Capitolo 1

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La Guerra Oscura è finita da ormai due anni, grazie alla cattura di Sebastian, e sono due anni che non vedo Magnus Bane perché sono stato impegnato a dare una mano agli Shadowhunters a risistemare Alicante e a partecipare a tante riunioni del Consiglio, sulla punizione da infliggere a Sebastian, che ne ho perso il conto.

Già, ci è voluto un sacco di tempo per risistemare tutto ma, dopotutto, abbiamo fatto ogni cosa senza l'utilizzo della magia quindi è normale.

Ora mi trovo a New York, davanti all'appartamento del Sommo Stregone di Brooklyn.

Suono al campanello e il padrone di casa viene ad aprire direttamente la porta prima di chiedere chi sia al citofono.

- Sto arrivando Cata... - Appena mi guarda si blocca con gli occhi sgranati.
- Ciao Magnus. - Saluto timidamente.
- Alexander Lightwood, qual buon vento ti porta a bussare alla mia porta?
- Devo parlarti.
- Oh, okay, entra. - Dice spostandosi di lato per lasciarmi passare.

Questa volta il suo loft è arredato come una casa moderna: tre divani neri disposti a semicerchio intorno ad un tavolino di vetro con appoggiato sopra un telecomando della PlayStation e il telefono dello stregone. È molto spazioso e ben illuminato. Nonostante non abbia mai visto il suo appartamento così noto che ha mantenuto tutti i libri che gli ho regalato io nella libreria addossata alla parete.

- Accomodati, pure. - Mi disse indicando il divano di fianco a lui.
- Grazie. - Dico sedendomi.
- Allora, di cosa volevi parlarmi?
- Be'... Il Conclave mi ha chiesto di informarti che tra una settimana ci sarà l'esecuzione pubblica di Sebastian. Tutti i nostri alleati sono invitati e se riesci a comunicarlo anche agli altri Nascosti mi faresti un grandissimo favore.
- Alec, lascia da parte le formalità. Dimmi la verità sul perché sei venuto qui.
- Mi... Mi... Mancavi. - Balbetto imbarazzato.
- Oh, Alexander. Anche tu mi sei mancato.
- Scusa se sono stato via tanto a lungo. Ma mi hanno incastrato e dovevo aiutarli.
- Non importa. Solo, puoi aggiornarmi su quello che è successo? Ultimamente sono stato un po' escluso.
- Niente di particolare. Simon e Isabelle hanno finalmente deciso di mettersi insieme. Clary e Jace stanno pensando di sposarsi. I miei genitori non sanno ancora della mia omosessualità però si stanno riavvicinando e recuperando il rapporto quindi non ho intenzione di mettere altra carne sul fuoco proprio adesso. E...
- Cosa?
- Non so se è meglio che te lo dica o che stia zitto ma ci sono un sacco di ragazze che ci stanno provando spudoratamente con me.

Ci guardiamo un attimo poi lui scoppia a ridere mentre io rimango a guardarlo con una faccia da pesce lesso.

- Oh, Alexander... Non le avrai mica scaricate tutte, vero?
- In realtà sì. Non mi va di illudere la gente. - Dico grattandomi dietro la testa imbarazzato.
- Per l'Angelo. E nessuno ci ha ancora trovato niente di strano in questo?
- No. Ah, mi sono dimenticato. Luke e Jocelyn hanno avuto una bambina, Diana. - Sorriso finché dico queste parole perché la piccola è molto carina e mi vede un po' come il suo fratello maggiore.
- Da come ne parli sembra che ti piaccia. - Dice leggermente acido.
- Diciamo che sono diventato fratello un'altra volta. Non so perché ma mi cerca in continuazione e sono l'unico in grado di farla addormentare solo tenendola in braccio.
- Sei il suo idolo. Devo esserne geloso?
- No, assolutamente.
- E Jace? Ti dispiace che si sposi?
- Magnus, quella con Jace era solo una cotta adolescenziale, e poi è il mio parabatai.
- Sì ma...
- Sei la prima e unica persona che ho amato, amo e amerò veramente nella mia vita. So che il tempo è passato e posso capire che magari tu non voglia ricominciare subito ma ti aspetterò. E se cambierai idea non fa niente, troverò un modo per andare avanti, come ho sempre fatto, ma non amerò nessuno. Ti resterò fedele finché la morte non mi prenderà.

Vedo i suoi occhi diventare lucidi e lui che sembra felice. Mi mette una mano sulla gamba e si sporge verso di me per abbracciarmi.

- Non hai capito niente, come gli anni passati. Alec, io ti amo e, sì, forse ho bisogno di un po' di tempo ma non ti lascerò andare.

Lo stringo a me e gli accarezzo la schiena. Lui mi prende il volto tra le mani e mi accarezza una guancia con il pollice mentre io arrossisco leggermente provocando un sorrisetto divertito allo stregone.

- Sei rimasto lo stesso. Arrossisci ancora ogni volta che ti viene dimostrato affetto.
- Non mi capita spesso di trovarmi davanti la persona più bella che conosca mentre questa mi assicura che tiene ancora a me, dopotutto.

Lui sorridere felice e mi guarda con occhi dolci.

- Vuoi restare per cena?
- Okay. Tanto all'Istituto non c'è nessuno siccome i miei sono ancora a Idris.

Ci mettiamo a preparare da mangiare e quando abbiamo finito di mangiare lui mi dice di andare in salotto mentre lui lava i piatti perché non gli piace quel "aggeggio" che i mondani chiamano lavastoviglie, o almeno dice così lui...

Mi siedo sul divano ma la stanchezza causata dalla giornata mi assale. Ci scivolo sopra finché non ci sono disteso sopra e chiudo gli occhi. Sono consapevole che quando Magnus mi vede mezzo addormentato mi mette addosso una coperta e mi da un bacio sulla guancia.

- Buonanotte, fiorellino. - Mi sussurra all'orecchio e io sorrido impercettibilmente.

Poi si siede sul divano di fronte e mi guarda mentre il sonno mi fa perdere i sensi ma mi addormento felice con il viso dello stregone che è ancora impresso sotto le mie palpebre.

****
Mi sveglio con il mal di schiena e il torcicollo a causa del divano, che sì era comodo ma troppo piccolo per me.

Apro gli occhi e trovo davanti il volto sorridente di Magnus.

- Buongiorno Alexander. Vuoi del caffè?

Annuisco e mi striracchio facendo scrocchiare le ossa.
Lo stregone torna da me con due tazzine di caffè caldo e me ne porge una.

- Grazie. - Dico mentre lo guardo e mi accorgo che si sta sforzando un sacco per non ridere. - Cosa c'è?
- I tuoi capelli: sembra che un riccio si sia appollaiato sulla tua testa.

Cerco di appiattire i capelli con le mani.
- Aspetta. - Dice e schiocca le dita. - Ora è molto meglio!
- Non ci hai messo i glitter, vero? - Dico scherzosamente.
- No, non preoccuparti.
- Oggi devo rimettere in sesto l'Istituto. Mi hanno promosso come capo perché i miei genitori hanno deciso di restare ad Alicante.
- Oh, congratulazioni.
- Ora è meglio che vada. Se hai bisogno sai dove trovarmi. Vieni a qualsiasi ora, anche di notte.
- Certo fiorellino. Era una proposta? - Dice con sorriso malizioso e gli occhi felini con una strana luce.
- Cosa? Oh, no. Ma cosa vai a pensare Magnus?! - Dico diventando più rosso di un pomodoro maturo.
- Dai stavo scherzando! So che è troppo presto per te.
- Scusa. - Dico in imbarazzo e mi sento un po' umiliato.
- Non era per rimproverarti: capisco che entrambi abbiamo bisogno di tempo prima di fare qualunque cosa.
- Grazie. Ora devo andare veramente. Ciao Magnus. - Mi volto verso la porta.
- Ciao fiorellino. - Sussurra ma comunque abbastanza forte perché io lo senta.

Quindi esco dall'abitazione con le guance ancora arrossate e un vero sorriso sulle labbra, uno di quei sorrisi che era troppo tempo che non facevo.

Malec: We Can Change The WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora