"Ero completamente ipnotizzato da tutto ciò che la riguardasse o che, semplicemente mi ricordasse lei e i suoi modi di fare, il suo profumo di fiori e la sua carnagione chiara. E quando mi guardava, con quegli occhi verdi i brividi scorrevano copios...
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Il sole rovente si rifletteva sul colore bianco della sua macchina, mentre il caldo torrido gli faceva fuoriuscire piccole goccioline di sudore dalla fronte rendendogli alcune ciocche mosse e umide, che spostava prontamente con il dorso della mano, facendo una faccia spossata subito dopo.
Immaginate un inglese, abituato alla pioggia e al freddo, trasferirsi in California d'estate, nel mese di Luglio.
Sembrava quasi un abominio, una piccola e leggera tortura alla loro pelle chiara, che prima di avere quel bel colorito estivo, li faceva diventare rossi.
Odiava la sua pelle, così bianca e priva di alcuna abbronzatura, mentre lì, ovunque mettesse occhio chiunque aveva un po' di colorito sulla pelle indossandolo così bene che sarebbe piaciuto anche a Joseph averlo.
Controllò di nuovo la cartina, cercando la stradina giusta e provando a non sbagliare e fu proprio quello o sicuramente la ragazza che gli tagliò la strada con i pattini rosa confetto a farlo frenare di botto, facendogli mozzare il respiro.
I loro sguardi si incrociarono per un secondo, e ciò che vide furono solo due occhioni marroni , con qualche traccia di color miele guardarlo allucinati e spaventati dal fatto che se i riflessi di quel pover'uomo fossero stati pessimi in quel momento la sua vita sarebbe finita.
Sbattè le palpebre incredula e ancora scossa, invece lui cercò di regolarizzare il respiro e con un battito di ciglia ella sparì dalla sua vista, si fece vedere e sparì più veloce della luce, proprio come sbadatamente non guardò prima di attraversare, e allora la rivide, però, stavolta sfrecciare via da lui con quel vestitino rosso svolazzante e quei capelli ricci e castani.
Sentì subito dopo una folata di caldo e di nuovo il sangue pompargli nelle vene, fece un respiro profondo e controllò di nuovo la cartina, riprendendo ciò che aveva interrotto.
I suoi occhi vagarono su quel pezzo di carta stretto fra le mani, e notò con grande felicità che mancassero solo pochissimi chilometri all'attuale casa, e quando finalmente spinse il piede sull'acceleratore, pochi minuti dopo arrivò a destinazione, accompagnato dalla felicità.
E quella volta, invece di sentirsi un fallito si sentì un vincitore.
Spense il motore e scese dalla macchina, aprendo il portabagagli e prendendo le valigie. Si guardò intorno, notando la bellissima casa bianca, con un giardino ben curato davanti a lui e senza pensarci due volte, salì le scalette che portavano alla porta nera, ma prima di suonare controllò che il cognome fosse giusto, e ancora con la fortuna ad accompagnarlo in quel grande passo, fortunatamente lo era.
Alla fine suonò, schiarendosi la gola e aspettando con impazienza che qualcuno venisse ad aprirgli, pregando che in casa ci fosse stato qualcuno.