Parliamo di Naruto.

Gaara

Nato il 19 gennaio.

Il suo aspetto è la prima cosa che salta all'occhio. Un simbolo sulla fronte che significa "Amore", occhi chiari circondanti da pesanti occhiaie nere e capelli rossi fuoco formano questo personaggio di cui è difficile non innamorarsi.

Forza portante del demone Tasso, Gaara è stato un personaggio molto interessante sotto molti punti di vista.
Il suo passato è qualcosa di straziante e viene svelato col tempo per farci conoscere meglio questo ragazzo solitario e potente allo stesso tempo.

Quando era un semplice bambino venne lasciato solo da tutto il suo villaggio e anche dai suoi coetanei. Egli non ha mai potuto svelare la sua paura e l'enorme tormento che gli procurava il potere del demone Tasso all'interno del suo corpo. Non ha mai avuto amici e nessuno gli ha insegnato cosa fosse o meno l'amore.

L'unica cosa su cui poteva contare era la sua sabbia, per lui fonte da utilizzare per la sua vendetta. In futuro si scoprirà che la sua cara sabbia rappresenta semplicemente la protezione e l'amore di sua madre, morta troppo presto.

La sua famiglia, composta dal padre e dallo zio, non sarà in grado di migliorare le cose. Lo stesso padre ordinerà l'uccisione del figlio per mano dello zio del ragazzo, tra l'altro l'unico che sembrava essere affezionato alla sua sorte. Eppure lo zio non proverà nessun affetto sincero per il nipote, anzi si scoprirà che l'unica cosa che riesce a provare è odio nei suoi confronti, perché la nascita di Gaara ha portato alla morte di sua sorella. Per fortuna la sua sabbia salverà il futuro ninja dal tentato omicidio. 

Dopo questo episodio, in cui si accorge che nessuno lo ama, si inciderà sulla fronte un simbolo col significato di "Amore". Amore per se stesso e basta, ovviamente. 

Solo e abbandonato decide di considerare la sua stessa vita la cosa più importante al mondo, senza considerare le vite altrui. Diventa un ragazzo cinico e apatico, incapace di provare qualsiasi emozione o sentimento umano.

L'unica azione che riesce a provocargli una qualsiasi emozione è uccidere, infatti durante gli esami tenterà di uccidere il giovane Rock Lee senza riuscirci.

Alla fine degli esami, dopo essersi trasformato in demone affronterà una dura lotta contro Naruto, che gli farà capire che la vera forza risiede nell'amicizia e nei compagni. Naruto riuscirà a far breccia nel cuore di Gaara soprattutto grazie allo stesso vissuto dei due, fin da bambini destinati a qualcosa di tremendamente più grande di loro e abbandonati da tutti per paura.

Gaara si farà perdonare in futuro aiutando i ninja di Konoha in vari occasioni e aiutando Rock Lee in un duro scontro.

Accetterà persino un'allieva di nome Matsuri con cui mostrerà la sua estrema saggezza. Ed è proprio con Matsuri che molte persone lo vedrebbero bene, una coppia davvero dolce e particolare, che purtroppo non ha preso ancora forma. In fondo ci spero ancora, non lo nego.

Quando diventerà quinto Kazekage le persone inizieranno ad ammirarlo e a provare dell'affetto sincero per lui. Inoltre Gaara riuscirà ad instaurare un vero rapporto familiare con suo fratello e sua sorella.

Nella quarta guerra mondiale ninja sarà generale e vedendo la scena iniziale dove ormai tutti erano pronti alla guerra non posso negare che mi è piaciuto molto vedere lui, sicuro di sé pronto a fare del suo meglio per tutti, non solo per se stesso.

Gaara è un personaggio profondo, impossibile da odiare e con una storia davvero ben fatta.
Spesso ci ritroviamo soli e ci sentiamo quasi in dovere di diventare più freddi ed egoisti per proteggere noi stessi ed è la stessa cosa che aveva imparato a fare lui da giovane. Col passare del tempo però riuscirà a maturare un nuovo atteggiamento, sicuramente più positivo, ma senza abbandonare i suoi tratti caratteristici. Rimarrà sempre di poche parole, con uno sguardo serio e una voce profonda.

Per quanto a tutti piacerebbe rinchiuderci nel nostro guscio di sabbia, lui ci insegna come uscirne perché la vita è un rischio, sempre. E uno dei rischi più frequenti sarà sempre quello di soffrire a causa degli altri, ma non per questo dobbiamo rinchiuderci.