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Un leggero sobbalzo del treno mi desto dal mio sonno, guardai fuori dal finestrino... ero quasi arrivato a destinazione.

le cime dei palazzi oscuravano il lieve bagliore del sole che filtrato dal sottile strato di smogh colorava la periferia della città, le grandi ombre proiettate da questi edifici divoravano gli stretti vicoli e ingrigivano le persone.

i binari proseguirono dentro una galleria sotterranea, privando i passeggeri dal magro paesaggio della periferia, il treno iniziò la sua lenta frenata,i freni stridevano, la banchina si faceva sempre più vicina,lo stridio aumentava fino che non cessò.

" si prega ai gentili passeggeri di scendere dal treno, il treno termina la corsa..." annunciava una voce registrata, il messaggio non era ancora terminato, ma il rumore della gente che si accalcava all'uscita copriva la voce metallica dell'avviso, ma il più era stato detto ero arrivato a destinazione.

mi alzai dal mio posto, avevo in mano il biglietto, mi ritornò alla mente il controllore e il dolore, il senso di soffocamento, strinsi nel pugno il lembo di carta, poi guardai l'orologio mancava ancora molto all'esame ma ero agitato e ansioso, tutto quello che pensavo ora era di raggiungere il più veloce possibile l'università, non pensavo ad altro tutto quello che mi era successo nel tragitto era come cancellato da quel pensiero fisso, presi lo zaino e uscii velocemente dal treno.

Mi avviai verso i tornelli, il biglietto anche se distrutto riuscì nel suo scopo, mi stupi del suo funzionamento, poi gettai il pezzo di carta, quel gesto semplice fu liberatorio come se con esso avessi buttato via parte di quell'ansia, la stessa che aveva ridotto a brandelli il povero lembo di carta.

la stazione era piena, il brusio di sottofondo era fastidioso ma dopo un po' mi abituai, le decine di schermi che adornavano la stazione trasmettevano continuamente pubblicità dai motivetti ripetitivi e noiosi, le persone era tutte in attesa, c'era chi aspettava che sul grande schermo uscisse il binario del proprio treno, chi invece aspettava qualcuno, era tutto un fremito e l'atmosfera che si respirava era frizzante.

io ero agitato avevo fretta, solo l'idea di poter arrivare in ritardo al mio primo esame mi angosciava, sapevo di essere in anticipo ma quel peso opprimente che mi premeva sul petto sarebbe cessato solo quando mi sarei trovato seduto ad attendere la mia interrogazione.

uscii dalla stazione, camminavo veloce l'aria gelida rallentava il mio passo, alzai la sciarpa per proteggermi meglio il collo e le labbra dal freddo, la gente che popolava la strada era anch'essa animata dalla mia stessa fretta, mi fermai sul marciapiede ad attendere che il semaforo delle strisce pedonali diventasse verde e con me anche un esiguo numero di persone , un distinto signore davanti a me accese la sigaretta e uno sgradevole odore di tabacco si diffuse nella già pesante aria cittadina, una coppia di turisti alle mie spalle si lamentavano del clima troppo freddo a cui non erano abituati, un giovane ragazzo con gli auricolari ascoltava la musica e muoveva leggermente il piede a tempo, una donna guardava il cellulare scorrendo velocemente le storie su istagram, mi accorsi molto dopo della presenza di un altro individuo, un senzatetto che chino sulle ginocchia separato dal gelido pavimento solo da un sottile strato di cartone, indossava una pesante coperta e un cappello con dei paraorecchie, il suo corpo magro porgeva una lattina di metallo dove le persone mettevano le offerte, il suo volto era segnato dalla fame e dalle intemperie, portava la barba bianca anche se sporcata dalla terra, i suoi occhi erano di un azzurro intenso.

scrutavo il senzatetto, non riuscivo ad immaginare come una persona della sua età potesse vivere per strada, il mio sguardo si incrociò col suo per un breve momento, poi iniziarono ad arrivarmi delle forti fitte in testa chiusi gli occhi per il dolore, quando li riaprii la figura del senzatetto era ricoperta da delle immagini viola proprio come il controllore, ero spaventato, il mio sguardo prima carico di pietà si riempi di sgomento, mi allontanai il più possibile, scatto il verde e correndo attraversai le strisce pedonali, raggiunta l'altra parte della strada, non guardai indietro continuai a correre cercando di andare il più lontano possibile da quelle figure ... da quei mostri .

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 26, 2020 ⏰

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