1-Ricordi

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Ricordo benissimo quel giorno.
Avevo quasi otto anni, sarebbero stati otto anni di pura felicità se non... se non ci fosse stato quel giorno.
Era domenica, come al solito aiutavo mamma a cucinare. Per lei era molto importante che io diventassi una brava moglie, in qualsiasi cosa, ma prima di tutto nella cucina.
Papà invece era interessato solamente alla mia assoluta felicità... che padre stupendo ho avuto, peccato che ero troppo piccola per rendermene conto.
Guardando il divano mi passarono in mente i momenti in cui giocavamo insieme, era tutto così...perfetto. Non ci sono altre parole per descriverlo.
Ogni domenica, mentre la mamma preparava la salsa, io mi nascondevo con papà, quasi sempre mi trovava dietro al divano, poi quando mi rendevo conto che il mio nascondiglio era principalmente quello mi passava in mente di andare dentro l'armadio, ma finivo sempre per uscire e farmi scoprire, data la mia claustrofobia. Nonostante tutto, la mia infanzia si può definire solamente Paradisiaca. Poi, un giorno, precisamente Quel Giorno, arrivò una telefonata, all'epoca c'era solo il telefono di casa e di conseguenza non si vedeva il numero.
Prima che la mamma Diana rispondesse gli avevo fatto una battuta: 《Mamma lo sai qual'è il colmo per due scheletri?》 dissi mentre lei si lavava velocemente le mani 《No》 rispose la mamma quasi divertita 《Essere amici per la pelle!》 e subito lei esplose in una risata a dir poco unica! Ero così contenta di vedere la mamma ridere, che in quel momento anche io risi. Poi andò dritta verso il telefono, e con aria ancora divertita disse: 《Pronto!》
《Lei è la signora Urso?》chiese una voce maschile e con un tono quasi depresso, li, purtroppo, capì tutto.
《Si sono io, è successo qualcosa?》 disse mamma con fare decisamente serio, aveva capito anche lei, ne ero sicura.
《Suo marito... mi ha chiesto di dirle che amava follemente le due donne di casa...》credo che sia la mamma, sia l'uomo dall'altro lato piangevano, e io, che avevo già capito tutto, avevo le guance già umide di lacrime...
《Con questo cosa vuole dirmi...?》Chiese lei, singhiozzando e piangendo in silenzio, come se non volesse che la vedessi così, ma era impossibile nascondere l'espressione di una perdita così... inaspettata sicuramente, ma è stato anche un momento tragico, non vorrei mai perdere anche mia madre.
《Suo marito... beh... le mie condoglianze, ora lei è vedova...》
a quel punto lei gli chiuse il telefono in faccia, si sedette sul divano, ed esplose in pianto liberatorio.
Poi mise i suoi occhi color oro, ma ormai diventati rossi sui miei, e vedendo tutte quelle lacrime scorrere sulle mie guance mi disse un appena udibile "Vieni qui".
Così feci. Lei mi accolse fra le sue calorose braccia, poi inginocchiandosi mi guardò e disse: "Amore...credimi. Riusciremo ad andare avanti. Troveremo il modo... Menomale che ci sei tu".
A quelle parole rimasi di stucco, anche le mie lacrime cessarono di cadere.
Poi la strinsi forte a me, così forte che il dolore fisico superava quello psicologico credo.

ANGOLO AUTRICE:
È solo questa parte della storia drammatica, credetemi.
Andando avanti spero che possiate innamorarvi della storia e dei personaggi, o almeno, io cerco di fare questo. Ad ogni modo, spero che questo capitolo, per quanto triste possa essere, vi sia piaciuto. In questo caso vi invito a lasciare una stellina o un commento o tutte e due ahahah.
Al prossimo capitolo!

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