☾capitolo 1☽

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vorrei farti entrare un minuto nel mio mondo, 

baby non è carnevale, maschere non ne porto.

Avevo deciso di fare una cazzata.

Avevo deciso di provarci, di rischiare.

Per lui avrei fatto di tutto, amavo vedere quegli occhi marroni luccicare dalla felicità, anche se il motivo non ero io.

Lasciai il bigliettino sotto il suo banco e uscii di fretta dalla classe vuota ancora per pochi istanti.

Mentre scendevo dalle scale lo incrociai, era con un suo amico e rideva.

Il suo sorriso. Lo amavo, era semplicemente stupendo. Il suo sorriso era così luminoso che pensai avrebbe potuto illuminare una stanza intera, pensai che era così bello che il Sole lo invidiava.

Lui era un tipo che attirava l'attenzione, più che altro per la sua bellezza, aveva un sacco di tipe che gli andavano dietro e io, beh ero io. Occhiali e apparecchio. Non potevo minimamente competere alle ragazze che di solito notava. Alte, occhi chiari e fisico perfetto. Mi piaccio e mi piacevo, quello si, ma pensavo che per lui non ero abbastanza.

Ero immersa nei miei pensieri quando la campanella suonò spaventandomi, e subito mi precipitai in classe. 

A scuola andavo abbastanza bene, ma ero nella norma, non ero una secchiona ma non ero neanche una lazzarona. 

-

Finalmente dopo una pesante ora di storia, con una professoressa abbastanza matta, arrivarono le due, quindi uscii insieme a tre mie amiche dall'aula, dopodiché aspettai Giovanna, una mia amica di quarta. Parlai con lei per tutto il tragitto da scuola fino alla fermata, ma ad un certo punto lo vidi.

Era insieme alla sua compagnia e cazzo, era inutile dire che invidiavo tutte le ragazze che gli stavano vicino. Chissà come doveva essere, sentire il suo profumo, sentire la sua voce, ridere con lui, parlare anche di cose banali ma che con lui diventavano le cose più interessanti del mondo.

Con questi pensieri salii sull'autobus, timbrai il biglietto e fortunatamente riuscii a sedermi.

Strano, pensai, di solito era pieno.

Senza che me ne accorgessi eravamo arrivati, così salutai Giovanna e mi incamminai a casa.

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