Capitolo 17

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L'aria frizzantina e un po' di nebbia stava calando sul piccolo villaggio magico, ma la foschia era rischiarata da mille piccole luci visibili in corrispondenza delle guglie del Castello di Secolaria.

La strada principale, Viale Cagliostro che da qualche giorno veniva occasionalmente spolverata dalla prima timida neve era stranamente agitata per l'orario serale: cappelli a punta, mantelli, scarpe pesanti e sciarpe svolazzanti brulicavano di una vita resa meno frenetica e molto più festosa dalle decorazioni natalizie approntate dai negozianti del borgo che, quell'anno, sembravano aver dato fondo al loro fantasioso estro nonostante il clima teso ed ansioso dovuto agli attacchi sempre più diffusi su tutta la regione.

Ghiaccioli scintillanti di varie fogge e dimensioni, brillavano sospesi nell'aria tracciando mezzelune che univano i due lati della via con traballanti congiunzioni; piccole sculture di ghiaccio ritraevano unicorni, corvi e centauri maestosi in omaggio alle confraternite della scuola e i suoi studenti ospiti fissi del fine settimana. Delle ghirlande blu, rosse e verdi sfrecciavano da un capo all'altro del centro componendo a mezz'aria scritte benaugurali ed esplodendo di tanto in tanto in una pioggia di scintille, piccole pigne dorate e bacche d'argento irroravano la folla di impalpabile polvere metallica che si dissolveva all'immediato contatto.

Le vetrine dei negozi offrivano i nuovi assortimenti per le feste; offerte speciali, grandi classici rivisitati, ma la grandissima novità mai vista prima di allora risiedeva nella piazzetta del villaggio.

Tutti i luoghi magici italiani e non erano stati colonizzati da volantini che pubblicizzavano l'evento per richiamare visitatori da tutto il mondo.

Qualsiasi Mago, Strega o Creatura si sarebbe avventurato nel borgo avrebbe visto i grandi striscioni animati disseminati in ogni dove che riportavano in calce la scritta "Mercatini di Natale" e si sarebbe visto consegnare da piccoli Folletti di panpepato incantato una pergamena illustrativa degli esercizi commerciali coinvolti.

Da quelli di Piazza dei Mercanti a Roma, a Serpentara, ad attività artigianali appena inaugurate gli avventori avrebbero trovato moltissimi articoli, noti o originali, per se stessi o da destinare per eventuali regali.

Seguendo le indicazioni riportate sulla mappa i visitatori avrebbero raggiunto lo spazio circolare dove al centro troneggiava un grande abete con decorazioni multicolori e con in cima un buffo angelo biondo, cicciotto, con calzettoni a righe bianche e rosse e l'aureola storta sulle ventitrè: sotto un paio di baffi a manubrio, una boccuccia imbronciata avrebbe intonato a richiesta una carola natalizia, anche se un po' controvoglia.

Pareva infatti che non gli avessero riconosciuto i diritti angelico-magici sindacali, collocandolo a tradimento sulla sommità del sempreverde incollandogli i mutandoni agli aghi di pino con un incantesimo di Adesione Permanente.

In perfetto cerchio i più incredibili, fantasmagorici e personalizzati stand avrebbero letteralmente deliziato i compratori spingendoli ad aprire i portafogli o correre all' BPM (Banca Popolare Magica) per dar fondo ai caveau: dagli alimentari alla cancelleria, dalle ultime novità sui manici di scopa a quelle alcoliche, dalla cura estetica a quella animale, senza difettare di un immancabile tocco zuccherino, TUTTI avrebbero trovato qualcosa di proprio gradimento.

Jacopo preferì non addentrarsi tra la folla, dopo aver fatto compere decise di mettere tutto dentro una sacca e si divincolò tra i vicoli per raggiungere l'ultimo dei tre Ostium.

A breve si ritrovò sulla strada sinuosa che conduceva fuori città. Riuscì a trovare sia l'incrocio che la biforcazione, purtroppo mancò il sentiero giusto. Ripercorse i suoi passi, raggiunse infine una stradina sterrata quasi completamente nascosta dalla fitta vegetazione.

Dopo averla imboccata avanzò con cautela tra la buche finché il bosco non iniziò a diradarsi. Superò un cartello che segnalava pericolo "creature oscure", fece una risata sommessa e qualche istante dopo si trovò davanti al cancello del cimitero abbandonato di Serpentara.

Delimitato da colonnine di mattoni e da un'inferriata arrugginita il cimitero era adagiato in un lieve avvallamento e dava l'impressione di essere sul punto di sprofondare. Il campo era ombreggiato da grandi querce coperte da rampicanti su cui dominava una grande magnolia centrale. Dal tronco massiccio spuntavano radici aeree che si protendevano verso il terreno con lunghe dita artritiche.

Se un tempo quello era un luogo pulito e ordinato pieno di pace per l'eterno riposo, adesso aveva un aria decisamente trascurata. Il viale ricoperto di ghiaia che partiva dal cancello principale era pieno di buche e coperto da un manto di foglie. Vicino alle lapidi quasi tutte sbrecciate erano spuntate le erbacce. Intorno non c'erano altri segni di civiltà.

Jacopo spinse il cancello arrugginito che cigolò sul cardine e si avventurò lungo il vialetto. Guardò le lapidi e fu sorpreso dalla mancanza di iscrizioni, ma si rese conto che doveva essere colpa degli agenti atmosferici. Le poche decifrabili risalivano al Settecento. Poco più avanti sorgeva una cappella funeraria diroccata e molti altri monumenti funebri erano danneggiati o in rovina. Non vi scorse segno di atti vandalici, ma solo la decadenza naturale delle cose. Sembrava che nessuno fosse più stato sepolto li da decenni, il che spiegava lo stato di abbandono.

Si fermò all'ombra della magnolia e dal punto in cui si trovava poteva già vedere chiaramente il grande ed antico mascherone in marmo pavonazzetto che rappresentava un volto maschile barbuto con gli occhi, il naso e la bocca forati. 

Nei secoli fu interpretato come raffigurazione di diversi soggetti come: il dio Oceano, un Oracolo o anche come un Fauno. L'Ostium era coperto da rampicanti ed era totalmente identico a quello della Piazza romana dove era stata costruita la chiesa di "Santa Maria in Cosmedin", nella quale nel 1632 fu murato nella parete del pronao l'antico mascherone denominato dal 1485 come: "Bocca della Verità" – che era stata chiusa ai turisti ed hai normali cittadini da un'ordinanza del Governo italiano, il quale si era accordato con quello magico così da permettere a tutti i magi e le streghe di usarlo come portale per teletrasportarsi da un luogo all'altro. 

Vi erano altri svariati Ostium ovviamente, sparsi per tutta L'italia, ma questo era tremendamente caratteristico.

Il ragazzo si sistemò i capelli riccioluti indietro e introdusse all'interno del buco della bocca della maschera la mano destra, sulla quale primeggiava nel mignolo un anello in platino, con incastonata un piccolo rubino, che apparteneva alla sua famiglia da secoli.

«Roma» sussurrò il ragazzo dai lunghi e ricci capelli biondi, stringendo a sé la sacca nera e provando la familiare, ma sempre strana sensazione di mancanza di gravità, che lo sollevò leggermente da terra per poi farlo sparire con un "plop" da quel luogo.

«Roma» sussurrò il ragazzo dai lunghi e ricci capelli biondi, stringendo a sé la sacca nera e provando la familiare, ma sempre strana sensazione di mancanza di gravità, che lo sollevò leggermente da terra per poi farlo sparire con un "plop" da que...

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