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Alzai la mia pallina luminosa.
Attraversavamo, io ed Harry, le FOGNE! che schifo.
Puzzava... la melma colava dalle pareti. L'acqua stagnante e verdastra mi arrivava al ginocchio.
Aprii la porta.
La stanza era illuminata dalla luce di una ventina di candele.
Mi trascinai dietro Harry.
Un vecchietto stile Albus Silente con la barba lunga fino a terra mi guardava di sottecchi.
- cosa volete da Xamillo?- chiese.
- eh?- fece Harry. Io mostrai allo stregone la ferita di Harry.
- vi costerà molto...- disse Xamillo.
- quanto costa guarirlo?- scattai.
- no, Xamillo non vuole soldi.-
- e... cosa vuoi?-
- aaaah! Xamillo vuole il Lapillo del Centro della Terra!-
- il cosa di cosa?- "ma che ca....cavolo stava dicendo?" mi chiesi.
- il Lapillo de-
- okay, non ce l'ho.-
- allora Xamillo no curare.-
Quel tizio stava davvero svalvolando.
- pagherò dopo-
- dopo quando? Xamillo non accetta ritardi-
Strinsi i pugni - pagherò quando avrò qualcosa con cui pagare...-
- ooooh... hai già qualcosa con cui pagare...-
- quiiiindiiiii?...?
- no, no, non ora.-
- ah perfetto perché non...-
Xamillo si mise a borbottare parole incomprensibili passando la mano sopra il braccio ferito di Harry.
Il ragazzo lanciava mugolii di dolore.

Tre ore e mezzo dopo

Sul braccio di Harry c'era solo una grossa cicatrice che partiva dal braccio e arrivava al polso.
Uscimmo dalle fogne.
Il cielo era grigio.
Le strade deserte.
O quasi.
La figura magra di Frablod si stagliava al centro della piazza.
Un ghigno malefico di stampò sul viso dell'uomo.
- dammi l'orologio, ragazzina!- disse
- certo, aspetta e spera.- risposi sarcastica.
- non usare quel tono con me-
- parli come se fossi mio padre-
- io sono tuo padre-
Se avessi avuto una tazza in mano in modo da farla cadere e spappolare, la mia reazione avrebbe avuto un effetto diverso...
Impallidii. Sbiancai. Aprii la bocca per urlare.
Era come una di quelle scene spiazzanti dei film o dei libri.
O almeno lo sarebbe stato se non avessi fatto ciò che ho fatto.
Presi una pietra da terra e senza neanche mirare la tirai alla cavolo di cane contro Frablod.
Avrei detto "bella mira, Aurora" dato che l'avevo beccato proprio sul naso, ma ero diventata muta.
Almeno così credevo.
- S.E.I.S.T.A.T.A.M.I.T.I.C.A.!- esclamò Harry.
- hai appena spappolato il naso a tuo padre!-
- non è mio padre.-
- lui ha detto così-
- pensi che non sappia che mente? Avevo sei anni quando ho visto i miei genitori... morire in un ... incendio! -
Per fortuna Harry non disse nulla.

Un lago ghiacciato.
Alberi ghiacciati.
Strade innevate.
Era così che vedevo il mio inverno.
Faceva freddo. Indossavo una camicia e una gonna di cotone, bianche.
Del ghiaccio, quasi fosse vivo, iniziò a salire su per le mie gambe, fino alla vita. La dura sostanza trasparente mi cinse il petto, le spalle e... La testa. Ero morta.

Tornai alla realtà. Urlai. Stavolta la mia voce si udì forte e chiara.
Uno stormo di Fenici nere, di tutte le dimensioni, stava puntando contro me ed Harry.

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Ciao miei muchacos❤️
Sto irrompendo in questo capitolo di battaglia finale per chiedervi se siete emozionanti.
Ebbene sì, questo è il PENULTIMO capitolo.
Io sono emozionata, soprattutto per il fatto che ieri sono stata ad un mega concerto dello Stato Sociale❤️, proprio nel minuscolo paese dove abito io. È finito all'una di notte e ho dormito fino alle 13:30 quando mia mamma stava mettendo la pasta nei piatti.
Ma questo non vi interessa, credo...
Bene. Cmq, ditemi se il BOOK ( scusate il mio inglese oltraggioso) vi sta piacendo, emozionando... E tutto il resto.
Ricordatevi di mettere una bella stellina qua sotto👇🏻❤️
Vi saluto muchacos, ci ritroveremo a fine BOOK/libro❤️
Aury❤️
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Mi misi a correre in tondo per la piazza trascinandomi dietro Harry nel tentativo di evitare le Fenici nere.
Un urlo.
Una Fenice dal fianco lacerato.
Harry brandiva una spada. Dove l'avesse trovata non lo sapevo. Fatto sta che ne prese un'altra da terra e me la lanciò. Non avevo mai usato una spada, neanche di legno perciò figuriamoci di metallo! Non ebbi neanche il tempo di ammirarla che una Fenice grande quanto un pollo mi si scagliò addosso. Non avrei mai creduto di potercela fare. Infilai con tutta la forza che avevo la lunga lama scintillante nel petto dell'uccello. Questi lanciò un urlo stridulo. Acuto. Avrei voluto urlare anch'io ma un dolore lancinante alla spalla mi fece stramazzare a terra, sul freddo pavimento lastricato di Piazza Sant'Antonio. Ero distesa al centro della stella di marmo rosso, dalla mia spalla colavano fiumi di sangue rosso. Non ci vedevo più dal dolore. Sembrava che il mondo stesse finendo. Ma se dovevo morire per una ferita alla spalla non sarei mai stata l'eroina che desideravo di essere quando ero bambina. Solo un pensiero mi fece rialzare. Harry. Dovevo aiutarlo. Puntai le mani a terra e mi misi seduta. Mi toccai la spalla ferita. Un grosso buco mi trapassava da parte a parte. Harry mi vide. Lo guardai. Si leggeva la paura nei suoi occhi. Non gli chiesi aiuto. Ma non perché c'è l'avrei fatta da sola, anzi, sapevo che non c'è l'avrei fatta, lo ignorai solo perché aiutare me avrebbe significato far del male a lui. O almeno così credevo. Mi lanciai contro Frablod, zoppicavo per il dolore. Anche lui brandiva una spada, a lama corta, sottile ma tagliente. Tentai un affondo. Colpii solo l'aria. Iniziai a menare fendenti a casaccio.
L'uomo mi afferrò la spada. Un rivolo di sangue luccicò sul palmo della sua mano. Gettò l'arma a terra. Poi mi abbracciò. Sentii Harry urlare qualcosa che somigliava ad un "no!". Tutto divenne sfocato. Vidi il cielo prendere il posto del paesaggio di distruzione in cui stavo combattendo. Non provavo dolore. Avevo solo la consapevolezza della lama che mi attraversava il petto. Cercai di non piangere. Cercai di non piangere perché sapevo che non avrei più rivisto gli occhi di Harry. Cercai di non piangere perché sapevo che lo avrei fatto stare ancora peggio. Cercai di non piangere perché se l'avessi fatto sarei stata io peggio. Cercai di non piangere ma sapere che non avrei più rivisto la luna insieme ad Harry, non avrei più scherzato con lui, non ci saremmo più cacciati insieme nei guai, sapere questo mi fece scendere una lacrima. Una sola. Una sola per Harry. Perché lo amavo. I suoi occhi. L'ultima cosa che vidi furono i suoi occhi. Ne fui felice. Ora furono le sue lacrime a bagnarmi il viso. Volevo dirgli di non piangere. Ma stavo già abbandonando la vita, il mondo, e la cosa, l'unica cosa che amavo: Harry. E mi sentii in colpa per questo. Per essere stata uccisa, perché lo stavo abbandonando. Perché lo stavo facendo soffrire. Era colpa mia. Il suo viso si fece ancora più sfocato, fino a scomparire. Fino a lasciare il posto alle tenebre più assolute. Il buio lasciò il posto ad un bagliore accecante. Ero in Paradiso? Dubitavo che in paradiso ci fossero dei "bip". Ancora bip, quel rumore era fastidioso. Dei mormorii, ancora la luce. Poi iniziai a distinguere le figure che mi circondavano. Angeli? No.

La ladra del TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora