Capitolo 2

470 15 1
                                    

Sono passati alcuni giorni durante i quali ho pulito e riordinato tutto l'Istituto però sono riuscito a trovare il tempo per vedere Magnus una volta al giorno per parlare e passare del tempo assieme.

Ora che ho finito di fare Cenerentola in giro posso pensare agli allenamenti infatti è tutto un pomeriggio che non mi fermo un attimo. Tra arco e spada, con cui sono discretamente migliorato, non mi accorgo che è ormai ora di cena. Decido di farmi una doccia e poi di preparare qualcosa da mangiare. Mi ritrovo a cena con una bistecca e delle verdure.

Quando ho finito metto i piatti nel lavandino ma siccome sono stanco morto decido di andare a letto e pensare domani alle cose da lavare. Prima ancora che la mia testa tocchi il cuscino sto già dormendo. In questi ultimi tempi ho imparato a "dormire con un occhio solo", come dice mia sorella, quindi riesco a percepire se c'è pericolo intorno a me anche mentre sembra che stia dormendo. Una delle poche cose positive che mi ha lasciato Edom.

Sento suonare il campanello e mi alzo di scatto. Controllo l'orario sul telefono: 1:35. Mi dirigo verso la porta anche se non ho la minima idea di chi potrebbe essere a quest'ora. Apro e mi ritrovo davanti Magnus che mi guarda come se fossi un bocconcino prelibato.

- È successo qualcosa, Magnus? ...Magnus? Magnus! - Dico schioccando le dita davanti al suo viso.
- Eh? - Sembra essere appena caduto dalle nuvole.
- Tutto bene? È successo qualcosa?
- Sto bene.
- Sicuro? Mi stavi guardando come se fossi un pezzo di cibo e tu non mangiassi da mesi.
- Be', ti sei accorto di cosa mi sono trovato davanti?

Abbasso lo sguardo su di me per poi notare di indossare solo dei pantaloni della tuta e di avere il torso nudo.

- Ops...
- Comunque sono venuto per chiederti un favore: posso dormire con te? A casa non ci riesco. Gli incubi su mio padre continuano a tormentarmi.
- Certo, ho un sacco di stanze libere. - Dico entrando nell'edificio e chiudendo la porta dopo aver fatto entrare il mio ospite.
- No, non hai capito niente, Alexander. Voglio dormire con te, sai, tipo nello stesso letto.
- Oh, ah, okay. Nessun problema.

Lo guido verso la mia camera, ignorando il fatto di stare per scoppiare di gioia, ed entriamo.

- Grazie. Sono in debito con te.
- Scherzi! Mi hai salvato la vita un sacco di volte!
- Tu hai attraversato l'inferno per venirmi a prendere!
- L'avrebbe fatto chiunque...
- Non è vero: solo tu e i tuoi amici siete talmente pazzi da averlo anche solo pensato.
- Se lo dici tu...

Ci sdraiamo sul letto uno di fianco all'altro ma lui mi si accoccola vicino, come un piccolo gattino, e fa talmente tanta tenerezza che mi è impossibile non stringerlo: lui, uno stregone centenario, che viene a cercare rifugio da me,uno Shadowhunters di appena vent'anni anni.

- Sei caldo. - Sussurra.
- Sai, di solito le persone emanano calore.
- Sei comodo, anche. - Dice appoggiando la testa sul mio petto.
- Sono felice che apprezzi.

Comincia ad accarezzarmi le cicatrici lasciate dalle varie rune che ho ricevuto, poi passa alla runa parabatai sulla spalla proseguendo con quella sul collo mentre io sento delle scariche di piacere al tocco delle sue mani.

-Ti piace, eh, Alexander?

Non gli rispondo ma faccio incontrare i miei occhi azzurri con i suoi verde-oro e lascio che vi legga dentro senza innalzare barriere tra noi due. Si libera della mia presa e si mette a cavalcioni su di me.

- Non ho più bisogno di tempo: voglio dormire con te, vivere con te ed aiutarti. Sono stanco di fare finta che, ogni volta che te ne vai da casa mia, stiamo bene perché sappiamo entrambi che non è così e se continuiamo con questa farsa ci faremo male da soli. Alexander Gideon Lightwood voglio provare a ricominciare insieme a te lasciandoci alle spalle tutti gli errori che abbiamo fatto e di cui portiamo il segno.

Lo guardo stupito perché non mi sarei mai aspettato di sentire queste cose da lui, infatti nessuno dei due è abituato a esternare le proprie emozioni e poi lui è molto orgoglioso.

- Magnus, non so cosa dire...
- Allora stai zitto e baciami!

Senza farmelo ripetere gli passo le dita dietro la nuca e lo avvicino alle mie labbra dando inizio ad un bacio lento che esprime tutto l'amore che proviamo l'uno per l'altro ma a nessuno dei due basta quindi Magnus chiede l'accesso mordendomi leggermente il labbro inferiore e glielo concedo lasciandomi scappare un piccolo gemito. Le nostre lingue si scontrano con forza rendendo il bacio sempre più passionale e bagnato così mentre io passo le mani tra i capelli dello stregone, rizzati grazie al gel ma senza più i soliti glitter in mezzo, lui mi accarezza una guancia con la mano. Si stacca un attimo dalle mie labbra per togliersi la maglia e lanciarla a caso sul pavimento della stanza. Poi prende a baciarmi il collo e le clavicole mentre gli accarezzo il petto e sento i suoi muscoli tendersi, poi ribalto le posizioni facendo aderire la sua schiena al materasso. Gioco con la pelle del collo leccando e mordendo formando delle macchie violacee mentre lui ansima sotto di me.

-A-alec... forse è troppo presto per questo...

Mi rendo conto di quello che sto facendo e mi blocco scattando all'indietro.

- Per l'Angelo! Scusa Magnus, non so cosa ma sia preso...
- È colpa mia, ho cominciato io e mi scuso.
- Meglio dormire.
- Già, hai ragione.

Restando sempre abbracciati ci addormentiamo mentre nella mia mente rivivo tutte le belle emozioni avute pochi istanti prima quando avevo completamente perso il controllo di me stesso e, guidato dalla passione del momento, avevo fatto cose che non avrei mai pensato di poter fare. Soprattutto con la persona a cui ho concesso il mio cuore perché io essendo un Nephilim amo come gli angeli: amo con tutto il cuore senza risparmiarmi ed è questo il motivo per cui molti di noi rischiano spesso la vita.

In quel momento capisco che anche l'amore che Magnus provava per me è sincero altrimenti non si troverebbe qui adesso perché non si sarebbe mai mostrato vulnerabile davanti a persone di cui non si fida ma soprattutto mi avrebbe fermato prima che le cose diventassero così compromettenti e questo vuol dire che anche lui di era fatto prendere dall'eccitazione del momento.

Malec: We Can Change The WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora