mi rispose.

Seguii l'altra me in un corridoio illuminato da lampade a olio.
Ogni tanto si aprivano delle porticine conficcate nelle pareti, da cui uscivano ragazzini di tutte le età.
" Lezione di cosa?" Mi chiesi.
Come in risposta, Aurora piccola, si fermò davanti ad un portone.
Inciso su un cartello di legno vi era scritto: Storia.
La bambina si fermò davanti alla scritta, aveva un'aria pensosa. Poi notai che a tracolla portava un borsone di pelle.
Ora era tutto chiaro.
Quello era il giorno della mia fuga.
- ciao, chi sei?- mi disse la me piccola.
Io mi irrigidii. Come poteva vedermi?
Non sepevo perché ma non dovevo rispondere.
Così mi voltai e feci per andarmene ma invece di proseguire nel corridoio mi nascosi dietro una colonna intarsiata di fiori e foglie.
Vidi l'altra me girare sui tacchi e puntare con gli occhi l'ingresso principale.
"Ma ero così ingenua da piccola?" Mi chiesi. Però Aurora si mise a correre verso un'altra porta. Più piccola delle altre da cui proveniva uno strano ticchettio.

La ladra del TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora