Il sole scaldava l'asfalto rendendolo incandescente. Io camminavo a piedi scalzi con passo regolare cercando di pestare le zone d'ombra, per non scottarmi. In cielo le nuvole formavano tanti batuffoli.
Stavo meditando su quanto sarebbe stato bello poterle toccare quando in lontananza sentì il rumore delle ruote sull'asfalto. Corsi nel primo viale che trovai e mi buttai in mezzo ai sacchi della spazzatura. Il tanfo era insopportabile, ma cercai comunque di restare immobile. Il rumore di un motore accompagnato dallo sbattere di pesanti stivali si faceva sempre più vicino.
Mentre cercavo di non vomitare per l'odore acre dei rifiuti due voci si avvicinarono al mio nascondiglio di fortuna.
- Abbiamo fatto il giro mille volte.- si lamentò una voce maschile.
- Lo sai che quelle bestie sono brave a scappare.- rispose un'altra voce rauca.
- Almeno pagano bene, se dovessimo trovarne una sarebbe come vincere alla lotteria.- disse il primo ridacchiando.Soldati. Stupidi soldati alla ricerca dei pochi sopravvissuti, come me. Nessuno sapeva dove ti portavano se riuscivano a catturarti ma per loro eri merce pregiata.
Dal mio nascondiglio riuscì a vedere i due soldati, vestiti con una pesante tuta e armati fino ai denti, intenti a fumarsi una sigaretta.
I due erano immersi in una conversazione abbastanza futile e io pregai che si sbrigassero ad andarsene, proprio in quel vicolo dovevano fermarsi.
Ad un tratto si sentì un urlo seguito da alcuni spari, i due soldati buttarono le sigarette e si affrettarono verso la mischia dietro l'angolo.
Io rilassai i muscoli fino ad allora tesi e restai ancora in attesa, per essere sicura. Mi preparai ad uscire quando sentì un fetore peggiore di quello della spazzatura. Sentì un dolore lancinante al piede e schizzai fuori dai rifiuti. Una sigaretta aveva dato fuoco al cumulo di spazzatura e delle fiamme avevano raggiunto il mio piede dolorante. Iniziai ad indietreggiare, coprendomi la faccia dal fumo e dalla puzza.
Mi girai alla ricerca di una via di fuga, ma all'entrata del viale mi guardavano increduli i due soldati di prima, piazzati a gambe larghe e con le pistole in mano.
- Abbiamo fatto tombola a quanto pare.- disse uno.
- Ora da brava e mettiti a terra.- disse l'altro con voce minacciosa avanzando verso di me.
Io ero disperata, non sapevo dove scappare.
I soldati si avvicinarono lentamente mentre il mio cervello analizzava ogni possibile via di fuga.
In preda al panico provai a scartare un soldato sul fianco con tutta l'agilità che possedevo. Il mio tentativo fu inutile, io ero troppo denutrita e fragile per scampare alle braccia muscolose del soldato. Mi dimenai fra le sue braccia mentre lui mi buttava per terra, aiutato dal collega, e mi legava le braccia dietro la schiena. Mi dimenai come un animale selvatico, ma fu tutto inutile. L'unico risultato fu di riuscire a mordere l'avambraccio di un soldato, il quale iniziò a sanguinare con mia grande soddisfazione.
Tra calci, morsi e urla mi sollevarono e mi portarono verso un camioncino corazzato, dove mi buttarono dentro senza troppo riguardo.
Io ero stanca, dolorante e affamata e quando un soldato mi fece un iniezione non mi agitai molto.
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La stanza
Science FictionIn uno scenario post-apocalittico, una ragazza viene catturata e chiusa in una stanza speciale, con un coinquilino speciale. Un esperimento ideato dal governo per salvare la Terra, sarà davvero utile?