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Tenevo le dita tra le pagine del libro che poggiavo sulle gambe, lo aprii e inizia a leggere, ma non riuscivo a concentrarmi ripensavo a quella ragazza, al suo sguardo e a quel suo gesto, i miei occhi leggevano ma il mio cervello era altrove, chiusi il libro e tirai un grosso respiro tentando invano di cancellare quei pensieri, alzai lo sguardo e mi misi a guardare scorrere il paesaggio.

le piante, le persone e le case scorrevano davanti ai miei occhi veloci non riuscivano a cancellare il ricordo di quel sogno, quando sul riflesso del finestrino vidi la figura della ragazza, mi voltai di scatto ma non c'era nessuno, all'improvviso iniziai a respirare affannosamente, era come se qualcuno mi stesse soffocando, tolsi la sciarpa e la gettai sul sedile , avevo caldo, stavo sudando, infilai due dita nel colletto della camicia e lo allentai tirando verso l'esterno, mi mancava l'aria aprii il finestrino, l'aria inondò il vagone, ma non cambiò niente, non capivo cosa mi succedeva era come se ai miei polmoni non arrivasse l'ossigeno, i miei occhi stavano lacrimando ed il mio volto era paonazzo, scivolai lentamente dal sedile e mi accasciai a terra stavo quasi per svenire, quando improvvisamente come mi era arrivato esso svanì, l'aria riempi il mio petto, stremato rimasi sdraiato finché non ebbi la forza di alzarmi, non pensavo a niente, respiravo e basta.

Mi alzai facendo grandi respiri i miei occhi erano rossi e le lacrime che vi erano distorcevano la mia visione, le asciugai con la manica, poi presi dallo zaino la bottiglietta d'acqua e in un attimo la svuotai, per la fretta qualche goccia mi cadde sulla camicia, ma ero troppo scosso per accorgermene sul momento, barcollavo e gli scossoni del treno non miglioravano di certo il mio equilibrio, misi una mano sul sedile per stabilizzarmi.

Tum... tum ... tum il battito del mio cuore era così agitato che riuscivo a sentirlo distintamente, sentivo le vene pulsare, ci volle non poco per calmarmi, mi ricomposi e poi mi sistemai nuovamente nel mio posto, raccolsi la sciarpa che dal sedile era scivolata lentamente sul pavimento, ripresi il libro e lo riposi nello zaino, buttai la bottiglia d'acqua ormai vuota e poi sprofondai sul sedile.

Stavo ancora ripensando a cosa mi era successo quando il controllore mi affiancò chiedendo il biglietto, dovette chiedermelo due volte prima di riuscirmi a destare dai miei pensieri, ripresi il libro e tirai fuori il povero lembo di carta, gli e lo consegnai, alzai lo sguardo e... delle figure viola riempivano la sagoma dell'uomo, ero terrorizzato, attonito lo fissavo, volevo scappare, ma la paura mi bloccava e uccideva le mie urla lasciandomi in gola l'amaro gusto di impotenza.

Questo non si accorgeva del mio sguardo, del mio terrore anzi continuò ad osservare il mio biglietto lo girava e rigirava, quando ebbe finito di analizzare il lembo di carta me lo ripose, con tono pacato mi disse: "buon viaggio".

Lentamente la figura si allontanò e gradualmente e le figure viola che coprirono il suo corpo scomparvero, eccetto una quella che copriva il cuore quella di un viola più acceso rimase, osservai con più attenzione quell'ultimo residuo di viola e vidi che vi era abbozzato un uomo chino su una bara.

-Cosa sta succedendo? - pensai, poi sprofondai sul sedile attaccato da un profondo sonno.

Era iniziato tutto con un sogno e con un sogno poteva finire pensai prima di chiudere gli occhi, anche se intuivo che la fine era ancora ben lontana.

Gli Occhi Della SofferenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora