INTRO

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Cosa porta una donna a voler ricominciare tutto?

Laurea, posto fisso, matrimonio, figli, carriera: certe scelte le facciamo più per imprinting sociale che per vera aspirazione personale.

Ma le regole della tua vita non te le dice nessuno: le tue regole te le crei tu, e trovare il coraggio di diventare finalmente te stessa è una rivoluzione, un atto d'amore.

Questa è la mia storia, ed è la storia di altre 9 donne che hanno ricominciato daccapo, che hanno riscritto le loro regole, che hanno creato la corrente.

Se senti la vocina, quella vocina fioca che ti dice che qualcosa non va, che vuoi essere diversa, che SEI diversa, che vuoi lanciarti da sola, che vuoi scrivere le tue regole: ascoltala e liberala.

Ma poi fatti un piano, perché un sogno senza un piano è come farsi i peli del culo con la lametta: li per li ti gasi, ma poi ricrescono subito e in più prudono da morire e sei punto e daccapo.

La tua definizione di successo coincide con il livello di soddisfazione di quello che sei e quello che hai costruito: non è un traguardo miliardario, è un traguardo personale.

La felicità non è un punto di arrivo alla fine di un film ma un approccio costante alle tue giornate, con gli alti e bassi. È un sistema di equilibrio che ti porta a valutare i problemi pensando alle soluzioni, a passare all'azione per andare avanti, ad accettare le tue fragilità e limiti, e a fare delle tue capacità specifiche un mix vincente.

Non esiste la soluzione della vita, non esistono metodi infallibili e non esistono corsi magici per diventare un'altra persona ad immagine della definizione "standard" del successo. Non funziona così, anche se in moltissimi ci marciano sopra sfruttando le nostre aspettative fiabesche come le pubblicità delle creme anticellulite coi culi fotoscioppati.

Esiste però il secolo ventuno, che ci vede finalmente libere e indipendenti, capaci di fare della nostra vita quel che vogliamo, cosa impensabile per la maggior parte delle nostre nonne.

Esistono l'indipendenza e il potere di scegliere cosa studiare e di farlo autofinanziandoci. Esiste la possibilità di cambiare mille lavori e città, per costruirci un bagaglio di conoscenze, oppure solo per girare perché non sappiamo ancora cosa fare veramente: e va tutto bene.

Esiste la possibilità di sbagliare e di fallire, ma anche quella di ricominciare una volta, due volte, dieci volte.

Siamo libere in una società che ci ha fatto nascere libere, ma che allo stesso tempo ci imprigiona nei nostri corpi e la loro presunta imperfezione. La vergogna, la prova costume, la cellulite, le rughe, i capelli bianchi.

La nostra libertà subisce i colpi di coda di stereotipi anacronistici figli di un'altra società ormai morente, ma che ci fermano ancora se non gli teniamo testa. Sono i parenti più vecchi, l'impressione che la vicina di casa pensi che siamo ingrassate, il capo al lavoro che non deve sapere che ti vuoi sposare perché se fai un figliolo non conti più come prima.

Ci sarà sempre qualcuno che ci tarpa le ali. Ci sarà sempre chi ha più culo di te, più risorse di te, più soldi di te, più amici di te. Ci sarà sempre chi non crede in te, chi ti dà della pazza e chi ti rema contro per sport. Ma loro non sono te, e se il tuo piano è forte ce la farai se li molli e pensi al tuo progetto, non alla loro opinione sul tuo progetto o sul tuo culo con la cellulite.

La vita inizia dove finisce il divano, e non ascoltare chi ti fa sentire vecchia, brutta, grassa, incompetente, finita: lavora per te, non per le aspettative altrui e vai dritta per la tua strada.

Cadrai e ci rimarrai di merda, passerai interi weekend a mangiare schifezze sul divano con Netflix, ma poi ti rialzerai. E farai tesoro delle tue cazzate: andrai avanti, ricomincerai.

C'è chi non trova mai la propria vocazione, c'è chi la trova ma non genera guadagni, c'è chi ne trova molteplici e passa da una passione all'altra. Nessuno può garantirci che ce la faremo, ma neanche che non ce la faremo.

Di certo non valgono le frasi famose su Einstein bocciato in matematica e il fondatore di KFC miliardario dopo i settant'anni: sono casi eccezionali e non valgono per noi tipe normali. Non è sano ispirarsi con convinzione di parità da gente gegna perché se eravamo gegne avremmo già fatto delle robe fighissime.

Ma non siamo sceme e siamo intraprendenti, quindi possiamo intraprendere con realismo. D'altronde non serve diventare la CEO di una super mega giga azienda a New York per essere soddisfatte della nostra vita professionale: serve che lo siamo a modo nostro, con le nostre regole e nella società in cui interagiamo.

C'è una super cazzata che è verissima, però, ed è che i soldi non fanno la felicità. O almeno non tutta. Se è vero che i soldi comprano tanta roba ed è lecito che ci piacciano un casino, è anche vero che il parametro soldo non vige nella corsa alla felicità, proprio perché la felicità non è un punto di arrivo come ci hanno insegnato i film e le favole. La felicità è il nostro modo di vivere e di reagire agli imprevisti, di apprezzare le cose che abbiamo e gli affetti che coltiviamo, per viverli nel QUI ed ORA. I soldi contribuiscono al benessere, ci mancherebbe, ma non colleghiamoli al raggiungimento di un punto futuro dove saremo ricche e felici perché persino Beatiful coi miliardi che ti c'hanno ci insegna che si può essere perfettamente miliardarie e infelici.

Certo, avere la serenità economica è un obiettivo che dobbiamo raggiungere, perché non poter arrivare a fine mese ci deprime e ci stressa, non è sano. È anche vero che l'essere umano punta sempre più in alto e si pone sempre nuovi obiettivi, le aziende a Milano devono duplicare il fatturato ogni anno per essere rentabili e la gazzella la mattina si alza e sa che deve correre come il leone.

Ma quando ti parlo del Qui ed ORA ti dico non di smettere di puntare più su, ma di goderti la strada fatta e il benessere di questo momento, anche se ti va un po' di merda perché hai scazzato da qualche parte o non sta andando come volevi. Se no ci fermiamo a godere del presente vivremo sempre in una successione di obiettivi piazzati nel futuro, con l'angoscia di non raggiungerli, e , una volta raggiunti, non goderne perché ci proiettiamo subito in quelli successivi.

Se non ci provi non lo scoprirai mai, e allora fa sì di progettare un piano a prova di bomba, perché una cosa sono le nostre passioni ed entusiasmo, e tutt'altra è il mercato: la gente non ti regala i soldi e devi avere un'offerta che piaccia a loro oltre che a te. L'errore più comune è pensare che venderemo un tot e poi invcece no perché la gente non condivide lo stesso entusiasmo per quest'idea rivoluzionaria che abbiamo avuto.

Chi si lancia in affari crea un punto di flesso che rompe gli schemi, ma la gente è puttana ed è più facile abbassare chi ci prova invece di provarci a loro volta. Se t'inventi qualcosa invece di continuare con la tua attività standard sei strana. Se vuoi aspirare ad un futuro diverso sei strana. Se la tua passione è fare torte di compleanno mollando la carriera di grafica sei strana. Se vuoi ridare vita al mulino dei tuoi nonni invece di fare l'avvocato sei strana. Se la tua passione è insegnare alle donne a camminare sui tacchi sei strana. Se vendi creme on line con le GIF dei panda sei strana. Se nasci uomo ma ti senti donna e vuoi fare la make up artist, sei strana. Se lavori in ingegneria ma il tuo sogno è dirigere un magazine on line sei strana. Se studi biologia ma poi vuoi occuparti di orgasmi femminili sei strana. Se lasci il tuo compagno perché non accetta il fatto che tu voglia di più nella vita, sei strana.

L'innovazione fa paura, ma ricorda che noi siamo capaci di sanguinare per cinque giorni e non morire, avere tre orgasmi di fila senza addormentarci e decidere di cambiare vita con un taglio di capelli.

Stay strana, stay figa.

REVOLUSCION

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