3-Lavoro

2 0 0
                                    

Mi svegliai con il rumore della pioggia che sbatteva sul tetto. Aprì gli occhi e mi sedetti sul letto. Poi mi ricordai: era il grande giorno, mamma andava a lavorare. Non fui poi così felice di ciò... ma non contava la mia opinione in quel momento. Ebbene si.
Caddi in uno dei miei patetici periodi di chiusura. Spesso, con gli esseri umani buoni e cattivi, i miei sensi semplicemente si staccano, si stancano: lascio perdere. Sono educata. Faccio segno di sì. Fingo di capire perchè non voglio ferire nessuno.
Questa è la mia debolezza che mi ha procurato più guai. Cercando di essere gentile con gli altri mi ritrovo con l'anima a fettucce, ridotta ad una specie di tagliatelle virtuali. Non importa il mio cervello si chiude. Ascolto. Rispondo. E sono tutti troppo ottusi per rendersi conto che io non ci sono... Ad ogni modo, vado in cucina e vedo mia madre che sta cucinando i pancakes. Gli sorrido, lei mi da il suo buongiorno, e poi mi siedo a tavola aspettando da mangiare. Mi diede un piatto con tre pancakes e mi da un pezzo di burro da mettere sopra. Essendo poveri non potevamo permetterci un lusso... almeno avevamo una casa e una vita stupenda, certo se non fosse stato per mio padre... mi lasciai andare, esplosi in un pianto liberatorio. Mia madre mi guardò e ancora una volta gli scese una lacrima.
《È per tuo padre vero?》 chiese tra un singhiozzo ed un altro. Io annuì e iniziai a mangiare, anche se mi era passato l'appetito. Lui mi mancava, mi mancava come l'aria quando sei sommersa in acqua. Sapevo già da piccola che i pianti erano inutili, le foto, forse anche i ricordi. Lui non c'era più e io dovevo accettarlo. Quando finì i miei pancakes mi preparai velocemente e uscì mano nella mano con mia madre. Mi disse che la casa dove avrebbe lavorato era a pochi passi di li, più o meno mezzo chilomentrò specificò.
Continuavo a camminare e a guardarmi i piedi, poi venni interrotta:
《Nadia siamo arrivate! Guarda qui che meraviglia!》. Alzai la testa e ammirai. Era una vera meraviglia! Fuori era ricoperta da pietre di un grigio tortora, aveva anche delle colonne bianche vicino la porta d'ingresso, che sorreggevano il balcone al primo piano. Riuscì anche ad intravedere la piscina, inutile dire che era almeno per due cento persone! La mamma prese coraggio e bussò.

ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti! Scusate per il grande ritardo ma ho avuto molto da fare. Spero che questo capitolo vi piaccia!
Al prossimo capitolo!

Un giorno in piùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora