Capitolo Due

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"Regina calmati" rispose lui accarezzandole dolcemente il braccio

Si sedette sul letto, tranquillizzandosi

"Spero che non rimarrai delusa nel sapere che purtroppo non sono il vero Robin, non quello che conosci tu ovviamente" iniziò a spiegare, lasciandola ancora più sorpresa e confusa di prima

"Vengo da un altro reame, con l'unificazione dei regni a Storybrooke si è sparsa la voce" disse continuando

"Fammi capire, tu sei Robin, ma non il vero Robin e sei venuto qui a fare cosa?" domandò alzandosi dal letto, guardandolo negli occhi

"Nel mio universo sono io il vero Robin, non sono quello del tuo ovvio, ma siamo identici. Sono venuto a vederti di persona, la Regina del mio universo è l'opposto di ciò che sei ora, è uguale a come eri prima dell'arrivo di Emma" le spiegò

Cercò di mettere tutte le informazioni insieme. Il regno del Robin che aveva di fronte era governato da una regina cattiva, dalla sua versione cattiva. Per questo motivo non l'aveva mai incontrato e lui era ancora vivo.

"Sono riuscito ad arrivare qui attraverso un portale, ero alla festa, nascosto in fondo alla stanza. Ti ho sempre ammirato, ma non ho mai avuto l'occasione di parlare con la te del mio mondo" le disse accarezzandole il viso

"Sei uguale a lui" fu tutto quello che riuscì a dire

"Lo so, e tu sei uguale a lei" rispose avvicinando le labbra a quelle di lei

Qualcosa le diceva di non cascarci, che probabilmente era un sogno... Ma dall'altra parte non lo avrebbe scoperto nessuno, si sarebbe svegliata alla mattina e il sogno sarebbe svanito nel nulla

Toccò le labbra di lui con le sue, un contatto che, cone previsto, non le suscitò nulla, solo un breve brivido iniziale lungo la schiena. Era un sogno, nei sogni non si possono provare emozioni... o forse si?

Avvolse le braccia attorno al collo di lui, strisciando un polso contro la fibbia della sua faretra, provocandole dolore.

Fu insolito, dato che fino a poco prima non stava provando nulla. Forse la sua immaginazione le stava giocando un brutto scherzo

"Scusa, non avrei dovuto. Non posso lasciare che i miei sentimenti per te prevalgano sui tuoi" si scusò lui, indietreggiando di poco

Lei rimase in silenzio

"Regina, io credo nel destino, se il Robin di questo regno è morto per proteggere te, forse è un segno. Forse l'ha fatto perché sapeva che prima o poi qualcuno si sarebbe preso cura di te. Io sono disposto a farlo. Il mio destino è di stare accanto a te, ne sono sicuro, è il motivo per cui sono venuto qui. La mia Regina non sa neanche che esito, tu si" disse Robin, notando il suo silenzio

"Robin io... non lo so" fu sincera

Notava la differenza tra i due. Fisicamente erano identici, ma lui non le trasmetteva le stesse emozioni che le faceva provare il suo Robin. Il contatto con la sua pelle non le faceva provare nulla, era come toccare qualcosa di inerme. Le sue labbra non le davano le stesse sensazioni, tutto era così meccanico, come se lui non dovesse essere lì in quel momento.

"Posso capirti, non insisterò se non te la senti. Forse potrà sembrarti un po' strano ma... sono io, sono lui" le disse accarezzandole di nuovo il volto

Lo baciò di nuovo, con più scioltezza di prima, accarezzandogli i capelli, mentre lui appoggiò le mani sui suoi fianchi. Le labbra di lui si muovevano ritmicamente su quelle di lei e per un momento, solo per un momento, si dimenticò di star baciando la persona sbagliata.

Fu lei a interrompere il bacio, proprio come era stata lei ad iniziarlo

"No, non sei lui" sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra per poi baciarlo di nuovo

Una parte di lei sapeva che non era lui, ma l'altra le diceva di continuare, che le mancava Robin e forse, se non fosse stato un sogno, sarebbe anche riuscita ad innamorarsi anche di lui. Non ora, ci sarebbe voluto sicuramente del tempo. Prima di tutto avrebbe dovuto allontanare il pensiero fisso che non fosse lui, che nonostante l'aspetto fisico identico e il carattere più o meno uguale, non era lui.

Se non fosse stato un sogno,  ci avrebbe provato.

Ormai il pensiero di svegliarsi la mattina e accorgersi che non c'era stato nulla la tormentava. Da una parte sarebbe stato meglio così, dall'altra sarebbe stata alquanto infastidita.

Erano ormai passate alcune ore dal suo risveglio improvviso, ore che erano sembrate solo una manciata di minuti.

Continuò a baciarlo, indietreggiando sempre di più, fino a toccare con le gambe il materasso del letto. Le sue mani scesero lungo la sua camicia, sbottonandola, mentre lui si era già tolto arco e faretra da tracolla

"Regina, non devi" disse lui appoggiando le mani sulle spalle di lei

Il messaggio non fu recepito, sentito si, ma recepito no. Il suo cervello non le stava più dando segni di funzionamento, non lo stava più ascoltando, sentiva solo parole indefinite.

Gli tolse la camicia, seguita dalle scarpe e dai pantaloni, senza mai smettere di baciarlo.

Anche la vestaglia di lei finì presto sul pavimento.

La fece allungare, con la schiena contro il materasso, prima di iniziare a baciarla di nuovo.

It's not the same... ➳ Outlaw QueenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora