2 - curiosità

5.9K 58 12
                                    


Quando avevo quasi 3 anni, i miei hanno traslocato da Buenos Aires in un paesino rurale in provincia di Cordoba, a 800 km dalla capitale. Erano anni che sognavano un posto tranquillo per farmi crescere, e quando hanno avuto una proposta di lavoro in quel posto sperduto, sono partiti. All'epoca il mio papà faceva il meccanico di moto e riparava macchine, e la mia mamma era casalinga e dava qualche esame all'università.

A Buenos Aires regnava ancora il terrore, e mio padre era entrato in una lista di osservati perché militava per certe cose con mio nonno Horacio, anche se non ho mai saputo esattamente che cosa facesse, non lo dice, e se lo dice racconta le balle. Un suo cliente in officina al quale stava simpatico, militare attivo, gli aveva "consigliato vivamente" di tagliare la corda e accettare un posto che gli proponeva perché loro facevano quello che volevano con le istituzioni statali, e il posto era in una cosa dello Stato: un campeggio.

E così presero la 4x4 IKA degli anni '50, me, il cane, e partirono.

Il paesino si sviluppava lungo la statale asfaltata, ed era lunghissimo. C'era un lago artificiale generato da una diga ad inizio secolo, con una centrale idroelettrica connessa ad altri 4 laghi con altrettante centrali idroelettriche. I laghi funzionavano come grandi riserve d'acqua comunicanti, ed il nostro lago, che era il più bello come paesaggi, aveva reso il paesino una destinazione turistica, quindi c'era un complesso di hotel dello Stato che accoglieva scolaresche e gruppi di pensionati e famiglie.

E poi c'era la centrale nucleare, la 3° del paese, che stava per entrare in funzione. Usava il lago per il sistema di raffreddamento.

In paese non c'era il golpe, non c'erano i posti di blocco, non c'era tanto terrore: era come addormentato in mezzo alla Sierra. Eravamo in mezzo al nulla e non c'erano né cinema né biblioteca, ma tanto la cultura stava andando a puttane lo stesso.

Il golpe però continuava e un gruppo di amici che pescavano di notte con una barchetta in mezzo al lago avevano sentito passare un Cessna che lasciava cadere dei grossi pacchi oblunghi, c'era la luna e li avevano visti bene, in lontananza. Non l'hanno detto a nessuno fino agli anni novanta. SI stava così: zitti e fatti tuoi.

Il lavoro nuovo dei miei era in team, gestivano un campeggio famigliare per la mutua dei maestri statali. Papà in manutenzione, mamma in contabilità e dei peones per aiutare nelle cose grosse. Venivano anche le scolaresche e avevamo una sala per le feste. 

Un'estate dei tizi portarono Star Wars e lo proiettarono con una macchinetta che faceva girare la pellicola nella pizza tonda che proiettava il film al muro esterno. Mi piacque tantissimo la cosa della proiezione che poteva trasformare un palazzo buio di notte  in un mondo parallelo, ed ero estasiata da questa nuova apertura che del film non mi ricordo nulla.

Io all'epoca mi dedicavo a fare la bambina, ossia rompere tanto i coglioni e fare domande su tutto. Mi piaceva andare con la mamma al piccolo supermercato giù in paese perché la cassiera aveva le unghie fucsia e batteva ogni prezzo a mano su quella macchinetta semiautomatica e faceva tanto tecnologico. La amavo alla follia, volevo essere come lei.

Ebbene sì: da piccola io sognavo di fare la cassiera del super. Adesso devo dire che incassare mi piace ancora.

Per mio compleanno di 3 anni non conoscevo altri bambini, allora mio padre iniziò a dirlo ad altre persone in paese, chiedendo se avessero bambine di 3 anni. E così arrivò Candela, che con la sua famiglia si erano appena trasferiti da Mendoza, e non ci lasciammo più.

L'inverno

D'inverno il campeggio era chiuso e papà ridipingeva tutti gli attrezzi di verde con scritte bianche da stencil militari metallici, e manteneva i prati tagliati. Riparava le recinzioni e aggiustava cose in generale. Io secondo me lo aiutavo e giocavo sugli alberi. Avevo una piccola morsa accanto alla sua e volevo lavorare e armeggiare. Lui mi insegnava a lavorare e mi lasciava sbagliare. Se mi martellavo un dito piangevo, lui mi diceva: visto?, e ricominciavo. Ero libera.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 01, 2019 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

REVOLUSCIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora