CAPITOLO 2

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Dopo essere ritornata a casa mi misi sul divano e presi il cellulare in mano; vidi che non avevo nessun messaggio così andai su Instagram.

Era sabato e c'era una festa che evitai, visto che non sapevo con chi andarci e cosa mettermi; sbuffai sonoramente quandi vidi numerose foto di persone che si divertivano e che ballavano.

Spensi il cellulare e lo buttai accanto a me, non avevo nessuna amica e questo mi rendeva triste; odiavo sentirmi in quel modo, come se io non potessi divertirmi al contrario dei miei coetanei.

Mi ero ridotta in quelle condizioni, ovvero senza nessuna amicizia, a causa del mio carattere da stronza.

Non sopportavo nessuno e per me era difficile essere amica con qualcuno che in futuro mi avrebbe fatto del male; ero sola con Oliver e questo faceva male alle volte, lui aveva i suoi amici e non potevo pretendere di stare sempre con lui.

Andai in cucina triste e incazzata con tutti e vidi mia mamma; <Amelia, ho sentito che tuo fratello va ad una festa, perché non vai con lui?>, alzai gli occhi al cielo sapendo il perché di quella domanda.

Ogni volta andavo alle feste con Benjamin ma, non divertendomi quasi mai, smisi. Mi sedetti alla grande isola <mamma, non ho nessuno con cui andarci! Non ho amici!> conclusi appoggiando il mento al palmo della mia mano e osservando i suoi movimenti.

Mi guardò e si sedette di fronte a me poggiando davanti a lei un piatto con del tonno e dei pomodori, poi disse prendendo in mano il cellulare <ti appoggi sempre agli altri. Prova a vivere un po per i tuoi conti e vai a quella cavolo di festa se ci vuoi andare> spalancai gli occhi a quelle parole.

Aveva ragione, aveva fottutamente ragione; come avrei fatto a vivere la mia vita se fossi stata sempre a casa?

Mi alzai e andai in camera. Aprii l'armadio e presi un semplice vestito nero che mi arrivava leggermente sopra il ginocchio, mi misi del trucco finendo con del rossetto rosso e finii mettendomi le mie amate Stan Smith.

Corsi di sotto e dissi a mamma che sarei andata a quella festa e lei alzò lo sguardo su di me, facendomi l'occhiolino ridendo, per poi riposarlo sul cellulare.

Era un po' distante il posto ma non mi interessava, sarei entrata e mi sarei divertita; la festa era a casa di un amico di Benjamin e sperai con tutta me stessa che mi avrebbero fatto entrare.

Arrivata davanti all'immenso palazzo alzai lo sguardo e vidi che in cima c'erano delle luci di tutti i colori e si poteva sentire la musica.

Entrai dentro e presi l'ascensore; uscita da esso c'era l'amico di mio fratello che, per fortuna, mi fece entrare.

Mi incamminai verso la musica, mi guardai attorno e vidi che c'era un piccolo tavolo dove si trovava da bere e dalla parte opposta un deejay.

Osservai la gente e vidi che c'erano molte persone, alcune ballavano, altre chiacchieravano e altre ancora si baciavano.

Dopo poco andai per prendermi qualcosa da bere, e vidi che dietro esso c'era una ragazza che ballava piano con gli occhi chiusi; quando li aprì mi sorrise e disse <ciao! Vuoi qualcosa da bere?> le sorrisi leggermente e annuii <si, vorrei un Sex On The Beach>.

In un minuto me lo preparò e poi mi porse il bicchiere; quando lo presi disse <piacere, io sono Tameka> la guardai leggermente stupita <io sono Amelia> sorrise per poi continuare <ti conosco, a scuola ti vedo ogni tanto con il ricciolino dagli occhi verdi... mi sta sul culo> terminò sbuffando ed alzando gli occhi al cielo.

Iniziai a ridere quando capii che parlava di Oliver <è il mio ragazzo> dissi tra le risate, Tameka mi guardò imbarazzata mettendosi le mani in faccia <oddio scusa! Però non mi pento di quello che ho detto> terminò con una faccia fiera.

Risi ancora di più poi le chiesi, sicuramente sotto l'effetto dell'alcool, <ti va di andare a ballare? Non sono con nessuno e credo che mi annoierò>, sorrise <vado a chiederlo a Noah se posso, torno subito!>.

Non sapevo perché avevo fatto la gentile ma, in quel momento, mi sentivo in pace con me stessa, avevo fatto amicizia con una persona ed ero felice.

Dopo poco tornò Tameka, era alta e all'inizio pensai che fosse per le scarpe ma, quando abbassai lo sguardo, notai che le aveva basse; sbuffai pensando che tutti erano alti tranne me.

Lei era una ragazza di colore e i suoi capelli neri scendevano liberi sulle sue spalle, erano davvero lunghi.

Mi sorrise e disse <Noah mi ha detto che posso venire, andiamo!> mi prese per mano e mi trascinò in pista dove la gente si accalcava per ballare; muovendomi a ritmo di musica e guardandomi attorno, vidi che dalla parte opposta alla mia stava Oliver, coperto da tutti i suoi amici che mi guardava attentamente.

Pensando che in verità non mi avesse visto continuai a ballare e, passati pochi minuti, dei ragazzi si girarono verso di noi e ci sorrisero per poi presentarsi; <ciao, io sono Ethan> ci sorrise il ragazzo castano, <io sono Luke> guardai l'altro ragazzo che aveva i capelli neri come il carbone e mi persi nei suoi occhi, era davvero carino.

Non feci in tempo a presentarmi che una voce dietro di me mi interruppe <ciao stronzi! Io sono Oliver, il suo ragazzo. Ora andate via!> i ragazzi risero e, alzando gli occhi al cielo, se ne andarono.

Guardai prima Tameka che stava guardando il ragazzo vicino a me, per poi girarmi verso Oliver <babe, che ci fai qui?> sbuffai <non potevo venirci?> il sorriso sparì dalla sua faccia e si avvicinò maggiormente <certo ma non pensavo che saresti voluta venire. Avrei voluto solo che me lo avessi detto>.

Non capivo perché dovevo sempre dirgli tutto, non potevo vivere la mia vita? <bene, noi dobbiamo andare un attimo al bagno> Tameka parlò, mi prese per il polso e mi portò via dal mio fidanzato dagli occhi pragmatici.

Volevo solo andarmene, mi sentivo in colpa per come avevo trattato Oliver, e per come mi piaceva che quel ragazzo di prima mi guardasse.
Dovevo darmi una calmata.

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