Caro Diario

3.

Caro diario,

oggi sono sprofondata negli abissi di un nuovo mondo, ho suonato alla chitarra e ho fatto in modo che ogni nota entrasse a far parte di me, che si imprimesse nel mio animo e colorasse i miei pensieri.

Mi sono chiusa nell'euforia momentanea che un pizzicare le corde riesce a procurare, le mie orecchie hanno trovato un po' di pace e hanno udito qualcosa di diverso dal suono del mio cuore che si spezza e le mie labbra si sono piegate in un sorriso di sollievo. Ho smesso di temere diario mio, ho capito che un po' di musica o un libro può diventare un portale per mondi nuovi, i miei mondi, ho paura di non uscirne e restare incastrata con la mia anima in un qualcosa che non mi appartiene, che bramo e non posso ottenere. Piangerei lacrime amare, lacrime di pura tristezza e illusione.

Immagina, diario mio, cosa significherebbe toccare con mano la felicità, essere in alto fino a toccare il cielo e poi capire che è tutto uno stupido sogno e scendere in caduta libera, annegando negli abissi dell'oceano di lacrime che è la tristezza, blu come i miei occhi e desolato come il mio cervello senza pensieri e il mio cuore senza emozioni. Mi sento come un libro aperto, tutti possono leggermi, ma nessuno è interessato a farlo...se qualcuno leggesse potrebbe non capire che dietro una mia parola ce ne sono altre mille celate che danno un significato sempre più profondo a tutto quello che scrivo.

Le parole sono difficili da utilizzare, possono far più male dei gesti e avere più significato di questi ultimi, ma potrebbe capitare anche il contrario...i gesti potrebbero diventare qualcosa di necessario e avere più significato di un paio di frasi e di promesse.

Non esistono promesse che vengono mantenute, a lungo andare anche la più banale delle abitudini può essere abbandonata e la più semplice delle promesse non mantenuta.

Diario mio, proprio per questo ti prometto che non mi farò più del male. Non sono brava come gli altri a fingere di mantenere le promesse...

Tua F.