Tre

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Ventiquattro dicembre millenovecentonovantatre

Ero a casa di Levy, nella camera che dividevamo io e mio fratello.
Ero stesa a a terra con le gambe stese sul muro,
Odiavo questa casa, mi faceva venire mal di testa, probabilmente non era la casa ma lui a farmi venire mal di testa.

"Greta, zuccherino vieni qui mi serve una mano" la porta di aprì di scatto
"Che vuoi?" Non mi girai
"Alza quel culo e aiutami cazzo, lo vedi in che cazzo di condizioni sono" sentivo il dolore nelle sue parole
Era in crisi d'astinenza succedeva spesso se non sempre, ora fa meno paura di quando ero piccola.
Si avvicinò verso di me e mi tirò dal braccio con forza per mettermi in piedi
"Mi stavo alzando, non ce bisogno di rompermi un alta volta il braccio cristo"dissi massaggiandomi la spalla
"Tieni" mi passò una siringa
"Non la voglio la tua merda"
"Non è per te,ho le vene chiuse, dai piccolina aiuta in tuo papà non lo vedi quanto sto male" disse accarezzandomi il viso
"Togli le mani da me" dissi sospirando
"Dammi il braccio" non era la prima volta che facevo neanche questo, tremava talmente tanto che da solo avrebbe rischiato di ammazzarsi, e lo sapeva.
Eravamo seduti sul letto e cercavo disperatamente di fare in fretta per mandarlo via,dopo il quinto buco trovai una vena aperta, buttò la testa all'indietro e fece un gemito di piacere, tolsi la siringa e rimasi li a guardarlo.
Iniziò a fissarmi e allungò una mano sul mio viso.
"Sei così bella, la mia bambina, sei come tua madre..." disse avvicinandosi
"Vai via" dissi alzandomi in piedi
Si alzò e mi tirò verso di se con forza.
No,non ancora,non ancora
"Sai mi siete mancati tu e Chris, ma te sopratutto, mi sei mancata tutta" disse facendo scorrere la mano sotto la gonna
"Vai via, vai via cazzo" era talmente debole che alla mia spinta cadde in terra e non ebbe le forze di rialzarsi, era talmente magro ora che forse gli avevo rotto io un braccio.
Usci dalla stanza correndo, poi uscì di casa.
Mi infilai il piumino e presi la strada per il parco, guardai a terra le mie buffalo bianche ormai sporche e anche rotte, mi ricordavano me, sporca e rotta, forse ero anche da buttare via, come le scarpe.
Entrai nel primo bar aperto e ordinai un caffè e comprai le sigarette, bevvi veloce e uscì per fumare.
Ne presi una e l'accesi lasciandomi scivolare sul muro, fino a terra appoggiando la faccia alle ginocchia.
Mentre fumavo pensavo che domani è natale.
Dove sarei andata?
Non sapevo neanche dove ero ora.
Finì di fumare ed entrai nella cabina telefonica, chiamai casa di matt con gli ultimi spicci che avevo.
"Pronto?" Rispose una donna
"Signora Miller solo Greta c'è Matt a casa?" Chiesi cercando di essere più disinvolta possibile
"Si è di sopra , c'è anche tuo fratello, lui rimane a cena, ti fermi anche tu?" Chiese lei con voce allegra
"Certo" dissi felice
"Ti chiamo Matt" disse infine
La madre di Matt mi adorava, mi ha sempre adorato e la cosa mi ha sempre messo un po ha disagio.
"Ehi bimba sei sparita oggi" disse ridendo
"Matt vieni al Blue Caffè non sto bene" dissi velocemente
"Che è successo?"
"Muoviti ti racconto quando arrivi"
"Greta va tut-" riattaccai anche se non aveva finito, non avevo voglia che sua mamma sentisse.
Rimasi in piedi a fumare ancora, i miei tentativi di trattenere le lacrime si fecero vani quando lo vidi sbucare dall'angolo.
Corse verso di me e sprofondai piangendo nella sua felpa
"Penso di aver già capito" disse accarezzandomi la testa e trascinandomi verso la panchina.
Matt è la prima persona a cui ho raccontato di mio padre, è l'unica persona a cui ho raccontato di mio padre.
Tutti i miei amici sanno che mio padre si droga e spaccia, tutta la scuola lo sa, e tutti sanno anche cosa ha fatto in passato, ma questo non lo sa proprio nessuno.
Avevo dodici anni la prima volta, lui ne aveva trentuno.
Da li è diventato un vizio, fino a due anni fa, quando siamo andati a vivere da mio zio, non andavamo mai da Levy, qualche volta Chris ma raramente.
Abbiano ricominciato ad andarci da poco perché ci sono i nonni, e loro non ce la facevano più a fare la metro tutti i giorni.
Non pensavo ci provasse ancora, l'ultima volta era stato tre mesi prima.
Mi ruppe il braccio, e non si fermò.
Lui non si ferma mai.
Mi accompagnò Matt all'ospedale e poi chiamammo mio nonno per firmare la dimissione.
Se solo sapesse cosa è diventato suo figlio, e cosa alla sua nipotina, morirebbe di dolore.
Chris lo ammazzerebbe, sarebbe troppo per lui.
"Greta, io lo ammazzo, ti prego dammi il permesso" disse lui con le mani fra i capelli
"Non fare un cazzo hai capito? Non c'entri nulla te, non puoi metterti in questi casini" ero seria, non avrei potuto sopportare le conseguenze se lo avesse fatto sul serio.
"Che cazzo devo fare? Consolarti quando succede? Greta devi fare qualcosa e se non la fai te la dovrò fare io" disse alzando la voce
"Smetti di urlare ti prego" dissi io singhiozzando spaventata.
Mi faceva paura anche lui ora, avevo paura di tutto.
"No piccola cazzo non volevo spaventarti... scusa cazzo, sbaglio sempre tutto merda, ma non so più che fare mi faccio schifo perché non posso fare un cazzo" disse lui avvicinandosi e passandosi le mani nei capelli nervosamente
Mi avvicinai e gli sfiorai le labbra con le mie
"Te rimani qui, non andare via, rimani qui" dissi guardandolo, lui sorrise e mi bacio di nuovo
"Ho voglia di farmi, sai dove trovare qualcosa" chiesi asciugandomi le lacrime.
"Passiamo da Martin, forse ha qualche pasticca" disse lui tendendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi
Mi mise il braccio intorno al collo e andammo da Martin.
Mi veniva da vomitare, ma non lo dissi a Matt non mi avrebbe fatto prendere nulla e di bere non se ne parlava.
Volevo solo sballarmi un po per dimenticare un po tutto, almeno per un ora.

A/N
Allora è il primo spazio "autrice" anche se diciamo che sono tutto tranne che un autrice.
Comunque era per scusarmi per l'orario indecente ma sono distrutta dalle migliaia di versioni di latino che faccio e la notte è l'unico momento in cui scrivo

Ps siate clementi per gli errori domani rileggo tutto con più lucidità e per pubblicare che non so quando ne avrò tempo!

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